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Head, heart, legs

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Conte: martello-flessibile e direttivo-affettivo

La Juventus ha vinto e Conte è il suo leader.Conte è stato un insieme di molte abilità. Dirò qualcosa che può apparire scontato ma che è alla base degli allenatori vincenti: sapere adattare le proprie convinzioni alle caratteristiche dei giocatori, che a loro volta devono avere fede nelle sue idee. Per me Conte è stato un martello-flessibile. Significa sapere battere ogni giorno con determinazione sul sistema che si vuole insegnare ma nel contempo sapere modificare le idee in funzione di come vengono giocate le partite e dei risultati. Secondo, non si può essere solo impositivi, bisogna entrare nel cuore dei giocatori. Anche in questo caso direttività e affettività si devono integrare, se prevale una dimensione a discapito dell’altra succedono disastri, la squadra percepirà l’allenatore come troppo distante o come un dodicesimo compagno. Non a caso Conte ha detto che per lui sono necessari in ordine d’importanza mente, cuore e gambe.

Great Conte

Il video di Conte che parla ai giocatori della Juve è stato visto da migliaia di persone. Bene. Conte in sostanza afferma che bisogna lottare per raggiungere i propri sogni e che non bisogna regalare agli altri delle occasioni che potrebbero essere le nostre. Questo vale per ogni persona, giovane o adulta, e non solo per i campioni. Sacrificio, impegno e rispetto delle regole questo è ciò che ci viene chiesto in questo periodo ma che a badare bene dovrebbe valere sempre anche nei periodi delle vacche grasse. Quindi che lo lo guardino in tanti può servire a mettere dei semi nella loro testa, l’importante che non sia percepito come una semplice manifestazione di machismo maschile, un’eslosione di testosterone che alla prima difficoltà scompare e si ritorna a lamentarsi dell e ingiustizie. Un po’ come fa Ibrahimovic quando afferma “Non capisco il perchè del secondo rigore, ma ora capisco perchè Mourinho si arrabbia sempre al Camp Nou”. Sul rigore è legittimo sostenere le proprie opinioni, ma non si può giustificare la propria grigia prestazione accusando gli altri.

The football emotions

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Le esasperazioni del calcio piacciono

Settimana di esasperazioni nel calcio, tanto che lo stesso Conte ha ammesso “abbiamo caricato male questa partita, cominciando da me”. Ma non è stato solo questo, ci sono state le esternazioni pubbliche di Reja sul restare o andare via dalla Lazio, quelle continue di Ranieri, Galliani e Conte che a fine 1° s’insultano, l’eterna polemica sugli arbitri che decidono con i loro errori il campionato. Perchè? Perchè questo è ciò che piace ai tifosi, che si possono schierare, trovare dei nemici su cui scaricare le loro frustrazioni, fare squadra per difendere l’affermazione di un loro beniamimo. Non interessa parlare di calcio ma trovare qualcosa e qualcuno su cui sfogarsi. Finalmente hanno visto (metaforicamente) il sangue e hanno nuovamente dei nemici, ognuno i suoi. Le squadre e le società sono ancora una volta cadute in questa trappola, anche se a qualcuno di loro piace caderci dentro.

The words of the Juventus coach

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High Expectations are not always positives

Avere aspettative realistiche rispetto ai propri risultati è una degli aspetti dello sport agonistico che è più difficile da controllare da parte di atleti e allenatori. Talvolta una serie di risultati positivi portano a pensare di potere raggiungere il massimo risultato mentre altre voltre pochi risultati negativi o non soddisfacenti determinano previsioni ancora peggiori. A questo riguardo i commenti di Conte, l’allenatore della Juventus, sulla possibilità di vincere il campionato mi sembra un esempio di eccessivo entusiasmo, soprattutto perchè può spostare l’attenzione delle squadra sull’idea possiamo vincere da quella che invece dovrebbe riguardare il come fare per giocare bene e vincere la prossima partita. E’ un po’ come fessteggiare il successo 10 metri prima dell’arrivo, si può inciampare per la distrazione: meglio trattenere le emozioni, aspettare e poi manifestarle quando è terminato il giorne di andata. Questo perchè la fine della prima parte del campionato è un evento oggettivo, in cui ogni squadra effettua una prima valutazione del suo percorso e delle sue prospettive. In altri termini è legittimo in quel momento esprimere le proprie aspettative, farlo prima di quel momento direi che è quantomeno rischioso

Allenatori, perfezionismo e credibilità

E’ il momento di Conte, allenatore della Juventus, oggi Sacchi ne parla sulla Stampa dicendo che è un cultore del perfezionismo. Allora predniamo questo termine anche noi psicologi che troppo spesso, invece, l’associamo a qualcosa di negativo. Il perfezionismo significa lavorare in modo scrupoloso e perseverante nel tempo. E’ un fondamento della fiducia che si applica al gioco, ai compagni e a se stessi. Tutti dovremmo chiederci quanto siamo superficiali e discontinui nell’impegno piuttosto che perfezionisti.
Secondo: forse questa è la stagione di Ranieri perchè spesso quando si superano con successo delle prove iniziali così significative dal punto di vista mentale, le squadre si compattano e l’allenatore ha conquistato un bonus di credibilità da spendere nei momenti difficili.