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Cos’è la prontezza mentale

La prontezza mentale si basa sul concetto di resilienza. La resilienza è la capacità di un atleta di recuperare rapidamente, resistere e fornire una prestazione ottimale nei momenti di maggiore pressione competitiva e nelle principali situazione di stress.

Hai 15 minuti per cambiare

Spesso un ostacolo al cambiamento è rappresentato dalla convinzione di non avere  a disposizione il tempo necessario per cambiare. Questo lo dicono gli atleti ma lo pensano anche i loro allenatori che non spendono tempo per la preparazione psicologica perché ritengono di avere già da fare troppe cose. Una volta per rispondere a queste obiezioni facevo lunghe spiegazioni sull’importanza della psicologia e dell’uso corretto della mente . Poi ho scoperto che in questo modo non facevo altro che rinforzare le resistenze dei miei interlocutori, che continuavano a credere di non avere tempo. A questo punto ho cambiato approccio. Ho cominciato a rispondere chiedendo loro se avevano 15 minuti al giorno da dedicare a qualcosa di diverso che non fosse l’allenamento fisico e tecnico. Ovviamente hanno tutti risposto affermativamente e partendo da questa risposta positiva è stato più facile per me spiegargli come organizzare un allenamento mentale in quel breve periodo di tempo.

Juventus: dal baratro alla vittoria

La Juventus era aspettata alla prova di essere ciò che diceva di essere e non una squadra paurosa in Europa. La Juventus è dovuta arrivare sul bordo dell’abisso per conoscere il suo valore. La Juventus in questa partita è stata combattiva con continuità. Ora deve imparare a ragionare meglio come squadra. Dopo essere andata in vantaggio, era prevedibile che i greci avrebbero attaccato per ottenere il pareggio e, purtroppo, è esattamente ciò che è accaduto dopo appena due minuti. Ragionare con calma avrebbe permesso di prevedere questa reazione degli avversari e predisporsi a contrastarla. Anzi sino al secondo goal dell’Olympiacos la Juventus ha giocato ed è andata avanti ma in modo confuso. Poi è successo l’incredibile, la Juventus ha cambiato il suo destino perché alla combattività ha unito l’intensità e la convinzione che era possibile vincere. E questo ha fatto la differenza rispetto al primo tempo. Le prossime volte servirà trovare questa condizione mentale prima di essere a un passo dal baratro, perchè non sempre le altre squadre lo permetteranno. Un bel passo in avanti ma la mentalità europea ancora non c’è.

Giovanni Pellielo: Una leggenda dello sport olimpico

Oggi a Granada Giovanni Pellielo ha conquistato per la settima volta il diritto di partecipare alle Olimpiadi. E’ arrivato 3° ai campionati del mondo con un percorso esaltante. Nella fase eliminatoria ha ottenuto 124 su 125 classificandosi primo insieme ad altri due tiratori. Nella semifinale ha preso 14 piattelli su 15. Ha dovuto spareggiare con un altro tiratore, ha sbagliato subito e si è trovato a gareggiare contro un altro tiratore per il terzo posto. Di nuovo 15 piattelli, li ha presi tutti mentre il suo avversario ne ha sbagliati 3. Con questo risultato ha vinto anche la carta olimpica per Rio alla prima occasione in cui è stata messa in palio. Se, come probabile, andrà a Rio sarà la sua settima olimpiade dove finora ha vinto 3 medaglie. E’ l’atleta più vincente della storia del tiro a volo, avendo anche vinto 4 mondiali e decine di gare internazionali. Ha 44 anni.

Le domande degli atleti di alto livello di tiro a volo

Oggi sono a una competizione internazionale di tiro a volo a Todi e atleti di diverse nazionalità, dall’Iran alla Gran Bretagna mi hanno posto domande per risolvere le difficoltà che affrontano in gara, eccone alcune:

  • Cosa devo fare quando prima di tirare per un attimo mi dimentico quello che devo fare?
  • Cosa faccio per toglierli il panico che talvolta mi assale?
  • Cosa fare per non pensare di rompere il piattello e stare concentrato solo sul movimento?
  • Quali sono le abilità dei campioni di tiro a volo?
  • Come faccio a sapere che prima d’iniziare sono pronto?
  • Non ho sempre lo stesso tempo di sparo, che devo fare per essere più costante?
  • Dopo un errore divento troppo nervose, come posso controllarmi meglio?

Queste domande mettono in evidenza come le difficoltà degli atleti di livello internazionale sono specifiche e richiedono che lo psicologo dello sport abbia una conoscenza specifica di questo sport. Come psicologi non dobbiamo fornire risposte globali basate solo sull’idea che bisogna migliorare la fiducia di questi atleti, poiché queste domande sono poste da atleti che nel loro paese sono i migliori e sono abituati a gareggiare, ma ciò non elimina di per se stesso queste difficoltà.

Che ne pensate?

Cosa ho imparato da questi Commonwealth Games

Cosa ho imparato dai Commonwealth Games:

  • vi hanno partecipato 71 paesi e 7000 atleti
  • esistono molte nazioni che per ignoranza non conoscevo (almeno 5/6 intorno all’Australia e Nuova Zelanda)
  • per tutti i partecipanti sono importanti come le olimpiadi e forse di più, perché molti atleti in questa competizione possono aspirare a una medaglia, che non potrebbero mai vincere alle olimpiadi
  • come sempre vince chi gestisce meglio la pressione agonistica e non è sempre il migliore a riuscirci.
  • anche paesi piccoli come Cipro riescono a vincere 5 medaglie
  • i paesi piccoli che vincono una medaglia sono quelli in cui gli atleti, non si lasciano influenzare dalla dimensione della loro nazione ma con regolarità e frequenza viaggiano e competono all’estero.
  • per vincere bisogna gareggiare spesso a livello internazionale allo scopo di imparare a gestire lo stress che aumenta vorticosamente quando si capisce che si può entrare in finale e lottare veramente per una medaglia. Chi supera questo momento può farcela, chi invece si spaventa crolla. E anche questo è successo.

E’ stata una bella esperienza con gli atleti perché ti regalano le emozioni dei loro successi e dei fallimenti, in ogni l’emozione è forte e anche lo psicologo deve essere capace di gestire il proprio stress.

 

 

Bisogna gareggiare spesso

Nello sport quando si raggiunge un livello di competenza tecnica da iniziare a essere competitivi è necessario passare alla fase successiva che richiede di fare un certo numero di gare all’anno. Anche negli sport di tiro che sono quelli a cui partecipo ai Commonwealth Games è necessario prima di gareggiare a un evento così importante avere fatto almeno 6/7 gare la maggior parte delle quali deve essere di livello internazionale. Nel caso di atleti che ne ha fatto poche è molto difficile riuscire ad affermarsi in questo tipo di competizione, perché solo di rado hanno messo alla prova la loro capacità di affrontare con successo lo stress agonistico. Solo attraverso le gare si allena questa capacità personale di fare il proprio meglio nei momenti che contano. Altrimenti con facilità si soccombe allo stress e si fornisce una prestazione veramente negativa. Questa riflessione mette in luce non solo la rilevanza di un’adeguata preparazione psicologica da svolgere durante le gare ma anche la necessità di una pianificazione annuale degli impegni che l’atleta deve affrontare.

Psicologo dello sport: perché no!

Sono ormai convinto che lo psicologo dello sport sia necessario in qualsiasi società sportiva a partire sin dall’età infantile.  Non è un caso infatti che in uno sport come il calcio praticato in Italia dalla maggioranza dei bambini la federazione gioco calcio abbia deciso di inserire questa figura professionale anche nelle scuole calcio. E’ utile agli allenatori che devono educare non solo il corpo ma anche la mente. E’ utile anche per i migliori che devono imparare a gestire il loro talento attraverso le frustrazioni quotidiane. E’ necessario per gli atleti di livello internazionale che devono gestire il loro stress agonistico in modo efficace. E’ utile a chi vuole vincere una medaglia olimpica per fare la loro migliore prestazione di sempre quel determinato giorno, né un minuto prima né un minuto dopo.

La meditazione dei campioni

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Sono ormai molte le star dello sport che si servono della meditazione per ridurre lo stress fra gli altri Kobe Bryant e Lebron James  nel basket, le olimpioniche di beach volley Misty May-Trainor e Kerri Walsh e Andy Murray nel tennis. Concentrarsi per essere in sintonia con se stessi e la propria prestazione. In Italia nella maggior parte dei casi siamo ancora fermi al ben noto concetto di tirare fuori gli attributi maschili per superare lo stress.

Programma di mental coaching

L’Allenamento   Mentale

Questo è il programma di mental coaching che propongo a chi voglia realmente migliorare le proprie prestazioni nello sport servendosi di un sistema utilizzato da atleti che hanno vinto 10 medaglie olimpiche. Il programma è suddiviso in 5 aree d’intervento così articolate:

1.     I tuoi obiettivi

  • Come stabilire gli obiettivi
  • Come s’impegna l’atleta tenace
  • L’atteggiamento mentale corretto durante l’allenamento
  • L’attenzione: sulla prestazione e non sul risultato
  • I principali errori degli atleti

 2.     La gestione dello stress agonistico

  • Strategie per ottenere un livello di attivazione pre-gara ottimale
  •  A cosa serve rilassarsi
  • Come imparare a rilassarsi e come raggiungere l’attivazione necessaria
  • Come gestire la tensione psicologica e la fatica durante le gare

 3.     La concentrazione

  • A cosa prestare attenzione nel tuo sport e in gara
  • I tuoi Punti di forza e di debolezza nella concentrazione
  • Il recupero della concentrazione dopo un errore e nelle fasi decisive della gara
  • Esercizi per migliorare l’attenzione in allenamento e in gara

 4.     La tenacia

  • Sei pronto a gareggiare al tuo meglio?
  • Un piano per contrastare la fatica e restare fiduciosi
  • Di cosa sei preoccupato?
  • Come trasformare la paura in un vantaggio competitivo

 5.     La pianificazione della competizione

  • Come restare nella tua zona di attivazione pre-gara ottimale
  • Un’ora prima della gara: che cosa e come fare: al via “Sei pronto?”
  • I tuoi pensieri e stati d’animo prima della e durante la gara
  • Cosa fare durante la giornata di gara
Per ulteriori informazioni scrivere a: info@ceiconsulting.it