Chi non sa ascoltare

Una tipologia di allenatori che non sanno ascoltare è rappresentata da quei tecnici che tendono a diventare impazienti quando ascoltano i loro atleti. Manifestano questa loro reazione interrompendoli e iniziando a parlare, spiegando quello che dovrebbe essere fatto e accompagnando le parole con comportamenti aggressivi o svalutanti quanto era stato espresso dagli atleti in precedenza.

Di fronte a questo modo sbagliato di affrontare una situazione e allo scopo di cambiare atteggiamento, il tecnico dovrebbe chiedersi quali reazioni determini questo suo comportamento negli atleti. Ritiene che, dopo il suo intervento, siano più motivati ad assumersi iniziative e ad essere autonomi  nel lavoro, oppure è convinto che questo tipo di risposta generi l’effetto contrario: paura dell’allenatore, convinzione di non essere capiti e consapevolezza che l’unica cosa per andare d’accordo con lui sia di seguire alla lettera le istruzioni che gli fornisce senza mai obiettare.

Questa tipologia di allenatori di fronte alle parole degli atleti spesso pensa che:

  1. “Hanno sempre un motivo per lamentarsi , non li ascolto neanche più.”
  2. “I giovani oggi non vogliono più sacrificarsi,  parlare con loro è fiato sprecato.”
  3. “Sono qui per allenarsi, non per parlare.”
  4. “Ogni scusa è buona per mollare.”
  5. “Devono fare quello che dico io e non di testa loro.”

Va detto che ogni tecnico manifesta talvolta questi pensieri ed è altrettanto possibile che gli stessi giovani in determinate situazioni agiscano in questo modo. Quindi ciò che caratterizza l’allenatore che ascolta meno dei suoi colleghi non è la totale assenza o presenza di queste idee ma è bensì la loro frequenza. Gli allenatori che ascoltano hanno questi pensieri nelle situazioni in cui realmente i loro atleti agiscono in questo modo. I tecnici più impulsivi, al contrario, interpretano molto più frequentemente le richieste e le azioni dei loro atleti in questo modo.

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