Monthly Archive for October, 2010

Calcio: intensità e attenzione

L’allenatore del Milan, Allegri, ha affermato che la sua squadra dovrà giocare con intensità e attenzione nella partita con la Juventus. Non gli si può che dare ragione, giacchè tutti gli incontri e non solo quelli più importanti dovrebbero essere affrontati con questa chiarezza mentale. La statistica, relativa agli scontri tra le prime in classifica, ci dice inoltre che nel 2° tempo vengono segnate il 60% delle reti e che negli ultimi 15 minuti di gioco si fanno il 25% dei goal. Perchè questo avviene? Forse perchè una squadra riduce l’intensità e l’attenzione? O l’altra li aumenta? Quanto pesa in questo la fatica fisica? E quanto la fatica mentale? Quali sono i criteri per stabilire il peso di queste due dimensioni? Alcune idee per pensare.

Canti/amo per Corrado

 Un concerto per ricordare il nostro amico Corrado Sannucci e per lanciare l’associazione “Stentore”, che si occuperà di borse di tudio per giovani attraverso progetti nello sport, musica, medicina e giornalismo. La nostra prima iniziativa è questo concerto, con il quale presentiamo per la prima volta al pubblico romano la straordinaria esperienza delle Mani bianche. Avremo sul palco circa 120 bambini. Sono bambini non udenti che “sentono” la musica in un altro modo e la cantano con le dita inguantate di bianco. Insieme a loro bambini che possono invece cantare e che danno parole e armonia ai gesti delle mani bianche. Al concerto partecipano Rita Marcotulli, Giovanna Marini e i Tetes de Bois e il coro delle Mani Bianche di Udine. L’appuntamento è al Teatro Olimpico di Roma, domenica 7 novembre alle 10,30. Vedi il video di presentazione su: http://tv.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/cantiamo-concerto-per-corrado/55524?video=&pagefrom=1&ref=HRESS-15

“Non sono riuscito a fare il medico, non sono riuscito a fare il cantautore, non sono riuscito a fare la rivoluzione. Non mi restava che fare il giornalista.”

www.corradosannuci.it

La guerra dei talenti

Dopo che le principali aziende del paese e le università leader si sono lamentate che porre dei limiti all’immigrazione avrebbe impedito la ricerca delle persone necessarie a competere sul mercato internazionale, il primo ministro ha assicurato che alleggerirà in tale senso la legge sull’immigrazione per permettere l’assunzione dei migliori talenti. Se vi siete eccitati per questa iniziativa, tranquillizzativi non è per noi, succede in Gran Bretagna e lo ha affermato David Cameron all’assemblea della confindustria.

Un nuovo campione italiano

Matteo Manassero, 17 anni, è il più giovane vincitore nella storia del golf di una prova del tour europeo. Gli viene riconosciuta una notevole freddezza durante il gioco, che appare anche nelle dichiarazioni quando dice “non ho l’età per bere, non posso ancora guidare e non mi compro un’auto, e non ho una ragazza a cui fare un regalo”. Complimenti!

Allenarsi a vincere

Parlavo con allenatori del triathlon che mi dicevano che spesso gli atleti dicono: “ho perso perchè dopo il nuoto mi è scivolata la bicicletta” o “ho perso tempo a infilare le scarpe da corsa” o altre spiegazioni collegate a episodi apparentemente casuali. Ho risposto che per questi atleti di alto livello queste spiegazioni indicano semplicemente che non erano attenti a quello che stavano facendo e che non c’è nulla di casuale, bensì questo è il loro problema. Ci si allena infatti proprio per acquisire una mentalità vincente, in cui non c’è spazio per questi fatti, che testimoniano un limite da migliorare. Molte squadre nel calcio non sono andate bene questa settimana proprio perchè non si sono preparate mentalmente. Ora è la vigilia di un’altra serie di partite, si saranno allenati per essere pronti per la durata di un incontro oppure, allenatori e atleti, continueranno con queste spiegazioni ridicole?

Cambiare tutto per non cambiare nulla?

La storia della Roma lascia piuttosto sconcertati. Dopo tre mesi di allenamenti e numerose partite perse viene scoperto che le cause delle prestazioni insoddisfacenti sono da ricercarsi nel sistema di allenamento e di preparazione fisica, per cui dopo i classici faccia a faccia tra squadra, allenatore e dirigenti si decide di cambiare in modo radicale la preparazione. E’ come dire che Ranieri e lo staff tecnico sino ad ora non avevano capito niente. Alcune domande: c’era bisogno di aspettare tutto questo tempo? La percezione dell’urgenza di cambiare è così scarsa in chi dirige la squadra? Come è possibile allenare dei professionisti per un così lungo periodo senza accorgersi che non sono affatto d’accordo con il tipo di allenamento svolto? Come si fa ad allenare una squadra, dicendo: “Ok ragazzi da oggi cambiamo tutto”? Come ne esce la credibilità dell’allenatore e la sua stessa fiducia in sé da questo bagno di umiltà? E’ meglio mollare e andarsene o mollare le proprie idee e assumerne delle altre nello spazio di un confronto negli spogliatoi?

Per riflettere

L’abilità è cosa sei capace a fare. La motivazione determina cosa fai. L’atteggiamento determina quanto bene lo fai.
Lou Holtz, allenatore football americano

Il merito perso

Non è un tema sportivo ma a questo lo lega l’idea di competitività e autorealizzazione. “La Stampa” di oggi ci informa che Unicredit privilegerà l’assunzione dei figli dei dipendenti (purchè laureati e con conoscenza dell’inglese). Un altro esempio di come l’entrata nel mondo del lavoro in Italia sia determinata dalla posizione della famiglia e non dal merito. Si avrà un posto perchè un genitore “lo possiede” e al diavolo le capacità specifiche. Così si coltivano solo le norme e le convenzioni sociali.

Le giornate nere del calcio italiano

Parlare male del calcio italiano è troppo facile. D’accordo. Però non mi sembra neanche che la Federcalcio abbia contattato prestigiose università o abbia creato un think tank per elaborare una strategia propositiva. Sarò felice di essermi sbagliato.

E’ mancato un giocatore: l’entusiasmo

Le sconfitte hanno molti padri, nonostante la buona volontà dimostrata dai protagonisti. Dal punto di vista della componente mentale la nazionale di pallavolo non ha retto l’urto della sconfitta di ieri con il Brasile. Oggi come ha detto Lucchetta è mancato l’entusiasmo, la gioia di stare in campo nonostante le difficoltà. Perchè questa è una componente essenziale delle squadre che da se stesse pretendono il massimo. Forse la Serbia avrebbe vinto lo stesso, ma non bisogna lasciarsi andare a errori banali solo perchè il morale sta calando. Giocare punto a punto richiede uno sforzo mentale immenso, ma solo se si è predisposti a farlo si può conoscere i propri limiti. E’ mancato un leader in campo che durante i cali di rendimento fornisse, anche con un urlo, una ragione per non subire e per fare esattamente quello che si è capaci di fare se si è pronti mentalmente. Questo è lo scalino, a mio avviso, che divide quelli che sono forti dai fortissimmi. Sotto con l’allenamento mentale.