Le ragioni del crollo del calcio italiano spiegate con i numeri

Un articolo apparso su Lo Slalom di Angelo Carotenuto e ripreso oggi da Repubblica.it ci ricorda chi sono i giocatori comprati all’estero con la scusa di fare quadrare i bilanci delle società di calcio, molti di essi non sono certamente campioni e tantomeno hanno fornito contributi significativi alle squadre italiane in cui hanno giocato.

Ricordare i numeri di questa vicenda come fa Carotenuto, per noi che non siamo addentro alle politiche del calcio, è veramente avvilente:

“Le cifre della serie A in corso raccontano che fra i 508 giocatori andati in campo, ci sono 78 stranieri utilizzati finora per meno di 200 minuti, cinque di media a partita. Altri 28 sono rimasti sotto i 340 minuti, cioè la soglia dello spezzone minimo da 20 minuti a partita. In tutto fanno 106 stranieri fantasma, arrivati e dimenticati, pagati e impalpabili. Fanno il 20 per cento del totale del campionato. Questo stop riguarderà soprattutto loro, i fantasmi della serie A. Più visibili nei bilanci che in campo”.

Gianni Cerasuolo su succedeoggi  scrive a ulteriore conferma di questi dati:

“Nella stagione 2012-2013 in serie A giocarono 368 calciatori stranieri su 705 tesserati, il 52,19 %: 1 giocatore su 2 veniva da un altro paese. L’Inter ne aveva 33 su 49, la Fiorentina e la Lazio 23 su 34. Alzi la mano chi si ricorda di Facundo Parra (Atalanta), Uros Radakovic (Bologna), Erick Cabalceta (Catania), Allan Blaze (Genoa), Vykintas Slivka (Juve), Morten  Knudsen (Inter), Pavol Bajza (Parma). Un campionato dopo, 2013-2014, gli stranieri arrivarono a 522 su una base più larga di ben 1161 tesserati: 44,96 %. Nella scorsa stagione è sceso il numero dei tesserati (555), ma gli stranieri sono stati 304, il 54,7 %. Questi numeri uniti ad un’analisi molto concreta sono contenuti in un libro edito da “ultra sport” e scritto a quattro mani da due giornalisti, Mirko Nuzzolo ed Enrico Turcato, che ha per titolo: Stranieri. Che vale la pena sfogliare anche per le tabelle, molto esplicative, che contiene.

Non credo ci sia bisogno di aggiungere che questa strategia d’importare giocatori stranieri rappresenti la causa principale della decadenza del calcio italiano.

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