Without mind, there is no body

Senza mente, non c’è corpo: la psicologia dello sport come antidoto al male

“Quando si parla di psicologia dello sport, bisogna distinguere la pratica sportiva dall’attività agonistica.La prima è orientata alla promozione del proprio benessere e ad uno stile di vita adeguato. Oggi è dominante uno stile di vita sedentario, con conseguenze sull’aspetto psicologico. La sedentarietà tende a peggiorare l’umore delle persone, arrivando a determinare forme di psicopatologia o dipendenza da altri sistemi, come la televisione o il cellulare. In questo senso, l’utilità dello psicologo può essere quella di aiutare a comprendere il valore del modo di vivere attivo, che passa per le attività sportive”, spiega Alberto Cei. Lo psicologo dello sport che segue l’ attività agonistica, invece, si occupa di atleti che hanno fatto della passione il loro lavoro. “Il paradosso? Più sei bravo ed entri nella fascia di atleti d’elite, più ogni limite viene evidenziato in maniera esasperata. Un esperto può in questo caso aiutare a migliorare le prestazioni; a gestire momenti di difficoltà; ad avere un’idea di sè positiva; ad accettare gli errori”, prosegue Alberto Cei.

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