Mantenere costante la pressione sugli avversari

Una delle abilità essenziali che atleti e squadre devono mostrare in gara consiste nel non permettere agli avversari di trovarsi a proprio agio nel giocare contro di loro. Questa regola è valida anche quando ci si trova in vantaggio: bisogna continuare a impegnarsi per tenere sotto pressione gli avversari. Nel tennis è dimostrato che quando un giocatore professionista vince il 1° set nell’80% dei casi vince la partita. Come? Mantenendo l’auto-controllo e sforzandosi il doppio nel secondo set per impedire che l’altro rientri in partita. Questi tennisti sono consapevoli che vincendo il 1° set non hanno ancora concluso niente e la domanda all’inizio del secondo è sempre la stessa: “Cosa devo fare per continuare a metterlo in difficoltà?”.

La necessità di manifestare questo atteggiamento è decisiva negli sport dove quasi ogni minuto durante una partita  viene segnato un punto, come nel tennis ma anche nel basket e nella pallavolo: se non si crea pressione agonistica (ovviamente di qualità) gli avversari prenderebbero il sopravvento.

Nel calcio è diverso, poiché si potrebbe pensare che sia sufficiente contenere gli avversari o addirittura di avere già vinto quando si è in vantaggio. Sono approcci, a mio avviso, che denotano l’emergere di una mentalità di squadra passiva e che lascia l’iniziativa del gioco agli avversari. Nel calcio non si gioca di solito con decisione e energia per tutta la partita ma certamente i primi e gli ultimi 10/15 minuti dei due tempi sono spesso decisivi per determinare il risultato della gara ed è soprattutto in questi periodi che una squadra deve impegnarsi per avere la maggior parte delle fasi di gioco a suo favore. Il compito dell’allenatore dovrebbe essere quello di attuare questa idea adattandola alle esigenze della partita e alle caratteristiche della squadra.

 

0 Risposte a “Mantenere costante la pressione sugli avversari”


  • Nessun commento

Contribuisci con la tua opinione