Impegno o intelligenza

La questione di come le persone acquisiscono livelli elevati di competenza è un tema ancora oggi dibattuto. Quanto pesano le caratteristiche innate, i doni genetici, rispetto a quelle acquisite? Le ricerche di Ericcson sembravano avere dimostrato che ciò che conta fosse la quantità di tempo dedicata. Studiando un gruppo di giovani violinisti di 20 anni aveva evidenziato che “i migliori” si erano applicati per 10.000 ore, mentre “i bravi” si erano fermati a 8.000 ore di pratica e i meno bravi a 5.000 ore.
Questa e molte altre ricerche hanno portato a formulare la regola delle 10.000 ore in 10 anni per chi vuole eccellere in una qualsiasi attività. Secondo questo approccio l’intelligenza viene considerata come un fattore importante solo fino al punteggio di 120 dopo di che non è di alcuno aiuto nel migliorare le prestazioni.
Altre indagini scientifiche hanno contestato questo approccio sottolineando al contrario il ruolo decisivo dell’intelligenza. Ad esempio gli studi sui giovani intellettualmente precoci di di Lubinski e Benbow hanno dimostrato che i giovani che sono al 99,9 percentile di intelligenza rispetto a quelli che sono “solo” al 99,1 hanno da tre a cinque più probabilità di pubblicare un articolo scientifico, di prendere un dottorato, di pubblicare un lavoro letterario o di depositare un brevetto. Quindi un livello intellettuale molto alto sembra invece fornire un enorme vantaggio nel proprio sviluppo personale. Analogamente Hambrick e Meinze hanno scoperto che possedere una elevata capacità di memoria di lavoro è predittivo del successo in una vasta serie di attività. Per cui se si prendono in considerazione due pianisti con lo stesso numero di ore di pratica quello che avrà più memoria di lavoro avrà più successo nel leggere uno spartito mai visto sino a quel momento. Il pensiero in questi casi corre a Mozart che scriveva brani musicali già a 6 anni, è però altrettanto vero che in realtà sembrano essere stati scritti dal padre e che anche nella prima adolescenza le sue creazioni non fossero altro che adattamenti di musiche già composte da altri, mentre il suo primo capolavoro l’avrebbe scritto a 20 anni e quindi dopo 10 anni di formazione musicale. La questione su quanto pesi la genetica o l’apprendimento resta ancora una volta aperta.

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