Puntare i piedi e essere ottimisti

La mia frase per il nuovo anno è “puntare i piedi e andare avanti.” Puntare i piedi per non farsi travolgere da chi subisce e basta o da chi ne vuole approfittare per prenderti per la gola; da chi aspetta e basta o da chi si agita senza avere un progetto; da chi si aspetta che qualcuno lo tiri fuori dai guai o da chi pensa che non verrà nessuno; da chi si aspetta di cambiare la propria vita con il gioco, anche legale anzichè con le proprie azioni.
Sto con chi programma azioni senza avere la certezza del risultato:
con Simone Moro che è in Pakistan per realizzare la salita invernale sul Nanga Pargat;
con Giovanni Trapattoni che non vuole smettere di allenare perchè sta ancora imparando qualcosa di nuovo;
con chi andrà alle olimpiadi e si sta preparando a fare la gara della vita senza sapere come andrà a finire;
con la Manaudou, Thorpe e tutti quelli che vogliono ritornare a essere dei campioni e non ci stanno ancora riuscendo;
con i ragazzi e le ragazze che vogliono fare l’arbitro e sanno che andranno in campo a prendere insulti e minacce;
con gli allenatori che amano studiare mentre sanno che potrebbero stare in vacanza;
con thedanplan, il fotografo americano che sta sperimentando su se stesso la legge delle 10.000 ore per diventare un golfista professionista a più di 30 anni;
con Alessandra Sensini, Josefa Idem e tante altre atlete “attempate” che si allenano per vincere contro avversarie ventenni;
con il Progetto Filippide che allena ragazzi autistici con la corsa e li prova a salvare da una vita desolata;
con Reinhold Messner che ci ha appena regalato un altro bellissimo libro in cui racconta che le montagne da spostare sono dentro di noi.

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