Le parole chiave nell’allenamento giovanile: il ritmo

Qualche giorno fa trovandomi a dover preparare un corso di formazione per tecnici già esperti ho riflettuto su cosa poteva essere più utile. Avendo poco tempo ho cercato di pensare ad un concetto chiave che avrei potuto lasciar loro e che da solo fosse in grado di rappresentare e richiamare sia una parola e sia un modo di organizzare l’allenamento, un modo di approcciarsi ai ragazzi, una modalità di gestione dell’allenamento e di chi ne è coinvolto. La parola chiave sulla quale ho scelto di riflettere e costruire è RITMO. Scegliere correttamente il ritmo dell’allenamento è una premessa fondamentale per un ottimo svolgimento dello stesso.

Il ritmo è per definizione una successione ordinata secondo una certa frequenza di una qualsiasi forma di movimento che si svolga nel tempo. Trovare il giusto ritmo nell’allenamento dal punto di vista della sua organizzazione e gestione  vuol dire trovare per ogni categoria la giusta frequenza di movimenti corretti. Cosa accade nelle diverse categorie se viene a mancare il giusto ritmo?

Per la categoria piccoli amici, svolgere movimenti adeguati ma con una bassa frequenza e conseguente aumento dei tempi di attesa  darà come risultato  confusione, perdita dell’attenzione e in definitiva meno divertimento per i bambini.

Per la categoria dei pulcini perdere il ritmo in un allenamento vuol dire trovare una squadra annoiata oppure sottoposta ad un eccesso di stress fisico, nel caso in cui la frequenza dei movimenti dovesse essere superiore a quella sostenibile dall’età dei bambini. Il risultato sarà il conseguente aumento delle probabilità di infortunio.

Gli esordienti hanno più consapevolezza dei loro giusti ritmi. Non riuscire a tenere un ritmo di allenamento adeguato determina una mancanza di fiducia nelle proprie possibilità qualora il ritmo sia eccessivo e non perseguibile oppure, la perdita di fiducia nell’allenatore, qualora il ritmo sia basso e non ci si senta impegnati a pieno nella proposta di allenamento.

Come dare ritmo all’allenamento

  • Giusta alternanza delle fasi di attività e di recupero
  • Numero adeguato di partenze in base al numero dei giocatori
  • Favorire l’autonomia nella gestione dell’allenamento (giusti tempi di partenza)
  •  Eliminare pause superflue di gestione materiale o altro
  • Gestire i tempi con regolarità
  •  Comunicare in modo efficace: breve, semplice, essenziale
  •  Avere precise modalità di gestione nell’avvio delle partenze (1,2,3 via, pronti via, fischio)

Se l’allenatore è riuscito nell’intento di dare e mantenere il giusto ritmo all’allenamento  se ne accorgerà dal fatto che i componenti del gruppo vengono trascinati nel movimento globale, subordinando il proprio ritmo a quello di squadra, e spesso vincendo addirittura la fatica. Questa situazione nel calcio dei piccoli vorrà dire vedere molti più bambini che gestiscono in autonomia il loro recupero e molti meno che “si allacciano le scarpe” in un maldestro tentativo di vincere l’eccesso di fatica.

 ”Il bambino ha il diritto di essere allenato secondo i propri ritmi.” (Art, 5 Carta dei diritti dei bambini)

(di Daniela Sepio)

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