Non ci si allena mai abbastanza a imparare dagli errori

Nello sport così come in ogni altro ambito della nostra vita commettiamo degli errori. La prestazione perfetta non esiste. Ogni performance è un misto di competenze e di errori; in genere vince chi commette meno errori.

Gli errori sono ovunque e costituiscono un momento importante della prestazione umana. Non ci si può nascondere dagli errori. Inoltre, gli sbagli sono sempre relativi ad aspetti tecnici, noi vediamo l’atleta che affretta o rallenta la sua azione, che sbaglia un tiro, che è rigido nei movimenti, che tira il servizio a rete e così via. Diversamente la causa di questi errori può essere attribuita di volta sin volta a fattori diversi. L’errore può infatti essere dovuto a fattori diversi, si può sbagliare per incompetenza tecnica, per non essere stati capaci di gestire lo stress agonistico o per mancanza di concentrazione, si sbaglia per stanchezza fisica.

Quando gli errori non vengono accettati dall’allenatore, lo stress dell’atleta dovuto all’errore aumenta e con probabilità si sentirà inibito nel ricercare nuovi modi di agire. In tal modo diventano difensivi, e si limiteranno a quanto è loro più familiare. per queste ragioni s’impara meglio quando ci si sente sicuri, ma non rilassati da perdere la motivazione. C’è un livello ottimale di attivazione del cervello che aiuta le persone a imparare, lo stato in cui la motivazione e gli interessi sono elevati. Un senso di sicurezza psicologica determina un’atmosfera in cui le persone possono sperimentare correndo pochi rischi di sentirsi imbarazzate o timorose delle conseguenze dell’errore (Adattato da D. Goleman, R. Boyatzis e A.MkKeee, Primal Leadership).

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