Monthly Archive for September, 2011

Accelerare la rovina del basket italiano

Inseguire Koby Bryant per 2,5 milioni per 10 partite dovrebbe suscitare indignazione in chi fa sport tutti i giorni. Sono soldi che potrebbero essere investiti in molti altri modi utili al basket, ma no ubriachiamoci. Trovo vergognosa questa ipotesi. Si trovano soldi per le star ma non per promuovere questo sport, che sta alla canna del gas in Italia. Alla faccia poi del concetto di squadra.

Allenatori, perfezionismo e credibilità

E’ il momento di Conte, allenatore della Juventus, oggi Sacchi ne parla sulla Stampa dicendo che è un cultore del perfezionismo. Allora predniamo questo termine anche noi psicologi che troppo spesso, invece, l’associamo a qualcosa di negativo. Il perfezionismo significa lavorare in modo scrupoloso e perseverante nel tempo. E’ un fondamento della fiducia che si applica al gioco, ai compagni e a se stessi. Tutti dovremmo chiederci quanto siamo superficiali e discontinui nell’impegno piuttosto che perfezionisti.
Secondo: forse questa è la stagione di Ranieri perchè spesso quando si superano con successo delle prove iniziali così significative dal punto di vista mentale, le squadre si compattano e l’allenatore ha conquistato un bonus di credibilità da spendere nei momenti difficili.

Moviola e arbitri

Dice bene Paolo Casarin, oggi sul Corriere della Sera, quando parla a favore della moviola che consentiva agli arbitri di verificare che il 90% del loro operato era giusto, mentre la sua sospensione non permette più di giungere a una valutazione corretta. Questo a dimostrazione che non è mai lo strumento in se stesso a essere pericoloso ma è il suo uso che ne determina la positività o la negatività. In mano a molti la moviola era la prova degli errori e, quindi, di come gli arbitri manipolavano i campionati. E’ l’assenza di cultura sportiva che uccideva gli arbitri non la moviola. Non vanno eliminati gli strumenti della valutazione, sono le persone che la usano in modo improprio che avrebbero dovuto essere fermate. Dice giustamente Csarin a questo riguardo: ” da designatore, agli arbitri proposi un test: l’esito mise in luce il grado elevato della loro autostima e una spiccata propensione alla relazione interpersonale. Gli stessi esiti espressi da calciatori di primo livello. Quindi il profilo dell’uomo-arbitro non è di secondo grado, non serve difendere l’arbitro con il silenzio della critica.”

Tecnica, psiche e tattica

Nel gioco del calcio per prima viene la tecnica, cioè bisogna sapere giocare. Poi viene la mente, determinazione e voglia di vincere. Infine per terza arriva la tattica, perchè che dice a calciatori dotati di tecnica individuale e di una mente pronta come è meglio giocare. L’opposto non può funzionare, se domina la tattica nell’insegnamento, non è detto che i giocatori ci mettano la testa per capire. Se ciò ha una probabilità di essere vero, stasera l’Inter giocherà un’ottima partita, perchè ha tecnica e testa e Ranieri avrà fatto un buon lavoro da allenatore-psicologo. Lo stesso vale per il Napoli, non deve farsi prendere dalla sindrome di dovere dimostrare che merita la Champions, deve solo giocare come sa fare sfruttando la tecnica e la testa: gestire le emozioni della matricola questo è il compito della squadra e del suo leader.

Campioni del mondo di ginnastica ritmica

Grandissimi complimenti alla squadra italiana di ginnastica ritmica che ha vinto il campionato del mondo per la terza volta consecutiva. Nello pagine di sport dominate da calcio e poco altro altro, questa notizia non ha trovato oggi alcuno spazio. E’ inutile anche indignarsi.

Buon lavoro agli arbitri

Si parla sempre della mente degli atleti e delle squadre, nonchè del ruolo di leader degl allenatori. In questo periodo d’inizio di molti campionati nessuno però si occupa di ricordare quanto sia importante la funzione dell’arbitro. Non c’è evento sportivo senza l’arbitro, il cui operare in modo efficace e giusto è indispensabile. I giudi di gara sono però sottoposti agli stress agonistici che vivono gli sportivi e anche per loro è necessaria un’adeguata preparazione psicologica, tale da sostenerli nella gestione delle partite. Deve mostrare la sua profesionalità attraverso comprtamenti e scelte equilibrata, senza essere teatrale, senza mostrare familiarità senza mostrarsi amico dei contendenti. L’arbitro deve essere un leader sobrio che non deve subordinare le sue scelte alla fama dei giocatori che arbitra o alla rilevanza della competizione. Deve invece mostrare uniformità di giudizio e permettere al gioco di scorrere all’interno delle regole.

E’ dura la vita degli allenatori?

Un articolo di Roberto Renga sul Messaggerro di oggi è dedicato alla questione del licenziamento degli allenatori di calcio vittime degli umori dei presidenti. Il testo s’intitola infatti “Offesi e derisi la dura vita degli allenatori”.

Ancora su attività fisica per adulti

Volgio ritornare su questa tema per riportare quanto l’Organizzazione mondiale della sanità suggerisce che si utile per tutti gli adulti, compresi ovviamente anche coloro che hanno superato i 65 anni. Sono interessanti poichè mettono in evidenza come l’attività fisica debba fare parte della vita quotidiana delle persone altrimenti non è quasi possibile fare fronte al numero di ore che è necessario portare a termine settimanalmente.
L’attività fisica per gli aduti comprende, ad esempio, attività quali sono il camminare, il ballo, il giadrinaggio, il trekking e il nuoto e altre ancora. Per ottenere un effetto cardiocircolatorio positivo, mantenere una buona forma muscolare e la salute delle ossa, nonchè ridurre i rischi di depressione è necessario svolgere almeno 150 minuti di attività aerobica a intensità media durante la settimana. Inoltre, ulteriori benefici si otterranno aggiungendo altri 150 muniti nelle stess condizioni o 75 minuti di attività a livello intenso.

Il dramma dell’Inter

Parlare male dell’Inter e del suo allenatore è come sparare sulla Croce Rossa. In ogni caso vanno fatte delle riflessioni su come un allenatore considerato esperto possa ritrovarsi in questa condizione all’inizio del campionato. Jian Krakauer nel suo libro sulla tragedia dell’Everest del 1996 ha scritto che quando ci si trova sopra la linea della morte, molti bravi ed esperti capicordata possono perdere la testa a causa di cambiamenti ambientali imporvvisi o fatti imprevisti che non si era neanche ipotizzato che potessero accadere. Là si muore mentre qui sul campo non si ha più in mano la squadra, perdendo la capacità di guidarla attraverso questa crisi. Quali siano gli aspetti non previsti accaduti all’Inter noi non possiamo saperlo ma certo che questa ripetitività di gioco insufficiente che dura da più di due settimane sta a indicare che tutti questi giorni sono passati senza determinare alcun elemento positivo e risolutivo. Non basta dire che sono troppe le partite, perchè chi vuole eccellere ed è pagato per fare questo una fortuna deve stare sveglio anche la notte se dovesse servire. L’ha capito anche Allegri quando dice che il MIlan saràforte solo se lo dimostra e non certo se si accontenta di affermarlo

Allenarsi per vincere

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