Monthly Archive for May, 2011

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Razzismo e calcio

Al di là dei tanti commenti che evidenziano il razzismo insito nelle possibili scelte del calcio francese e di quanto questo sia la dimostrazione di una società alla deriva culturale e sociale voglio sottolineare un altro aspetto. Si riferisce al fatto che il calcio è per sua natura uno sport assolutamente democratico o che comunque fornisce pari opportunità a tutti indipendentemente dallle loro caratteristiche fisiche e psicologiche. Infatti a differenza degli altri sport di squadra, è un gioco a cui può partecipare chi è basso ma anche chi è alto, chi corre veloce e chi è più lento, chi ama i contrasti fisici e chi invece preferisce saltare gli avversari, chi ama ragionare e fare correre la palla e chi è più abile nel gioco d’interdizione, chi è più abile a attaccare e chi a difendere. E con tutte queste differenze si vuole selezionare sulla base del colore della pelle, che non è certamente un’abilità?

La mente sui quotidiani

Da Repubblica di oggi:1° caso – Giro d’Italia e intervista a Rebellin, squalificato per due anni per doping, in cui afferma di essere stato pulito “solo che se lo dico scateno un inferno”. Qual è la psicologia di questo atleta che continua a dirsi innocente pur essendo stato trovato positivo? Rimozione o volontà di continuare a ingannare gli altri dicendosi innocente?
2° caso – Silvia Bellot, 25 anni, è la prima donna arbitro in F1. Le donne avanzano e queste è un altro esempio di come sta cambiando la mentalità anche nello sport.
3° caso – Real Madrid, continua la sceneggiata dei Mourihno e squadra. Quando la presunzione di vincere è superiore a ogni forma di autocritica.
4° caso – Loeb, il rallista che domina questo sport dal 2004, spiega che non farà la fine di Schumacher, “non è mai bello, tornare indietro, ripensarci, rifugiarsi in quello che si sa fare … è umano avere quella tentazione ma sinceramente cercherò di fare di tutto per evitarlo”. Complimenti a questa visione del proprio futuro, che mostra una mente flessibile e disponibile a lasciarsi coinvolgere da altro.
In conclusione 5 pagine di giornale e molti spunti per comprendere come gli atleti vivono la loro esperienza di vita.

L’abbandono dei bambini dello sport

I bambini abbandonano l’attività sportiva principalmente perchè non si divertono e non gli viene fornito abbastanza tempo per giocare. Non si divertono perchè gli allenamenti sono noiosi, non gli si permette loro di sbagliare, c’è troppa enfasi sul risultato e meno sull’impegno, i genitori pensano di avere un campione in casa, gli allenatori hanno poche competenze psicologiche, fanno giocare solo i migliori. Gli allenatori dovrebbero osservare di più cosa fanno i bambini quando giocano fra di loro e, soprattutto, guardarli in faccia per capire cosa stanno facendo quando si divertono e quando si invece si annoiano.

Idee per i giovani psicologi

Vorrei prendere spunto da due aspetti tra loro solo apparentemente distanti: il 1° maggio, la Festa dei lavoratori anche se molti giovani non lo sono ancora e la convinzione della maggior parte degli italiani che uno degli aspetti che li contraddistingue consiste nel sapersela cavare da soli (vedi La Repubblica di oggi). Ne consegue che per trovare un lavoro bisogna solo contare sulle proprie forze,  a meno che non si appartenga a quel gruppo che si sistema tramite gli amici degli amici. Non ho mai appartenuto a questo tipo di gruppo e, quindi, mi permetto di dare dei suggerimenti ai giovani psicologi che vogliono farcela con le proprie forze. Eccoli di seguito, sono semplici, forse possono apparire banali ma sono azioni a disposizione di tutti:
1. conoscere l’inglese: bene;
2. avere voglia di specializzarsi e, soprattutto, farlo;
3. fare parte di un social network internazionale di giovani professionisti che si scambiano idee e opportunità di lavoro e tirocinio;
4. fare una mappa delle proprie conoscenze e prevedere cosa ognuna di queste persone può fare per fornire opportunità e conoscenze;
5. Fare stage all’estero (estivi e non), essere disposti a qualsiasi rinuncia pur di poterselo permettere economicamente;
6. chiedere ai propri docenti di conoscere ragazzi e ragazze che ce l’hanno fatta a realizzare quello che volevano e parlargli per sapere;
7. Tenete in casa il manuale più aggiornato su quanto vi interessa e poi per gli articoli, trovate su internet la email degli autori e scrivetegli, ve li manderanno;
8. non ascoltate quelli che vi dicono che non c’è niente da fare, impegnatevi a trovare la vostra strada;
9. Datevi un tempo determinato per trovare il lavoro nella vostra città, poi andatevene via;
10. Costruitevi una rete di conoscenze in tutto il mondo, mantenetela, alimentatela vi sarà sempre utile.
Poche idee, semplici, orientate a risolvere problemi individuali: se qualcuno vorrà condividere i suoi sforzi o esperienze li pubblicherò con piacere.