Le quattro squadre che hai mondiali sono giunte alle semifinali sono guidate da allenatori che si caratterizzano come allenatori – sobri e che non sembrano affatto somigliare agli allenatori – condottieri delle squadre che avrebbero invece dovuto dominarlo. La sobrietà si nota nella gestione della squadra dalla panchina e il dato che li caratterizza e che le loro azioni non sono dettate dallo stato emotivo del momento ma sono impegnati nel dirigere la loro energia psicologica verso quei comportamenti che giudicano più efficaci. Joseph Badaracco che ha coniato questi termini – quiet leader – sostiene che questi capi non analizzano quanto sta accadendo in termini di giusto/sbagliato, i loro pensieri vanno più in profondità, sanno prendersi una pausa, hanno una visione complessa delle situazioni e continuano nel loro incessante impegno, consapevoli che la leadership non si conquista con atti d’imperio ma attraverso un lungo e costante processo di guida. Questo atteggiamento deriva dall’esercizio e dall’aver imparato a freddare i propri stati d’animo prima di rispondere. Non agiscono d’istinto perché vogliono agire senza essere dominati dalle emozioni del momento, che potrebbero orientarli verso scelte fondate su stereotipi e pregiudizi. Insomma si può guidare una squadra anche se non si vive la partita come uno psicodramma.
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