La tenacia distingue i vincenti dai perdenti

Mi è stato chiesto quale sia la caratteristica psicologica decisiva per un atleta. La mia idea è che vi sono molte competenze che devono essere sviluppate da quelle di base (autocontrollo, immaginazione, dialogo interno costruttivo e imparare dalle esperienze) a quelle più avanzate che riguardano ad esempio la gestione dello stress agonistico e l’allenamento dell’attenzione a quelle relative allo stile di vita dell’atleta.

Ma in che modo si distinguono i vincenti dai perdenti? Da come reagiscono alla pressione agonistica, alle difficoltà e agli errori.

L’abilità psicologica che emerge in questi momenti è la tenacia; si può anche chiamare perseveranza, determinazione, resilienza. In pratica significa continuare a competere o allenarsi al meglio anche dopo un errore, quando si è stanchi, nei momenti di maggior stress in gara, quando si è consapevoli che bisogna fare assolutamente bene.

Le altre abilità psicologiche se non sono sostenute dalla tenacia si bloccano. Un atleta può avere un dialogo con se stesso costruttivo ma nei momenti decisivi se non è sostenuto dalla tenacia, il suo self-talk può diventare negativo. Un atleta sa a cosa prestare attenzione e come adattarla alle situazioni di gara, ma di fronte a un imprevisto può perdere questa abilità se non interviene la tenacia, che è la convinzione di continuare a gareggiare al meglio,.

La domanda è quindi: come e quanto spesso viene allenata questa abilità?

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