Anche la mente dei calciatori “può infortunarsi” per le troppe partite

Il presidente dell’Associazione Italiana Medici del Calcio, Enrico Castellacci, conferma quanto dichiarato da Pep Gurdiola sulla salute dei calciatori: “”Parliamo del benessere dei giocatori, ma il nostro è l’unico campionato che non accetta le cinque sostituzioni. Ne abbiamo solo tre. Come mai? Sarebbe molto meglio per tutti, considerato il numero di partite che giochiamo. Ma la Premier League e alcuni club hanno deciso di non farlo”. E Castellacci ribadisce che ”così il fisico dei calciatori non regge e aumentano gli infortuni. O cambia la mentalità o aumentano le rose ma sappiamo che gli allenatori fanno giocare sempre i più forti”.

A queste corrette osservazioni vorrei aggiungere che il giocare troppe partite non comporta solo il logoramento fisico ma anche quello mentale. Scontato ma viene ricordato molto meno, forse perchè gli avvertimenti del corpo sono più immediatamente evidenti (infortunio e conseguente impossibilità di giocare) mentre quelli mentali lo sono di meno, tranne poi quando si manifestano in forma di psicopatologia.

Samuele Marcora e colleghi in un articolo del 2009 ci ricordavano che anche le scienze dello sport non hanno trattato questo tema sino agli ultimi anni.

“La fatica mentale è uno stato psicobiologico causato da periodi prolungati di attività cognitiva impegnativa e caratterizzato da sensazioni soggettive di “stanchezza” e “mancanza di energia”. Gli effetti della fatica mentale sulle prestazioni cognitive e sulle prestazioni di piloti e piloti d’aereo sono stati ampiamente studiati. Un numero crescente di studi sta anche rivelando le alterazioni neurali causate da periodi prolungati di attività cognitiva impegnativa in persone in sane e malate. Al contrario, l’impatto della fatica mentale sulle prestazioni fisiche rimane in gran parte sconosciuto. Per quanto ne sappiamo, le uniche osservazioni pubblicate risalgono al 1891 quando Angelo Mosso riportò nel suo libro sulla fatica che la resistenza muscolare era ridotta in due professori di fisiologia dopo lunghe lezioni ed esami orali”.

Negli ultimi 10 anni la fatica mentale è stata studiata e le imitazioni sulla prestazione sportiva sono molto più conosciute. Dovremmo fare di più per inserire nei programmi di recupero fisico anche interventi che favoriscano il recupero mentale dei calciatori.

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