Recensione libro: L’arte del salto triplo

L’ARTE DEL SALTO TRIPLO 

Allenare la motivazione per vincere nello sport e nella vita  

Giorgio Merola

Erickson, 2023, pp. 310

I risultati eccezionali e le imprese compiute dai grandi atleti derivano da un miglioramento graduale nel corso degli anni. Questa frase esprime solo apparentemente un concetto semplice, tessendo l’elogio della perseveranza e della continuità dell’impegno attraverso il tempo. In realtà, serve a orientare il lettore a conoscere quali siano le ragioni che spingono un giovane a impegnarsi con intensità per tutto l’arco della giovinezza e oggi spesso anche sino alle soglie dei 40 anni. Questo è il segreto dello sport, quello che nella psicologia del buon senso si traduce nella domanda che ogni atleta ha ricevuto: “Chi te lo fa fare di fare tutta questa fatica?”.

In questo libro Giorgio prova a fornire una risposta a questa curiosità, che permette di spiegare questa scelta quasi monacale che fanno gli atleti di livello assoluto, in un mondo che va invece nella direzione opposta, dove si vorrebbe avere tutto e possibilmente subito. Giorgio Merola è la persona adatta per scrivere questa storia, non solo come psicologo dello sport, ma anche perché 16 anni fa quando gli dissi che una scuola per atleti a Bolzano cercava uno psicologo a tempo pieno lui si buttò anima e corpo in questa esperienza, che continua tutt’oggi con soddisfazione professionale. L’atleta compie le stesse scelte, è disposto a cambiare se ritiene che quello che gli viene proposto potrebbe migliorarlo. L’obiettivo è la soddisfazione e migliorare le prestazioni sacrificando ciò che si è fatto sino a quel momento, per un modo di allenarsi diverso, per un allenatore con idee più nuove, per un club che gli fornisce opportunità migliori.

E’ l’approccio del miglioramento continuativo, difficile per un atleta che è già al top della sua carriera sportiva, Quindi la grinta, la resilienza, la percezione di autoefficacia o la mentalità orientata alla crescita temi di questo libro sono centrali non solo per l’adolescente che vuole emergere nel mondo sportivo ma anche per i campioni. Infatti, se come afferma Novak Djokovic lo stress è un privilegio, bisogna però saperlo vivere con questo significato esistenziale, non è qualcosa per cui nascondersi, bisogna accettarlo sapendo che le sconfitte sono all’ordine del giorno, che  queste possono ridurre la motivazione e che i social sono un’arma contro gli atleti che si trovano in un momento di difficoltà.

Lo stesso concetto espresso da Djokovic è stato espresso da Albert Bandura quando ha detto che togliendo le sfide, vince la noia. Insegniamo, allora, agli atleti a comprendere in che mondo oggi vivono, perché non si sentano impreparati di fronte a queste nuove sfide. Insegniamogli a esser consapevoli che la dimensione tecnico-tattica e la forma fisica sono certamente aspetti decisivi del loro essere atleti, ma che la dimensione psicologica non può essere ignorata o solo capita, la si deve allenare come ogni altra abilità. Quanto scritto in questo libro sarà per loro assolutamente utile per migliorare come persone che ricercano la soddisfazione personale attraverso lo sport.

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