Monthly Archive for April, 2012

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Is the sport good for athletes?

Dopo la scomparsa di Morosini in molti si sono chiesti se lo sport fa bene. Di Natale ha dichiarato che ha pensato di smettere a causa dello stress eccessivo. E’ chiaro che con questa domanda si vuole parlare dello sport agonistico e non si vuole mettere in dubbio l’utilità dell’attività fisica nel favorire il benessere personale. Lo sport fa bene così come lavorare fa bene o suonare fa bene.Ciò che può essere dannoso non è l’attività per se stessa ma piuttosto come viene svolta. Lavorare solo di notte può essere una necessità ma non fa bene perchè altera il ciclo sonno-veglia e isola dal proprio contesto sociale. Lo stesso vale per i calciatori per cui giocare 11 mesi all’anno aumenta di molo il rischio di infortuni e determina livelli di stress mentale che possono diventare troppo elevati. L’esasperazione agonistica, l’estrema visibilità dei calciatori sui media, la continua concorrenza con altri compagni di squadra sono tutti fattori che logorano un giovane che non è, tra l’altro, preparato a affrontare queste situazioni. Vi sono calciatori che non sono in grado di andare a pagare un bollettino alla posta. Non è lo sport che fa male ma è l’organizzazione di questo mondo che non va bene, senza parlare degli stipendi che non vengono pagati per mesi nelle serie inferiori o della violenza dei tifosi.

Champion without team: Balotelli

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The run of the pureblood

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Talking about Olympics

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At Olimpic Games have a plan to cope with problems

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Who’s against young women in football?

Sabato vi è stata a Roma una manifestazione di calcio dedicata alle giovani calciatrici organizzata da Fifa e Figc (www.figc.it) per promuovere il calcio, sport che in Italia non riesce ad aumentare il numero delle iscritte a fronte della grande diffusione nei paesi del nord Europa e in nord America. Le bambine si divertono moltissimo a giocare a calcio e fino a 12 anni lo possono fare in squadre miste. Piccoli inconvenienti pratici (obbligo di spogliatoi separati) rendono più difficile per le scuole calcio l’accoglienza alle bambine, ma è proprio la voglia di giocare che fa stare spesso sola una bambina in mezzo a tanti bambini. Queste bambine devono superare la diffidenza culturale dei propri genitori che lo ritengono un sport non adatto a loro e a detta degli allenatori anche quella dei genitori dei loro compagni di squadra che non accettano che il proprio figlio lasci il posto in squadra a una ragazzina.

La morte di Morosini

Ancora un lutto nel mondo del calcio, questa volta dovuto a causa apparentemente imponderabili. Forse i soccorsi potevanio essere più celeri (sembra che un auto bloccasse l’autoambulanza) e non so se vi era a bordo campo un defibrillatore. Dobbiamo chiederci se si può fare di più per prevenire queste situazioni attraverso visite più accurate, senza accettare la legge del caso che ogni tanto colpisce qualcuno. Ho sentito dire dal prof. Dal MOnte che i calciatori sono meno stressati dal punto di vsta dell’impegno fisico rispetto ai loro colleghi che partecipano alle olimpiadi, ma che invece sopportano un carico psicologico di molto maggiore. Sappiamo da tempo che lo stress psicologico è una condizione di vita che determina patologie del sistema cardiocircolatorio. Non sappiamo quanto questo possa essere stato presente in Morosini, ma ciò che conta è in ogni caso preservare il più possibie questi giovani da vite troppo stressanti che potrebbero essere fra gli stimoli che determinano questi episodi, purtroppo mortali.

Motivation and inefficient performance

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MIlan: the relevance of the coach declarations

Quando si ha bisogno dire che un goal non dato decide il campionato (quello di Muntari all Juve) e si afferma pubblicamente che si vincerà il campionato dal punto di vista mentale significa che un singolo episodio di pochi secondi è più importante di tutti gli episodi accaduti durante il campionato e si afferma qualcosa che è assolutamente impossibile da predire. Sono affermazioni superficiali che servono a alimentare le polemiche e a mantenere l’attenzione su tutt’altro che il gioco. Mi sembra più preoccupato dal ripetere che il Milan sta facendo meglio della Juve. Forse pensa in questo modo d’incoraggiare i suoi giocatori dopo i risultati non positivi di questo periodo. Il volere ribadire continuamemte queste idee è più un segno d’insicurezza che l’opposto; è scontato che il MIlan voglia vincere il campionato non c’è bisogno di ricordarlo.

Enrique’s mind confusion

Qualche giorno fa ha detto che doveva lavorare sulla personalità dei suoi giocatori, ora dopo la vittoria con l’Udinese afferma che ha sempre detto che la squadra ha personlità e voglia di fare. Mi sembra esprima convinzioni contrapposte e quindi mi sembra che siano più espressione del suo stato emotivo dopo una sconfitta o una vittoria. D’altra parte una squadra che manca di continuità come la Roma, giacchè molto raramente nel campionato ha vinto due partite consecutive, dimostra una superficialità della squadra nell’affrontare gli impegni agonistici e, questa volta positivamente, mostra un certo grado di reagire alle prestazioni negative. Quindi come dare continuità mentale a chi funziona a corrente alternata?