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Oltre i limiti: Reinhold Messner

Reinhold Messner, il 20 agosto 1980. fu il primo uomo a realizzare un’impresa considerata impossibile dalla scienza, scalare l’Everest (8.848 metri) senza l’uso dell’ossigeno, per poi arrivare a scalare tutti i 14 Ottomila con questo approccio.

Bisogna ricordarsi che i limiti (Alberto Cei, 2021) spesso sono solo mentali e anche questa affermazione potrebbe suonare come retorica. Se però guardiamo ai fatti, molte esperienze documentano come la ricerca del record, della prova di valore assoluto sinora mai realizzata non sono altro che la realizzazione del motto di una famosa azienda che afferma: “Nulla è impossibile”.

Lo sport di livello assoluto vive di queste esperienze in cui lo scopo è sfidare l’impossibile, superare le supposte barriere fisiche e mentali e realizzare imprese ritenute impossibili; non . un caso che si dica che i record sono fatti per essere battuti. . possibile attrezzarsi a raggiungere questo obiettivo costruendo una cultura sportiva che abbia queste basi e che alleni i giovani a sviluppare una mentalit. basata su questo modo di essere. In questi momenti cerchiamo .i divergenti., come nella saga di Veronica Roth, perch. loro rappresentano la soluzione e sfidano il male sapendo di poterci riuscire anche se dovranno lottare senza avere la certezza del risultato.

Photo ©: Reinhold Messner Archives.

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“Scalare il Monte Everest è un lavoro per superuomini”

Il 18 marzo del 1923 un articolo sul New York Times intitolava “Climbing Mount Everest is work for supermen“.

In special modo, l’articolo si chiedeva quale fosse la ragione per scalarlo, visto anche i tentativi falliti del 1921 e del 1922. La domanda venne posta a George Mallory, che aveva partecipato ad ambedue le spedizioni e che si apprestava a fare parte del gruppo che nel 1924 avrebbe effettuato un terzo tentativo. La risposta fornita dall’esploratore è diventata famosa e continuata a esserlo anche oggi a distanza di esattamente 100 anni. Infatti, Mallory risposte “Because it’s there”. Gli venne anche chiesto, se non erano sufficienti i risultati scientifici ottenuti. “Sì … ma lei pensa che Schackelton andò al Polo Sud per effettuare osservazioni scientifiche? Usò le osservazioni che fece per finanziare il viaggio successivo. Talvolta la ricerca scientifica è una scusa per l’esplorazione. Penso che raramente ne sia la ragione. L’Everest è la montagna più alta del mondo e nessun uomo ne è mai arrivato in cima. La sua esistenza è una sfida. La risposta è istintiva e credo sia parte del desiderio dell’uomo di conquistare l’universo”.

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Reinhold Messner realizzò l’impossibile

Era il 16 ottobre del 1986 quando Reinhold Messner, all’epoca 42 anni, raggiungeva gli 8.516 metri del Lhotse – quarta montagna più alta della Terra – completando così la scalata di tutti i 14 ottomila, ovvero le vette sopra gli 8mila metri, scalandole primo al mondo senza l’aiuto dell’ossigeno e in completa autonomia.

Penso che ha molte persone non sia chiaro il valore assoluto dell’impresa di Messner: l’avere pensato, pianificato e realizzato qualcosa che nessuno pensava che fosse possibile. Così impossibile che ad oggi, dopo 35 anni, solo 39 alpinisti sono riusciti a compiere la stessa impresa, far cui tre donne.

Questi risultai ci dino quanto ancora oggi la relazione tra difficoltà e prestazione sia ancora poco conosciuta, soprattutto quando si voglia prendere in esame la percezione soggettiva della difficoltà. “Impossible is nothing“, il motto di una multinazionale dello sport, da un lato è falso perchè non potremo mai correre veloci come un ghepardo ma tuttavia è vero che nello sport si dice che i record sono fatti per essere battuti e per farlo bisogna superare quel limite oltre il quale essere umano nessuno sino a quel momento è andato.

E’ stato così per Roger Bannister, che il 6 maggio 1954 fu il primo a compiere un’impresa considerata impossibile dai medici e cioè correre il miglio inglese (1.609,23 metri) sotto i 4 minuti (3′59″4). Il suo record durò appena 46 giorni: l’australiano John Landy lo portò a 3′58″, cosa che fu possibile perchè Bannister aveva scardinato una porta invalicabile oltre la quale ci sono passati tutti e riassunse la sua impresa con queste poche parole:

Il segreto è sempre quello, l’abilità di tirare fuori quello che non hai o che non sai di avere.

Lo stesso fu per Reinhold Messner quando il 20 agosto 1980 fu il primo uomo a realizzare un’altra impresa considerata impossibile dalla scienza, scalare l’Everest (8.848 metri) senza l’uso dell’ossigeno, per poi arrivare a scalare tutti i 14 Ottomila con questo approccio. Le esperienze di questi atleti sembrano sostenere il valore dell’efficacia dell’obiettivo, come mediatore tra difficoltà e prestazione e che consiste nella convinzione personlea di poter raggiungere la meta prefissata. Per cui la scelta del livello di difficoltà dipenderà da quanto un atleta si trova a suo agio nello scegliere obiettivi di moderata o elevata difficoltà e ciò dipenderà da quanto si percepirà convinto nelle due condizioni.

La pulizia dell’aria svela l’Everest da Kathmandu

La riduzione delle emissioni dei veicoli dovuta alla chiusura riguardante il COVID-19 ha ripulito l’aria sopra il Nepal e l’India settentrionale. Per la prima volta dopo molti anni, il monte Everest è di nuovo visibile dalla valle di Kathmandu, anche se si trova a 200 km di distanza. Tanto che l’Himalaya è visibile dall’India dalla città di Chandigarh e un altro 8.000, il Kangchenjunga, è visibile dalla città di Siliguri.

Anniversario della conquista dell’Everest senza ossigeno

Evento storico accaduto oggi, 8 maggio 1978, Reinhold Messner e Peter Habeler  sono stati i primi a scalare l”Everest senza servirsi dell’aiuto delle bombole di ossigeno, impresa sino ad allora ritenuta impossibile.

Photo credit: Rupert Taylor-Price/Flickr

Reinhold Messner and Peter Habeler in 1978. Image via outdoorteam.at

Mount Everest as seen from Base Camp 1. Photo credit: Rupert Taylor-Price/Flickr

L’incredibile storia degli Sherpa

Ogni anno, oltre un migliaio di scalatori cercano di raggiungere la vetta dell’Everest, con il record annuale che è di 633 successi. Ma di quel numero, quasi la metà sono Sherpa – eroi non celebrati della montagna. Ciò nonostante la vita della comunità Sherpa non è ancora oggi conosciuta, cultura e esperienze che vivono all’ombra della montagna più alta del mondo. Ora, per la prima volta, aprono la porta nel loro mondo grazie a questo film della BBC

Senza l’esperienza degli sherpa, solo gli alpinisti più resistenti e più abili avrebbero avuto successo. Ogni giorno rischiano la vita per la sicurezza degli altri, eppure non cercano né gloria, né ricompensa. Seguendo le storie di quattro sherpa – Phurba, Ngima, Ngima Tenji e Gelu – questo film rivela la realtà della loro vita quotidiana, non solo in montagna, ma con le loro famiglie dopo il loro ritorno a casa.

In volo giù dall’Everest

Joby Ogwyn non salirà in cima all’Everest per avere una vista dall’alto ma piuttosto prendere in sua strada verso il basso . Il 39 -year -old intenzione di saltare fuori vetta più alta del mondo e volare a terra in una tuta alare in nylon venire maggio . “Questo è qualcosa che ho sognato sino da bambino … Tutto quello che ho fatto negli ultimi 20 anni è stato prepararmi per questo e ora la tecnologia ha reso il volo possibile”. Ha aggiunto:  ”l’Everest è il massimo, è l’apice, il più grande palcoscenico del mondo e non riesco a pensare a nessun posto migliore per fare l’ultimo mega – jump fra tutti quelli che ho fatto e questo è il salto finale”. Nel mondo rarefatto dell’alpinismo e del paracadutismo estremo, Ogwyn, 39 anni, è già una leggenda.  Nel 2008 ha scalato l’Everest in solo nove ore e mezza, quando di solitoservono almeno tre giorni.  Si è buttato dal Cervino e tre volte in un giorno solo dall’Eiger. La messa a punto finale della tuta  viene portata a termine a Perris, campo d’aviazione in California, e dopo partirà per questa impresa in Himalaya .

Elia Saikaly – Time-Lapse Film dell’Everest

Elia Saikaly – Come ho realizzato il Time-Lapse Film  dell’Everest

 

 

Everest: 60 anni di conquiste e controversie

Splendido servizio con notevoli dati statistici sui 60 anni dalla conquista dell’Everest pubblicato su: http://www.guardian.co.uk/world/interactive/2013/may/28/everest-60-years-mountaineering-interactive?CMP=twt_gu e http://www.guardian.co.uk/travel/gallery/2013/may/23/mount-everest-first-successful-ascent-in-pictures?picture=409252599#/?picture=409252588&index=16

 

1953 Everest team members return to Camp IV

 

 

Griff Pugh: L’uomo che ha realmente conquistato l’Everest

Di Steve Myall

La figlia del fisiologo che aiutò Sir Edmund Hillary e lo nepalese Sherpa Tenzing Norgay  a conquistare l’Everest rivela la straordiaria storia della sopravvivenza.

British Expedition: Physiologist Griff Pugh (circled) with the team in May 1953.

British Expedition: Physiologist Griff Pugh (circled) with the team in May 1953. (The Granger Collection / TopFoto)

E’ sembrato un sogno impossibile … squadra dopo squadra di coraggiosi avventurieri avevano cercato e fallito di conquistare l’Everest.

Ma 60 anni fa, nel momento dell’incoronazione, sono arrivte le notizie che hanno entusiasmato il Regno Unito – Sir Edmund Hillary e  lo sherpa nepalese Tenzing Norgay avevan finalmente raggiunto il picco nevoso della più alta montagna del mondo. Un incredibile successo raggiunto da uomini assolutamente coraggiosi. Ma perchè hanno avuto successo mentre laddove così tanti avevano fallito?

Una ragione è rimasta sinosra nascosta. Il successo di Sir Edmund e della sua squadra, in realtà, fu dovuto al lavoro di un uomo che non ha mai raggiunto  la cima..

Era Griff Pugh, il fisiologo della spedizione. the physiologist on the trip. Sua figlia, Harriet ­Tuckey  ha speso otto anni nello studio della spedizione e del ruolo di suo padre. Qui ci spiega come questo grande successo sia stato possibile.

Leggi l’articolo su http://www.mirror.co.uk/news/uk-news/secrets-behind-conquering-everest-60-1911119

 

 

 

Mount Everest
Mount Everest: Peak is 8,848m above sea level. (BBC)

 

 

 

 

 

Edmund Hillary and Tenzing Norgay

 Tough Climb: Edmund Hillary and Tenzing Norgay below the South Summit on Everest. (Alfred Gregory)

 

 

 Tenzing Norgay and Edmund Hillary

Good Job: Tenzing and Hillary drink a celebratory cup of tea. (George Band)

 Tenzing Norgay

Everest Conquered: Tenzing Norgay reaches the summit at on May 29, 1953. (E. Hillary)