Gro Mjeldheim Sandal è una psicologa norvegese che studia da anni gli stati mentali degli esploratori polari. Attraverso lo studio dei loro diari e le interviste ha evidenziato che queste persone provano spesso elevati livelli di ansia alla partenza della spedizione. In altre parole non sono immuni dalla paura anche se hanno probabilmente un livello di soglia più elevato della maggior parte delle altre persone. Usano inoltre strategie mentali per non essere prigionieri delle loro paure, una delle quali consiste nell’accentuare nelle situazioni stressanti i lati positivi rispetto a quelli negativi. Ad esempio l’esploratrice Liv Arnesen scrive nel suo libro “Nice girls don’t walk to the South Pole” di essersi seentita impreparata a affrontare le vaste aree di neve alta sino a due metri. Sono impossibili da superare con gli sci e s’immaginava giorni e giorni di battaglia. Gradualmente, invece, riuscì a accettare la natura del terreno e cominciò a focalizzarsi sull’estetica dell’ambiente. “Se al contrario avessi continuato a concentrarmi sui cumuli di neve non sarebbe stato un viaggio piacevole e poi è meglio cercare qualcosa di positivo”.
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