In questi giorni è stato riproposto il confronto tra Messi e Maradona. Il primo talvolta assente nelle partite più importanti, il secondo invece sempre decisivo in positivo nelle stesse situazioni. La differenza principale tra questi due fuoriclasse sarebbe da ricercare nel tipo di vita che hanno vissuto. Messi giunto al Barcellona è potuto crescere in un ambiente protetto mentre Maradona non ha avuto questo stesso percorso. E’ stato più libero di fare esperienze e ha dovuto imparare a gestire il suo estro in ambienti diversi. In altre parole, la differenza fra i due risiederebbe nella maggiore abilità di Maradona di sapersela cavare da solo, che lo avrebbe portato a trovare la via del goal anche nelle situazioni più stressanti. E’ questa una ragione che è stata spesso utilizzata nello sport per spiegare la particolarità dell’essere campione. Ad esempio, ai tempi dell’esplosione del tennis svedese si disse la stessa cosa, questi ragazzi giravano da soli per l’Europa prima e per il mondo dopo e questo li aveva forgiati ad essere autonomi e capaci. Naturalmente non sto mettendo in discussione la classe di Messi ma sto cercando di formulare una spiegazione ad assenze e errori che non ci si aspetta da un campione, considerato il migliore calciatore al mondo, nei momenti che contano.
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