Monthly Archive for August, 2011

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La diffusione degli sport all’aria aperta

In questi anni sta aumentando sempre più il numero di eventi sportivi nuovi soprattutto nell’ambito di quelli di resistenza. La maratone sono ormai un fenomeno di massa che coinvolge milioni di persone in tutto il mondo. Oltre a queste corse vi è stata l’esplosione delle ultramaratone e dei trail o di gare combinate come il triathlon. A queste si aggiungono il trekking, il walking con brevi tragitti o veri e propri percorsi come accade con il cammino verso Santiago di Compostela e altri ancora. La questione che sorge è da dove nasce oggi questo interesse verso attività che anche solo venti anni fa interessavano un numero di persone di molto minore. Dovremmo riflettere come psicologi su quanto sia diventata povera in termini di movimento e per molti anche d’interesse la vita che conduciamo. La nostra civiltà ha stravolto la vita che per migliaia di anni abbiamo condotto che si caratterizzava per una vita breve, all’aria aperta, in ambienti inospitali e in cui la ricerca dei mezzi di sostentamento era il principale obiettivo. Certamente anche oggi bisogna sopravvivere ma il contesto e le regole sono molto diverse, e non vi è più posto per il movimento. Sono convinto che lo sviluppo di queste nuove attività sportive all’aria aperta sia una risposta a questa assenza, una risposta quasi biologica che ci porta anche dopo i 40 anni di età a intraprendere attività che nessuno sino a qualche anno avrebbe considerato sportive, perchè molte di esse, in primis il camminare, erano parte della vita quotidiana e la vita all’aria aperta che si conduceva non creava il bisogno di praticare altre attività, come la corsa.

Berlusconi è anche la metafora dell’italiano sedentario

Giochiamo, purtroppo seriamente, con i fatti drammatici di questi giorni. Berlusconi è la metafora del sedentario che consapevole che dovrebbe fare attività fisica invece fa, come il Der Spiegel ci spiega, ”promesse e ancora promesse”. O pensa come molti ma io sto bene, e il Bild  chiosa “un coraggio tale da fargli affermare che l’Italia è solida”. Come tutti gli obesi che ormai sono moltissimi nel nostro paese non si rende conto che “sta per esaurirsi il tempo a disposizione per riprenere il controllo” (Wall Street Journal). E tu, quale che sia la tua idea politica, come pensi e soprattutto cosa fai per condurre una vita fisicamente attiva?

Camminare

Se il movimento è vita, camminare è la principale attività vitale che dobbiamo compiere. Quanto mai necessaria oggi che potremmo vivere seduti, passando dal letto, all’auto e all’ufficio e viceversa. Camminare  è un’attività a costo zero e chiunque a qualsiasi età in qualsiasi luogo la può fare. L’estate è un buon momento per cominciare a camminare, anche per chi resta in città. Camminare, facendo qualche respiro profondo, aiuta a migliorare l’umore e a siluppare una percezione di se stessi migliore. Perchè non farlo?

Scuole calcio e psicologo dello sport

Ci sono anche le buone notizie per gli psicologi dello sport. Una Scuola Calcio del Milan di Frascati ha inserito per la prima volta nel suo depliant che: “Lo staff dirigenziale di rilievo è supportato da uno Psicologo dello Sport” e con sottolineaando il concetto che il calcio è un gioco, riporta anche il decalogo della Carta dei diritti dei bambini e dei ragazzi allo sport, in cui al primo posto vi è “il diritto di divertirsi.” Mi sembra un ottimo esempio di come si possa pubblicamente proporre un approccio in cui si evidenzia il ruolo dello sviluppo psicologico e non solo quello dell’apprendimento tecnico. E’ certo che vi saranno in Italia altri esempi altrettanto positivi, intanto di questo si sa oggi. Perchè va ricordato che gli psicologi troppo spesso tendono a non fare conoscere e condividere le esperienze professionalmente positive in cui sono coinvolti. Vedi: http://www.lupafrascatiscuolacalcio.it/organigramma.asp

L’importanza del recupero nello sport

Per molti atleti questo è un periodo dell’anno in cui devono recuperare dalle gare (è il caso della pallavoliste che hanno appena vinto il mondiale juniores o dei nuotatori). Il riposo è una fase decisiva della vita sportiva di un giovane, tanto quanto lo è l’allenamento. Diciamo che abbiamo “staccato la mente” al ritorno da una vacanza in cui ci siamo veramente riposati o viceversa “quest’anno non ho proprio staccato.” Maggiori sono gli impegni agonistici, maggiore è la necessità di riposo. Bisogna sapersi gestire anche in questa fase dell’anno, evitare di rinunciare a riposarsi perchè si hanno solo pochi giorni e non tutto il tempo che si vorrebbe. Riposarsi, un fatto tanto banale a cui spesso si rinuncia perchè non se ne ha il tempo. E invece no! Anche questo è parte del successo.

Le regole dello sport per la vita sociale

“Perchè nel rugby non esiste Io ma soltanto Noi. Sottende forza spirituale prima che fisica. Esclude la mossa furbesca, la sottomissione gregaria, l’arroganza del prepotente.” Giuseppe D’Avanzo

La disoccupazione dei calciatori

Da possibili milionari a disoccupati. E’ questo il percorso in cui molti calciatori sono coinvolti in questi mesi estivi. Pare siano almeno 150 i disoccupati tra Serie A e B, a cui si aggiungono quelli della Lega Pro in cui sono sempre meno le squadre in regola per l’iscrizione. Il calcio è in crisi e i calciatori non trovano più lavoro. E’ l’altra faccia del calcio come intrattenimento, del calcio conquistato dai ricchi paesi arabi. E’ un calcio che a causa di questi cambiamenti dovrebbe, tramite le sue organizzazioni, investire sulla formazione di questi giovani che non facendo parte del grande giro si trovano senza un titolo di studio o un’altra professione da avviare che non sia quella del calcio. I raduni estivi per disoccupati alimentano la speranza di un ripescaggio ma dovrebbero anche servire a fargli aprire gli occhi su un modo nel quale i posti sono ormai pochi mentre oltre il pallone vi sono altri mondi possibili, ugualmente gratificanti, in cui potersi inserire. Il calcio per loro è una droga che li allontana dalla realtà e li fa vivere nell’attesa. Perchè l’organizzazione dei calciatori non s’impegna a fornire loro strumenti professionali così da liberarli da questa illusione?