Nell’immaginario collettivo gli atleti sono come i Bronzi di Riace. Fisici perfetti, allenati nel migliore dei modi a fare ciò che il loro talento gli permette. Nella realtà non è affatto così. Sono fragili perchè la ricerca della perfezione nella quale sono quotidianamente coinvolti, li porta a sentirsi insicuri pur dovendo mostrarsi sicuri. Questa insicurezza nasce non da problemi di autostima come quelli della persone comuni, ma dalla necessità di dovere dimostrare di essere i migliori. L’ostacolo principale alla realizzazione dei loro obiettivi di vittoria è rappresentata dagli avversarsi che la pensano nello stesso modo e a loro volta hanno lo stesso obiettivo, che consiste nel dimostrare di essere loro i migliori. Da qui l’idea che bisogna imparare a perdere, perchè altrimenti ogni volta si subirebbe una ferita inguaribile.
Translate
Powered by Google Translate.
Recent Posts
- Interpersonal relationship, well-being and performance
- Does the coaches teach to youth to be focused?
- Place and date of birth still remain related to football selection
- Accept your fear and move forward
- Mental health of high-performance coaches
- Role of the exercise in management of mental health
- IJSP Master class on extreme experiences
- Ready for the XXXIII° Olympic Games
- The commitment
- How to improve your-self
Archives
Tags
allenamento.
allenatori
atleti
attenzione
attività fisica
autismo
bambini
Basket
benessere
Calcio
Camminare
concentrazione
doping
emozioni
errori
genitori
giovani
golf
Inter
ISSP
Juventus
lavoro
maratona
master
mente
motivazione
movimento
Napoli
olimpiadi
prestazione
psicologi
psicologia
psicologia dello sport
psicologo
Roma
salute
Scuola
sedentarietà
sport
squadra
stress
talento
tenacia.
Tennis
Vincere
0 Responses to “Fragilità e tenacia”