Juve: è finita la benzina mentale?

Professor Cei, lei non crede alla teoria dei giocatori spremuti dal gioco di Conte?
“Non c’è dubbio sul fatto che la Juventus sia una squadra con un ‘eccesso’ di agonismo. Il problema è come questo viene gestito. Mi spiego: quasi tutti i giocatori, esclusi i Buffon o i Pirlo, non sono abituati a questa intensità e a questa pressione. Mi riferisco a quella del campo di gioco, ma anche a quella che viene esercitata durante la settimana su chi lotta per lo scudetto”

Insomma, ora che il gioco si fa duro… Ibra segna una tripletta, mentre la Juventus pareggia.
“Partiamo da un presupposto: è sempre la testa che guida il corpo. E Conte è un maestro nello stimolare i suoi prima delle grandi partite, dove l’aspetto mentale permette di superare le altre sensazioni, come la stanchezza…”

Però se si gioca contro Siena o Chievo…
“Con le cosiddette ‘piccole’, invece, bisogna alternare fasi di grande agonismo e fasi di recupero. Non puoi correre sempre per 90’ come un matto…”

Alternare le fasi: concretamente come si fa?
“Chiamiamolo ‘gioco a fisarmonica’: fasi di agonismo a cui seguono fasi in cui si tiene la palla, la si fa girare, si cerca di addormentare un po’ il gioco… Una grande squadra sa dare il ritmo che vuole alla partita”

Ma così non si snatura la Juventus targata Conte?
“Attenzione: imparare a gestire l’intensità della gara non significa rinunciare totalmente a quella aggressività che ha caratterizzato la Juventus fino a oggi. Vuol dire usarla in modo intelligente. Ogni squadra ha dei minuti di partita ‘preferiti’, ad esempio. Ci sono quelle che danno il massimo dopo l’intervallo e quelle fortissime nei primi minuti o nel finale. Se sai individuare i tuoi, hai già iniziato a lavorare sulle fasi”

Conte dice che la sua squadra “sta sempre a tavoletta”
“E questi pareggi sono la spia che indica che qualcosa si è inceppato. I giocatori hanno bisogno di recuperare anche a livello di testa. Anche la ‘benzina mentale’, prima o poi, si esaurisce”
Da: http://sport.sky.it/sport/calcio_italiano/2012/03/06/juventus_pareggi_intervista_alberto_cei_psicologo.html

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