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Il talento di Magic Johnson di nuovo al servizio dei Lakers

Magic Johnson lavorerà per la sua ex squadra, i Los Angeles Lakers, e avrà il ruolo di valutare gli atleti e aiutare la squadra a ritornare a vincere come in passato.

Ricordiamo come è diventato Magic:

Quando giocava con i Los Angeles Lakers si distingueva non solo perché era un campione, ma anche per la sua dedizione totale al gioco di squadra: passava e difendeva anziché pensare a fare canestro. Questo atteggiamento in campo si è sviluppato perché quando giocava nella lega giovanile, il suo allenatore gli aveva detto che lui era il più grande, il miglior giocatore della squadra che così vinceva ogni volta. Nonostante queste vittorie gli altri compagni di squadra si sentivano incapaci, errano depressi e nessuno lo ringraziava o si mostrava contento per quello che lui faceva. Decise che quella situazione era insostenibile. Da quel momento il suo comportamento in campo cambiò e mise le sue capacità al servizio della squadra. L’umore della squadra mutò completamente, i compagni furono molto più motivati, incrementarono le loro abilità e continuarono a vincere.

(da A.Cei, 1998)

Ma quale ricerca del talento!

Se questo è vero, come credo che sia, siamo spacciati:

Cosa si dovrebbe fare invece?
Gli uffici delle risorse non fanno più cultura del lavoro. Noi siamo diventati della fabbriche di collocamento. Le aziende non ci chiedono più una bella consulenza dove per un profilo potevamo andare a dire che quel profilo non era quello giusto. Adesso chiedono solo nomi, nomi, nomi. Sanno che il primo non accetta, il secondo dubita, il terzo prende. Le aziende devono cominciare a fare girare offerte di lavoro etiche, concrete opportunità, e non delle prese in giro che per ovvi motivi molti sono costretti a accettare. Dobbiamo tornare a costruire dei canali dove filtrano solo offerte etiche. Noi dobbiamo cominciare a fare di nuovo un po’ di cultura del lavoro, proprio dove non ce n’è più. (da: http://miojob.repubblica.it/notizie-e-servizi/notizie/dettaglio/confessioni-di-un-recruiter-stiamo-rovinando-il-lavoro/4236839?ref=HREC2-1)

Questo avviene anche nello sport, se si scrive una email al presidente piuttosto che al segretario non ottieni mai una risposta. La risposta l’avrai se qualcuno ti presenta a queste persone. E’ il sistema italiano basato sulla cooptazione per conoscenza diretta e non per competenza. A pochi interessa il tuo curriculum, quello che serve è l’amicizia perché non si è interessati alla funzione (in questo dello psicologo dello sport) ma si stabilisce un rapporto di lavoro per fare un piacere a un amico. La guerra dei talenti di cui tanto si parla in Italia non esiste, domina la cultura del familismo o del prenderti per fame, tanto gli psicologi che hanno bisogno di lavorare sono tanti. Quando dal mondo del lavoro a quello sport si diffondono queste modalità d’impiego si può solo andare via.