Monthly Archive for March, 2011

Che pena!!!

Sono stato a Budapest al direttivo della Federazione Europea di Psicologia dello Sport e sono state continue le battute sulle esperienze sessuali del nostro ministro del consiglio.

E ora bisogna sopportare che per soldi il Coni attivi il premio miss Italia sport. Io me ne vergogno, soprattutto per le Federazioni Sportive che non si sono ribellate, nemmeno una. Siamo alla deriva culturale più piena.

La mentalità persa del calcio italiano

Le sconfitte in Champions sono, dopo i mondiali, l’ulteriore dimostrazione di come alle squadre italiane manchi la mentalità per affrontare squadre che invece giocano per vincere. Il calcio non è solo questione di quanti talenti si dispone in squadra ma deve essere espressione del volere esprimersi al massimo delle proprie capacità fisiche, tecniche e soprattutto mentali. Perchè senza la testa non si va da nessuna parte, è la mente preparata all’impegno agonistico che esalta le capacità della squadra. La mente è la chiave che apre la porta in cui è custodita la competenza, e senza questa chiave l’abilità resta prigioniera di altri fattori che le impediscono di manifestarsi. Questi altri fattori che la ostacolano possono essere rappresentati di volta in volta dall’uso della forza fisica come motore primario o dalla presunzione di essere i più forti o dal pensare che bastano i proclami prepartita per averla vinta. Se l’Inter si qualificherà per il turno successivo non farà altro che confermare questo dato italiano: per vincere serve una squadra formata solo da calciatori e allenatore stranieri.

L’importante è vincere

Nello sport, come nella vita, l’importante è vincere. Concetto espresso così bene dalla frase di Boniperti, ricordata con uno striscione dai tifosi juventini: “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Nello sport agonistico ciò è assolutamente vero, purché venga perseguita non attraverso il lato oscuro dello sport, il doping e l’abuso di farmaci, ma sia un effetto dell’allenamento a acquisire una mentalità vincente. E’ quanto manca alla Juve, sostiene Marchisio affermando che la squadra è mentalmente bloccata e che spera di liberarsi psicologicamente. Di solito sperare serve a poco, se questa non viene sostenuta dalla pratica. La questione da porsi resta quindi: “Come faranno a raggiungere questo obiettivo?” A questo riguardo, le dichiarazioni sui giornali non forniscono indicazioni, e si fermano tutte a questa analisi di tipo globale “siamo bloccati”, che non fornisce nessuna indicazione specifica su cosa si dovrebbe fare di diverso, bensì rivela un approccio pessimista alla sconfitta, mettendo in luce un disarmante senso di colpa che non fa che peggiorare il senso d’inadeguatezza dei calciatori juventini. Esistono invece dei sistemi e dei metodi per oltrepassare questi ostacoli ed è quanto ho descritto nel mio prossimo libro intitolato “L’allenamento a vincere” che descrive come sviluppare una mentalità orientata al successo attraverso l’allenamento sportivo e mentale.

Gianni Rivera: insegniamo tecnica e creatività

Gianni Rivera, presidente del Settore Giovanile e scolastico della FIGC, ha dato il contrordine: ai bambini e ai ragazzi per prima cosa insegniamo la tecnica e favoriamo il divertimento e lo sviluppo della creatività. Ottime notizie dopo un’era passata a curare il fisico o a badare alla tattica. Anche Franco Causio ha detto che nei bambini (6-12 anni) c’è bisogno che giochino, tocchino tante volte il pallone e non siano costretti dagli schemi. Continua Rivera, noi da ragazzi ci organizzavano da soli e spontaneamente si creavano difensori e attaccanti, perchè non si potrebbe fare anche adesso? Insomma nel calcio italiano qualcosa si muove in modo positivo. Finalmente!

Riprendiamo dal valore degli atteggiamenti in gara

Dopo una pausa forzata riprendo il blog parlando di fatti successi in questo periodo e che rilevano l’importanza nello sport del possedere e manifestare il giusto atteggiamento agonistico. Gli spunti vengono da:
1. La nazionale di rugby - i giocatori hanno affermato che contro il Galles hanno finalmente avuto l’atteggiamento giusto … ma prima come si preparavano alle partite? Secondo, allora non è vero che perdiamo solo perchè non abbiamo la tecnica e l’esperienza delle altre squadre, non sarà che mettendo davanti questi alibi, poi non ci si prepara a andare in campo con l’atteggiamento che serve per fare il proprio meglio?
2. La Juve e la Roma - situazioni differenti ma stesso atteggiamento, calciatori che lottano poco e che non sono disponibili al sacrificio necessario per dimostrare che si vuole vincere (anche se poi non ci si riesce).
3. Gli allenatori di queste due squadre - cosa fanno per stimolare questo atteggiamento? Ranieri nulla e se ne è andato, Del Neri poco giacchè anzichè dire alla stampa “giochiamo partita per partita, e minuto per minuto”, ha invece più volte affermato che erano pronti per il terzo posto piuttosto che per la Champions. Frasi inutili, si dirà dette per dire qualcosa, secondo me invece rivelano un atteggiamento poco orientato all’impegno spasmodico da avere sempre in campo, il risultato poi si vedrà.