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Again the football: the coach nightmares

Le soste lunghe sono sempre utili per il corpo che deve recuperare ma spesso sono pericolose per la mente che ha perso quella sensazione d’intensità agonistica che la continuità delle partite settimanali produceva. Certamente giocatori esperti dovrebbero essere in grado di ritrovare la loro competitività sin dal primo istante, ma le frasi degli allenatori alla vigilia della ripresa stanno a ricordare quanto questo aspetto non debba essere dato per scontato. Infatti scorrendo le dichiarazioni di oggi si evidenzia che la maggior parte di essi ha posto l’accento sulla necessità dimostrare subito questa determinazione.

L’Italia è seconda agli europei di pallavolo

Mi è piaciuta la partita dell’Italia di pallavolo che ha mantenuto una tensione giusta in tutti set. Dal punto di vista della mentalità a mio avviso sono stati troppi gli errori in battuta e poi nell’ultimo set due punti sono stati persi per incomprensione tra due giocatori del tipo “la prendo io o la prendi tu” e poi l’ultimo punto dell’incontro con la palla giudicata fuori mentre era dentro. Quando si gioca punto su punto sono mancanze gravi, attribuibili all’approccio mentale di quei momenti. Non a caso l’allenatore italiano durante i time out ha spesso incitato la squadra a mantenere una costante attneione e determinazione su ogni palla. Squadra che fa bene sperare possa continuare a crescere soprattutto sul versante agonistico in vista del traguardo olimpico guidata sul campo da Mastrangelo.

La mentalità persa del calcio italiano

Le sconfitte in Champions sono, dopo i mondiali, l’ulteriore dimostrazione di come alle squadre italiane manchi la mentalità per affrontare squadre che invece giocano per vincere. Il calcio non è solo questione di quanti talenti si dispone in squadra ma deve essere espressione del volere esprimersi al massimo delle proprie capacità fisiche, tecniche e soprattutto mentali. Perchè senza la testa non si va da nessuna parte, è la mente preparata all’impegno agonistico che esalta le capacità della squadra. La mente è la chiave che apre la porta in cui è custodita la competenza, e senza questa chiave l’abilità resta prigioniera di altri fattori che le impediscono di manifestarsi. Questi altri fattori che la ostacolano possono essere rappresentati di volta in volta dall’uso della forza fisica come motore primario o dalla presunzione di essere i più forti o dal pensare che bastano i proclami prepartita per averla vinta. Se l’Inter si qualificherà per il turno successivo non farà altro che confermare questo dato italiano: per vincere serve una squadra formata solo da calciatori e allenatore stranieri.