In questi ultimi blog ho parlato di allenatori e di leadership, professione e ruolo difficili da vivere, poiché richiedono continue decisioni, la costruzione di piano di sviluppo del team e la gestione dei momenti di euforia e di quelli depressivi. L’allenatore, il manager come meglio sarebbe dire, giacché il suo compito è la guida di una squadra, per farlo svolge ruoli diversi coerenti con le situazioni dei singoli e della squadra. La descrizione di questa molteplicità di parti che si trova a vivere l’ha ben descritta Marguerite Yourcenar a proposito dell’imperatore Adriano.
“Regnavano in me di volta in volta personaggi diversi, nessuno dei quali molto a lungo; ma presto quello esautorato riconquistava il potere: l’ufficiale meticoloso, fanatico della disciplina, pronto a dividere con gioia le privazioni della guerra con i suoi uomini; …il giovane luogotenente altero che si ritira sotto la tenda , studia le sue carte alla luce di un lume, e non fa mistero agli amici del suo disprezzo per come va il mondo; finanche il futuro statista….Poco a poco, entrava in funzione un nuovo venuto, un direttore di compagnia, un regista. Conoscevo i nomi dei miei attori; regolavo loro entrate e uscite plausibili; tagliavo le risposte inutili; evitavo con cura gli effetti volgari. Imparavo, infine, a non abusare del monologo: Poco a poco, le mie azioni mi formavano”.
Il lavoro dell’allenatore è una professione rischiosa data la frequenza con cui nel calcio vengono esonerati e richiede, pertanto, lo sviluppo di una serie piuttosto complessa di competenze tra loro integrate. fra cui svettano:
- possedere una visione personale e professionale coerente e in linea con i valori chiave del club
- sviluppare capacità chiave nella valutazione delle prestazioni e nel dare feedback costruttivi
- ottimizzare la gestione delle priorità
- comprendere e gestire i conflitti
- migliorare l’efficacia di comunicazione
- gestire nel modo più efficace le relazioni interpersonali
- sviluppare una rete di relazioni personali e di lavoro con lo staff e la dirigenza
- dimostrare comprensione delle capacità chiave e delle aree di sviluppo dei calciatori
- fronteggiare i sovraccarichi di lavoro ed equilibrare lo stress
- realizzare un bilanciamento tra lavoro e vita privata
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