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Costruire un futuro nello sport per i giovani con autismo

Da 10 anni l’Accademia di calcio integrato si occupa di calcio e autismo. Siamo partiti come una Scuola calcio con 30 bambini di 6-12 anni sino a giungere a oggi in cui sono coinvolti 80 giovani con autismo.

L’attività è sempre stata supportata dalla AS Roma e durante questo periodo formativo e sportivo si è sviluppato un nuovo progetto, finanziato dall’8×1000 della Chiesa Valdese,  per permettere a cinque ragazzi over18 di ampliare il loro percorso non solo come calciatori ma di realizzare il loro desiderio di diventare Mister, grazie a un programma di formazione online proposto dalla Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali (FISDIR) che fornisce la qualifica di assistente multidisciplinare. A questa esperienza è seguita una borsa lavoro per la durata della stagione agonistica che gli ha permesso di svolgere questo ruolo affiancando gli allenatori in campo.

La storia di questi ragazzi è diventata un podcast “Chiamami Mister” di tre puntate realizzato da Aligi Pontani e Giuseppe Smorto con la voce narrante di Daniela Di Giusto.

Per questi ragazzi, come dice Luca nel podcast: “Essere diventato allenatore, per me e per le persone che mi sono vicine, è un grande orgoglio. Un grandissimo passo che ora devo proseguire” o come ripete Lollo “Ora aspetto di aiutare i piccoli”.  Ascoltare questo podcast permette a tutti di capire che per i giovani con autismo si può costruire un mondo fatto di un futuro positivo e concreto che va oltre quei limiti che siamo soliti attribuirgli.

Fa bene alle nostre anime, ascoltatelo: https://open.spotify.com/show/4dPqPNY0nKynyeM7PFKc3c?si=5HSBTwvHSTWSCnY61C5BTw&nd=1&dlsi=21fe79cd1b0f4526

Chiamami Mister: podcast sul sogno di diventare istruttori nello sport

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“Chiamami Mister” è il podcast appena uscito realizzato da Aligi Pontani e Giuseppe Smorto sull’esperienza di 5 ragazzi over18 con autismo che giocano a calcio nella nostra Accademia di calcio integrato e che sono diventati aiuto-istruttore di calcio. Sono storie che vogliono sviluppare l’idea che lo sport possa diventare  per questi ragazzi appassionati di calcio non solo un piacere ma anche una possibile opportunità lavorativa.

Il podcast si compone di tre puntate, ascoltatelo

AI Overview da Safari
“Chiamami mister” è un podcast in tre puntate di Aligi Pontani e Giuseppe Smorto che racconta l’esperienza di un’accademia di calcio integrato a Roma, dove cinque ragazzi con autismo sono diventati vice-istruttori. Il podcast esplora il loro percorso, dagli allenamenti iniziali al superamento dell’esame di abilitazione, con il sostegno di genitori, istruttori e una voce narrante di Daniela Di Giusto. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Fandango Podcast, mira a sfatare i luoghi comuni sull’autismo attraverso lo sport.
  • Contenuto:

    Storie di incontri, frustrazioni, gol segnati e subiti da parte di ragazzi autistici che hanno conseguito un esame per diventare assistenti allenatori.

  • Persone:

    Aligi Pontani, Giuseppe Smorto (scrittori), Daniela Di Giusto (voce narrante), e i ragazzi dell’Accademia del Calcio Integrato di Roma.

  • Obiettivo:

    Smantellare i pregiudizi sull’autismo e dimostrare come lo sport possa favorire l’integrazione sociale, l’abbraccio e l’uscita dall’isolamento.

  • Disponibilità:
    Il podcast è gratuito e disponibile su tutte le piattaforme audio.

Chiamami Mister: il podcast dell’inclusione

L’Accademia di calcio integrato di Roma: da dieci anni accoglie ragazzi con autismo. A cinque di loro, diventati maggiorenni è stato possibile fornire l’opportunità di fare un Corso online della Fisdir per acquisire la qualifica di  aiuto-istruttore, con la benedizione di Dybala, il fuoriclasse della Roma. Un vero e proprio lavoro, prima di formazione e poi di lavoro  conquistato dopo un esame. Su questa esperienza è stato realizzato un podcast: Chiamami Mister. Racconta in tre puntate da venti minuti circa i momenti di incontro e la gioia, la loro esperienza di mister sul campo a sostegno di altri ragazzi con autismo, supportati dall’esperienza dei professionisti dell’Accademia (istruttori, psicologi dello sport, medici  e logopedista) e dei loro genitori. Gli autori sono Aligi Pontani e Giuseppe Smorto, la voce narrante è di Daniela Di Giusto.


Tutti possono imparare

In qualità di allenatori e psicologi sappiamo per conoscenze teoriche e sulla base delle nostre esperienze professionali che l’essere umano è predisposto a imparare. L’apprendimento è un processo per cui si comincia con dei tentativi e si finisce con lo sviluppare delle abilità specifiche.

Basta pensare alla locomozione, ogni umano parte dal gattonare e nel tempo tutti abbiamo imparato a camminare, attraverso un processo di ripetuti fallimenti, la caduta, ma nessun bambino ha mai rinunciato a camminare per via delle frequenti cadute. In modo semplice, questa nostra esperienza ci ha insegnato che la ripetitività della stessa attività, nel lungo periodo, produce cambiamenti stabili e duraturi che sono il presupposto di nuovi apprendimenti, in questo caso passare dal camminare al correre.

Il progetto Calcio e Basket Insieme che portiamo avanti da 10 anni, è partito proprio da questa semplice idea che tutti possono imparare. In questi abbiamo svolto allenamenti e partite di calcio con più di 500 bambini dai 6 ai 12 e adolescenti over14 per insegnargli non solo un’attività sportiva ma anche a vivere in mezzo ai loro coetanei, a stare all’aria aperta e a condividere una passione comune per lo sport.

Su questa esperienza abbiamo pubblicato il primo libro su autismo e calcio per illustrare la nostra modalità d’intervento.

Autismo e Calcio

Dieci anni di “Calcio Insieme”: principi, obiettivi e risultati dell’Accademia di Calcio Integrato

A dieci anni dall’avvio dell’Accademia di Calcio Integrato, rivolta a bambini e adolescenti con disturbo dello spettro autistico, desideriamo condividere le linee guida che hanno orientato sin dall’inizio il nostro operato e il nostro metodo.

Non solo fare del bene, ma farlo bene
Sin dall’inizio, il nostro intento come associazione sportiva non è stato unicamente quello di proporre un’attività calcistica, ma anche quello di monitorare e documentare i risultati ottenuti. Abbiamo scelto di superare l’approccio generico secondo cui lo sport, per essere benefico, debba semplicemente essere praticato. Al contrario, abbiamo voluto dimostrare in modo concreto su quali aspetti – motori, sportivi e psicosociali – si manifestano i benefici dell’attività svolta.

Una vera scuola calcio
Abbiamo deciso di rivolgerci a bambini con autismo di età compresa tra i 6 e i 12 anni, ritenendo che l’infanzia rappresenti il periodo più adeguato per l’avviamento allo sport. È in questa fase, infatti, che si consolidano schemi motori fondamentali e si iniziano a costruire le prime esperienze di socializzazione. Inoltre, l’obiettivo era anche contrastare il rischio di sedentarietà, spesso presente in questa fascia di popolazione.

Calcio come strumento di inclusione e integrazione sociale
La partecipazione regolare alle attività dell’Accademia ha offerto ai bambini coinvolti un’importante esperienza di vita di gruppo, da condividere durante l’intero anno sportivo con coetanei, allenatori e psicologi dello sport. Questa esperienza ha favorito, a vari livelli, l’apprendimento delle regole della convivenza sociale, come il saluto iniziale e finale, il rispetto reciproco, e la capacità di seguire le sessioni di allenamento sotto la guida di professionisti qualificati.

Uno staff multidisciplinare
Fin dall’inizio, abbiamo costituito un’équipe formata da professionisti dello sport con competenze eterogenee: allenatori di calcio, laureati in Scienze Motorie, psicologi dello sport, con il supporto operativo in campo di una logopedista e di un medico. Tutti i membri dello staff hanno preso parte a un percorso formativo specificamente progettato da noi, della durata di 32 ore.

Tutti possono imparare
Attraverso la diagnosi clinica, il dialogo con le famiglie e l’osservazione diretta sul campo, abbiamo identificato il livello di funzionamento di ciascun bambino. In questo modo, abbiamo potuto fornire un insegnamento realmente individualizzato, stabilendo chi necessitasse di un supporto uno a uno e chi fosse pronto per partecipare a piccoli gruppi composti da tre bambini e un allenatore.

Integrazione con bambini a sviluppo tipico
Sin dal primo anno, abbiamo promosso sessioni di allenamento congiunte con i bambini della scuola calcio dell’AS Roma. A partire dal secondo anno, abbiamo inoltre organizzato incontri in campo con i compagni di classe degli allievi, rafforzando così ulteriormente le dinamiche di integrazione e confronto.

Promuovere il senso di appartenenza tra famiglie e giovani
Uno degli obiettivi fondamentali del progetto è stato quello di creare un forte senso di appartenenza, non solo tra i bambini, ma anche tra le famiglie e lo staff. In questi dieci anni siamo riusciti a costruire una vera e propria community, coesa e partecipativa, che rappresenta oggi uno dei pilastri del successo del progetto Calcio Insieme.

 

10 anni di calcio e autismo riassunti in un libro

I temi trattati nel libro “Calcio e autismo” che ho scritto insieme ai miei collaboratori rappresenta l’illustrazione della metodologia e dei risultati raggiunti con il programma di calcio integrato promosso dall’Asd Accademia di Calcio Integrato, realizzato grazie al supporto di AS Roma. E’ attivo da oltre 10 anni e rappresenta un modello didattico innovativo volto all’inclusione di giovani con disabilità intellettive. L’obiettivo principale è favorire l’integrazione attraverso lo sport, valorizzando il calcio come esperienza educativa, relazionale e riabilitativa.

Il progetto coinvolge bambini e adolescenti con e senza disabilità, promuovendo il lavoro di squadra e lo sviluppo di competenze sociali. Fin dall’inizio è stato strutturato un percorso formativo di 32 ore per uniformare le competenze del team, composto da tecnici del calcio giovanile, psicologi, logopedisti e medici.

Le attività sono state progettate per adattarsi alle capacità individuali dei ragazzi, in particolare a quelle di chi presenta disturbi dello spettro autistico, che mostrano grande variabilità nelle abilità motorie e psicosociali. Il programma include anche sessioni individuali, quando necessario, per garantire un intervento personalizzato.

I risultati annuali hanno dimostrato l’efficacia del metodo, convalidato da articoli scientifici pubblicati nel corso degli anni. Il progetto ha inoltre avuto un importante impatto sociale grazie alla collaborazione con scuole del territorio e insegnanti di sostegno, favorendo l’inclusione scolastica dei partecipanti.

Anche le famiglie hanno avuto un ruolo attivo, trovando nell’ambiente degli allenamenti un luogo di condivisione e supporto reciproco.

Il progetto ha goduto del sostegno del Comitato Paralimpico Italiano (CIP), della FISDIR e della Regione Lazio, che ne hanno rafforzato la struttura e la diffusione.

Nel tempo si è formata una vera e propria comunità incentrata sul benessere dei giovani con disabilità, dimostrando come lo sport possa essere un potente strumento di integrazione.

Infine, un sentito ringraziamento va a tutti coloro che, con impegno e dedizione, hanno reso possibile il successo di questa esperienza unica.

Dybala, Calcio Insieme e Laureus

L’attaccante della Roma e campione del mondo con l’Argentina, Paulo Dybala, è stato nominato oggi Ambasciatore Laureus. Il trentunenne calciatore argentino ha dato il via al suo nuovo incarico con una visita al programma Laureus Sport for Good a Roma e lunedì ha partecipato alla 25esima edizione dei Laureus Sport World a Madrid.

Dybala ha vinto cinque titoli di Serie A con la Juventus e il Mondiale con l’Argentina nel 2022. La stella argentina, che ora gioca per la Roma, ha visitato il nostro progetto  ’Calcio Insieme’,  sostenuto da As Roma che usa il calcio per aiutare i bambini con disabilità intellettive. Oltre 30 bambini e ragazzi hanno incontrato il nuovo Laureus Ambassador.

Dybala nuovo ambasciatore Laureus: "E' un grande onore"

Giornata internazionale dell’autismo

Oggi 2 aprile è la giornata internazionale dell’autismo e a questo proposito voglio ricordare quando abbiamo iniziato la nostra attività di calcio con i giovani con autismo, organizzata come una vera e propria scuola calcio.

Dieci anni fa, quando abbiamo ideato un programma di calcio per giovani con disabilità intellettiva, in particolare autismo, non immaginavamo le difficoltà che avremmo affrontato. Abbiamo scelto il calcio per la sua popolarità e accessibilità: si può giocare ovunque, anche con mezzi di fortuna.

Nel primo anno, la priorità è stata garantire la sicurezza dell’attività, anche su richiesta della AS Roma, che ha finanziato il progetto “Calcio Insieme” e fornito sei istruttori. Abbiamo allestito un campo chiuso e recintato, eliminando ostacoli. Il nostro staff iniziale contava 11 istruttori, 5 psicologi, una logopedista, un medico e i fondatori dell’ASD Accademia di Calcio Integrato. Con 30 giovani tra i 6 e i 13 anni, ogni partecipante aveva quasi un operatore dedicato.

Oggi seguiamo 80 ragazzi con uno staff di 23 persone. La sicurezza è garantita anche dalla presenza costante di medici per eventuali emergenze e dalla logopedista per supporto nella comunicazione e crisi.

Sicurezza significa anche un programma personalizzato, calibrato sulle esigenze motorie e psicologiche dei ragazzi, con interventi mirati per il loro benessere complessivo.

Prima di avviare gli allenamenti, tutti i collaboratori hanno seguito un corso di 32 ore su autismo, disabilità intellettiva, metodologie di allenamento, terapie, relazioni tra operatori e giovani, strategie di comunicazione e gestione delle crisi.

Questo percorso ha reso “Calcio Insieme” un modello innovativo di inclusione sportiva, garantendo ai ragazzi un ambiente protetto, stimolante e adatto alle loro necessità.

Il calcio: un’opportunità di crescita per i giovani con autismo

Per molto tempo si è pensato che gli sport di squadra, e il calcio in particolare, non fossero adatti ai giovani con autismo, a causa di difficoltà motorie, scarsa consapevolezza del proprio corpo, ipersensibilità agli stimoli e difficoltà nelle dinamiche di squadra. Tuttavia, esperienze recenti dimostrano il contrario: con il giusto approccio, il calcio può diventare un’importante occasione di crescita e benessere.

A differenza delle attività scolastiche o terapeutiche, spesso strutturate e prevedibili, il calcio si svolge in un ambiente dinamico, all’aperto, con stimoli sempre diversi. Affrontare il movimento, il contatto con i compagni e le situazioni impreviste può inizialmente rappresentare una sfida, ma con il supporto di istruttori e psicologi, questi ragazzi imparano a gestire meglio le proprie emozioni e a sviluppare abilità motorie e sociali.

Il neuropsichiatra infantile Roberto Rossi sottolinea come, grazie allo sport, molti giovani abbiano fatto progressi sorprendenti non solo dal punto di vista fisico, ma anche nella comunicazione e nelle relazioni con gli altri. Il calcio offre loro uno spazio di divertimento e soddisfazione, permettendo un’integrazione positiva con i coetanei e un miglioramento della qualità della vita.

Su queste basi si è svolta in questi 10 anni l’attività di Accademia Calcio Integrato che ha portato a formulare un sistema innovativo di insegnamento del calcio per giovani con autismo, ora riportato nel libro Autismo e Calcio, a cura di Alberto Cei e Daniela Sepio, con il contributo di allenatori e psicologi, logopedista e  medici.

Recensione libro: Autismo e Calcio

Autismo e Calcio

Una nuova metodologia d’integrazione e d’insegnamento

Alberto Cei e Daniela Sepio (a cura di)

Torgiano: Calzetti & Mariucci

2025, 150 pagine

Dall’esperienza didattica promossa dall’Accademia di Calcio Integrato, è nato un innovativo modello tecnico d’integrazione, illustrato in questo manuale imperniato su attività volte allo sviluppo dei giovani con disabilità intellettiva. Nello specifico l’obiettivo è di integrare il giovane con disabilità intellettiva, promuovendo il calcio di base come strumento relazionale e riabilitativo,

Il modello di lavoro proposto è organizzato in team e propone metodologie didattiche e d educative elaborate su misura da esperti tecnici del calcio giovanile, psicologi dello sport. logopedisti e medici.

Aspetto non secondario il positivo impatto sociale che può avvenire attraverso la collaborazione con la scuola, gli insegnanti di sostegno  e ovviamente le famiglie, da coinvolgere durante gli allenamenti dei figli a condividere esperienze e partecipando quindi attivamente al progetto educativo.