Recensione: Sole che il vento accoglie

Sole che il vento accoglie

Romanzo di Massimo Oliveri

Edizioni Vallescrivia, Novi-Ligure – p.109, giugno 2023

L’azione di correre contiene in se stessa gli elementi che costituiscono questa storia scritta da Massimo Oliveri. Il tempo è una dimensione chiave di questo romanzo che narra la storia di Pietro Bosa. E’ presente non solo nello scorrere delle singole giornate in cui è organizzato il libro ma ritorna anche negli episodi della sua vita. Correre si può fare da soli e per Pietro è una pratica epica ed eroica che gli permette di dimenticare per un po’ quello che non gli piace della sua vita. Correre è un modo per darsi il tempo di conoscersi, ma anche nella corsa come nella vita vive la contraddizione da una parte di volere accettare il proprio ritmo e dall’altra di non essere capace di concedersi questa opportunità. La corsa è, quindi, solitudine in cui come si dice Pietro ricordando le parole di Jesse Owens hai a disposizione “solo il coraggio dei tuoi polmoni”.

E’ una narrazione che si svolge con un passo veloce. I ricordi di Pietro si susseguono rapidamente come in un sogno, in cui gli episodi della sua vita lo incalzano senza tregua e con esiti in larga negativi. La fine del romanzo con la morte improvvisa di Pietro durante un allenamento è determinata da un malore fisico ma mette in evidenza ciò che Freud definiva come la caducità della vita. Infatti, a una persona apparentemente sana come un runner che si appresta a correre 21km, il destino ha deciso per quel giorno di venire a chiedere il conto di una vita insoddisfacente e alla ricerca costante di un luogo a cui appartenere senza averlo trovato se non per brevi momenti.

E’ una storia da leggere ed è di grande attualità in un periodo in cui i social ci spingono a vivere solo scampoli di presente della durata di un like. Questo romanzo ci ricorda, invece, come indipendentemente dal contesto e dai ruoli, che sia il rapporto con il padre e la madre, l’esperienza professionale con i giovani a scuola, l’amore o la corsa, il modo di vivere queste diverse situazioni evidenzia gli aspetti più profondi di una persona, rivelando una costanza del modo di presentarsi dell’essere umano quale che sia l’altro verso cui ci rivolgiamo. Ciò che mi resta dentro di questo romanzo è che non possiamo nasconderci a noi stessi e tantomeno continuare a sfidarci.

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