Monthly Archive for March, 2012

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Proud and determination

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The invisible children

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Winners also losing the match?

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The sport bible

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Self-talk of the tennis player

Il dialogo con se stessi nel tennis è un,o dei fattori che possono fare vincere o perdere una partita. Infatti, è molto frequente vedere tennisti sconsolati anche solo avere perso qualche punto, sguardi increduli sul punto dove la pallina è andata fuori e parole e parole usate per trasormarsi nel killer di stessi. E’ un gioco punto su punto, in cui ambedue i contendenti sbagliano ma alla fine una commetterà un errore di troppo che lo porterà a uscire sconfitto. Ogni gioco è un duello da cui uno dei due esce leggermente ferito; per questo effetto chi subisce di più esce distrutto. Ci vuole quindi una grande tenacia e forza mentale per resistere alla tentazione di mollare, questo è il bello del tennis, una lotta corpo a corpo in cui si deve lottare.

150 women who shake the world

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Juve: is it finished the mental gasoline?

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Italy an antisocial country (2)

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Italy against the sport-student liason (1)

Il quotidiano La Stampa pubblica, ieri e oggi, due denunce sull’impossibilità in Italia di essere studente e atleta. Siamo alle solite perchè chi vuole diventare musicista frequenta il conservatorio mentre agli studenti-atleti è vietata questa opzione? Inoltre il ministro dell’Istruzione ha detto che sono stati stanziati milioni di euro per consentire l’attività fisica a scuola, personalmente sapevo il contrario e lo verifico ogni giorno dalle testimonianze continue di cui ho notizia. Perchè in Italia lo sport è considerato attività per decerebrati? Il ministro dice che si istituiranno licei a orientamento sportivo, che si tradurrà in più ore di educazione fisica, bene ma non è questa la soluzione. Fare l’atleta nella scuola secondaria significa dedicare almeno tre ore tutti i giorni, in che modo la scuola risponderà a questa esigenza? Si tratta di 18 ore alla settimana e non di due ore in + di attività fisica a scuola. Come verrà calcolato il temo dedicato alle competizioni? Questi argomenti non li ho mai vistoi trattati ma neanche argomentati dai politici. Molto male, evviva chio nasce in un altro paese.

The guilty of the referees

Quando le partite del campionato diventano decisive è il momento per gli allenatori di incolpare gli allenatori. Basta ricordare le proteste dell’ultimo mese a partire dalla Juventua per arriva a ieri con Roma e Parma. Per carità gli arbitri sbagliano ma sono molto più numerosi gli errori dei giocatori, e sono questi ultimi a determinare il risultato finale. Quando gli allenatori non vogliono attaccare la loro squadra, ecco che salta fuori il parafulmine preferito e cioè l’arbitro. Sono interpretazioni conservative quelle degli allenatori, cha salvaguardno il proprio interno e scaricano all’esterno i problemi. Con questo non voglio affermare che gli arbitri non debbano migliorare, e alcuni avrebbero molto da imparare sul versante psicologico, ma non è il tempo.