Monthly Archive for October, 2010

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Lo sport nella nostra vita

Spesso mi domando se parlare di sport non sia un modo di fuggire i problemi pù gravi della società in cui viviamo. Poi mi convinco che lo sport per tutti e quello di eccellenza sono manifestazioni significative della vita delle persone. Lo sono tanto che già nell’antica Grecia le guerre erano sospese durante le olimpiadi. Non solo … lo sport in tutte le sue forme e a qualsiasi livello e età è un’espressione umana che ci consente affermare noi stessi per il piacere di farlo (una bella corsa in un prato) o perchè ci permette di autorealizzarci. In questo modo c’è posto per tutti i desideri, per chi vuole camminare e vivere il proprio ambiente nel modo più naturale che gli è concesso e per chi vuole eccellere. Spesso agli alpinisti viene chiesto “Perchè vuoi scalare l’Everest sapendo che è un’impresa pericolosa”. La risposta è sempre la stessa “Perchè è lì”. Così è lo sport, un’impresa che ognuno può scegliere come affrontare.

L’arbitro facilitatore

Leggere Paolo Casarin è sempre un piacere e questa volta lo è stato ancora di più delle altre volte, perchè ha notato qualcosa che potrebbe indicare una controtendenza costruttiva in un mondo calcistico dominato da così tanti problemi. L’arbitro in Inter-Juve  “sembrava perdere il tradizionale e forse superato atteggiamento dell’arbitro per trasformarsi in un inedito facilitatore di gioco. In sostanza i 22 sul campo si sono arbtitrati da soli. “Ho pensato che Banti sia stato bravo nel non apparire, nel comprendere che c’era una grande voglia nei giocatori di rispettarsi e che perciò era stato giusto alzare l’asticella della comprensione”. I giocatori hanno fatto da soli, impegnandosi a non cadere in polemiche e a rispettarsi. Cose da marziani … non più i 100 falli di una volta, conclude Casarin. Un suggerimento: dare ai giocatori e alle squadre fallose e irrispettose la punizione di vedere 100 volte questa partita, scrivendo per altrettante volte su un foglio “E’ così che mi devo comportare”.
http://archiviostorico.corriere.it/2010/ottobre/06/Inter_Juve_rivelato_inutilita_dell_co_9_101006079.shtml

Lo stile costruttivo di Anastasi

Anastasi, allenatore della nazionale di pallavolo, nell’intervista televisiva data al termine della partita con gli USA ha fornito una dimostrazione di come un allenatore vincente possa rispondere alle domande, anche tecniche e sulle sue scelte, in modo chiaro e comprensibile, senza mostrare la presunzione di altri, che invece si dimostrano offesi e stupiti quando gli si rivolgono domande sulle decisioni prese durante l’incontro, rimandandole ad altri momenti pubblici, che ovviamente non ci saranno mai. Sono anche questi i fatti che ci fanno amare lo sport e apprezzare i protagonisti, molto più di qualsiasi Operazione simpatia.

Golf e squadra

“Il golf è uno sport individuale, qui invece giochi per la squadra e questo mette una pressione pazzesca” Ha detto McDowell, golfista della squadra europea alla Ryder Cup.

La vera novità è che siamo uomini

Il campionato di calcio fornisce ottime opportunità per pensare a come le aspettative estive vengano più o meno confermate o frustrate sin dall’inizio della nuova stagione agonistica. Squadre forti l’anno passato ora sono in grande difficoltà (Roma e Fiorentina) mentre chi lo era è in vetta alla classifica (Lazio). Chi sembrava invincibile, ora non lo è più (Inter), mentre chi prendeva molti goal ora reagisce e appare molto più affidabile (Juventus). Allenatori apparetemente duri (Mihajlovic) hanno una squadra che subisce senza reagire mentre altri più sobri (Delneri) hanno squadre toniche. Il calcio è bello anche per questo: perchè è fatto da uomini che ogni domenica mettono in vetrina le loro qualità e che devono adattarsi gli uni agli altri. Questo è il lavoro più difficile: amalgare queste diverse individualità in una mentalità comune e, possibilmente, vincente. E allora ecco la ragione per cui Ranieri (o qualsiasi altro in un altro momento) non sembra più capace di guidare la sua squadra, dopo essere stato il capo che l’ha condotta alle soglie dello scudetto o Milito che non riesce più a entrare in quella condizione che la passata stagione l’aveva reso indispensabile. Ci vuole molta determinazione a fare questo lavoro di amalgama delle mentalità, mantenendo sempre lo stesso standard e soprattutto non bisogna mai smettere di credere che si possiedono le abilità necessarie per uscire fuori dalle difficoltà. Bisogna lottare non solo sul campo, bisogna lottare continuamente con la propria mente, rinunciando alla tentazione che basti cambiare uomini per migliorare, mentre invece è con la loro mente che bisogna lavorare.