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Incredibile Federer

Roger Federer lascia sconcertato il suo avversario nel doppio a Brisbane

Bisogna allenare la mente a gareggiare

Nonostante molti allenatori riconoscano il ruolo decisivo svolto dalla mente nel favorire/ostacolare le prestazioni sportive, ve ne sono ancora altrettanti che pensano che  le difficoltà mentali si superino allenandosi di più o partecipando a più gare. In genere chi la pensa in questo modo è convinto che a un certo punto l’atleta si sbloccherà e comincerà per lui/lei una nuova fase vincente della carriera. In sintesi, bisogna gareggiare, fare esperienza e poi vinto il primo torneo le cose si sistemeranno. Incontro molti atleti/e che mi raccontano storie di questo tipo ma con un risultato diverso e negativo, hanno ancora gli stessi problemi e queste difficoltà incidono sempre di più nel demolire la fiducia in se stessi. Dicono che si allenano bene e poi vanno in gara e ripetono sempre gli stessi errori. Devo allora spiegare ciò che ho ripetuto centinaia di volte e cioè che possedere la tecnica (quale che sia lo sport) non vuole dire sapere gareggiare, che è una cosa completamente diversa. Quando questi atleti/e diventano consapevoli di questa differenza, in genere si tranquillizzano e a questo punto si può spiegare loro che seguire un programma di mental coaching è proprio utile per imparare a guidare la propria mente in gara.

Il tennis è un tritacarne emotivo

Nadal dice che il tennis è uno sport difficile e solitario in cui l’aspetto mentale è dominante su ogni altra cosa. E’ una descrizione di questo gioco, professione, che spiega in poche parole quanto sia difficile avere successo nel tennis e contiene in sé la ragione per cui in tanti partono ma pochissimi diventano giocatori di alto livello, entrando a fare parte dei primi 100 al mondo. Il tennis è uno sport che mette a dura prova la fiducia in se stessi, perchè al termine di ogni scambio di gioco uno perde e l’altro vince e questo si ripete per decine di volte, distanti pochi secondi l’una dall’altra. Sottoporre se stessi a questa sottile tortura è ciò che amano e odiano i tennisti, ma quando ci si trova dentro questo tritacarne di alti e bassi, che stimolano sentimenti contrastanti sono pochi quelli che resistono alla tentazione di mollare e mantengono alta la fiducia in se stessi.

Quando è motivante un dialogo negativo con se stessi

A 35 anni Tommy Haas è il più vecchio tennista del US Open. Come riesce un giocatore di questa età a mantenere un approccio mentale efficace tanto da essere ancora 13 al mondo? Un video del 2007 durante i quarti di finale all’Australian Open, ci apre una finestra sui suoi pensieri in un momento di difficoltà. Infatti il video mostra il dialogo con se stesso di Tommy Haas   durante una pausa di gioco, Dialogo prevalentemente negativo e offensivo verso se stesso ma che contiene qualche affermazione positiva quasi esclusivamente centrata sul risultato da ottenere  (non andare a rete, puoi vincere, vincerai la partita, non puoi perderla, lotta). In questo caso, il sistema che Haas ha usato con se stesso è stato utile poichè vinse quella partita. Spesso noi psicologi dello sport sottolineiamo l’importanza di avere un dialogo positivo con se stessi, centrato non sul risultato da ottenere ma sulle azioni da svolgere. Nonostante sia importante insegnare questo approccio positivo ai giovani,  nel mio lavoro ho incontrato molte situazioni in cui il dialogo negativo è servito da spinta motivazionale a fornire la prestazione migliore di cui si era capaci. Ho incontrato atleti che nella pausa tra diverse prove passavano lunghi minuti a insultarsi come Haas e poi a un certo punto chiedevano “Dimmi qualcosa di positivo” e alcune volte ho parlato dei sacrifici che avevavno fatto per arrivare a quel punto e altre volte degli ostacoli e delle gare che avevano vinto per essere lì, a quel punto cambiavano atteggiamento e dicevano “Adesso vado e lo faccio” piuttosto che “Ok darò il massimo”.  Quasi sempre sono stati di parola.

 

17 classici momenti dell’ US Open

The Daily Beast

Marion Bartoli lascia il tennis

A poche settimane dallo storico trionfo di Wimbledon, Marion Bartoli si ritira dal tennis. La 28enne francese lo ha annunciato tra le lacrime, ammettendo di non riuscire più a sopportare il dolore provocato dagli ultimi infortuni. «Il mio corpo sta iniziando a cadere a pezzi, sono riuscita a tenerli insieme passando attraverso il dolore durante Wimbledon», ha spiegato Bartoli al termine del match perso contro la rumena Halep. «Tutti si ricorderanno del mio titolo a Wimbledon. Nessuno di questa ultima mia partita», ha proseguito la francese – chiarendo come sia stata «una decisione difficile da prendere. Ho avuto la possibilità di trasformare il mio più grande sogno in realtà. E mi sono davvero spinta oltre i limiti estremi per farlo accadere. Ora, però – ha aggiunto – non riesco più a farlo».

E’ possibile giocare bene e commettere errori banali

Un lettore mi ha scritto chiedendo un commento:

“su una giocatrice di tennis come Francesca Schiavone che ha molto potenziale e che recentemente in molte partite quando guadagna poi dei punti si mette a fare degli errori da principiante come i doppi errori ed errori diretti ? Come è questo possibile?”

Premesso che non seguo le partite di Francesca Schiavone e quindi non ho un’idea precisa di quanti siano in percentuale questo tipo di errori e di quanto incidano sul risultato, si può fare comunque un ragionamento su questi tipi di errori.

Problemi fisici – Il tennis richiede una forma fisica ottimale altrimenti è difficile mantenere la qualità del gioco. E’ possibile giocare, quindi, bene alcuni game e poi commettere errori anche banali perchè il corpo si “prende una pausa” di recupero.

Problemi di concentrazione – La concentrazione è un altro aspetto la cui presenza deve essere costante durante ogni game ed è influenzata dalla forma fisica. Inoltre,  è influenzata dai pensieri e dagli stati d’animo che sviluppa l’atleta dopo un errore e che di conseguenza interferiscono con l’abilità a rifocalizzarsi sullo scambio successivo.

Problemi di tenacia – Una lunga carriera sportiva logora la tenacia anche dei campioni. Non è facile mantenere un’elevata volontà di riuscire, e di conseguenza cali di motivazione possono manifestarsi e ridurre la tenacia.

 

Nello sport italiano vincono le donne

Lo sport italiano è sempre più dominato dalle donne, tennis, scherma, nuoto, atletica ne sono un esempio. E’ un fenomeno che riflette quanto accade nella società, infatti anche a scuola le ragazze ottengono risultati migliori dei ragazzi e nel lavoro è sempre più difficile limitarne il successo. Era ora che accadesse, finalmente il 50% del mondo non è più escluso.

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 TennisWorldItalia

Fabio Fognini è 19 al mondo

Fabio Fognini è entrato da pochi giorni fra i primi 20 giocatori di tennis e pochi punti lo separano ad esempio dall 15° posizione. E’ un risultato importante per il tennis italiano maschile perchè, insieme a Seppi, hanno ottenuto un successo che mancava da 17 anni come si può notare nella classifica qui sotto riportata.

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