Archivio per il tag 'sport'

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Stiamo concentrati sui nuovi dati e leggiamo

Nuova stagione agonistica, nuove sfide

Per tutti: leggiamo di più, molto di più, non accontentiamoci di ciò che sappiamo

Siamo increduli di quanto poco sappiamo

Non pensiamo di avere studiato già sin troppo

Stupiamoci con i nuovi concetti e dati che la scienza ci propone

Sport e disabilità

Lo sport e l’attività fisica  dovrebbero mostrare con più evidenza i benefici che ottenuti dalle persone con disabilità.

Le nuove indagini dimostrano il roll chiave svolto dallo sport nel coinvolgere le persone con disabilità ad assumere uno stile di vita più attivo.

Get Yourself Active

Autismo e sport: un legame poco conosciuto

Lo sport per giovani disabili intellettivi, bambini e adolescenti, soprattutto con la sindrome dello spettro autistico è un muro difficile da abbattere, vi sono troppi pensieri dogmatici che bloccano l’opportunità di sviluppo in questa fascia di età, decisiva per il tipo di impostazione che può fornire alla vita non solo presente ma anche futura da adulti.

Sedentarietà e sovrappeso sono l’esito più comune a cui vanno incontro questi giovani e le loro famiglie. In Italia gli alunni con disabilità nel sistema scolastico sono complessivamente 216.013, pari al 2,4% dell’intera popolazione (prossima a 9 milioni di alunni).

Di questi il 68% sono giovani con disabilità intellettiva.

Quanti praticano sport o attività motoria con continuità? Purtroppo non lo sappiamo e già questo è un fatto piuttosto grave che mette in evidenza il limitato interesse nei riguardi dello sport. Quante sono le organizzazioni sportive che svolgono programmi per questi giovani, anche su questo punto le informazioni sono molto scarse e le famiglie si basano sul passa parola per avere queste conoscenze.

Si potrebbe continuare con molte altre domande, che al momento non trovano risposta. Infine, la documentazione scientifica, ma non solo in Italia anche a livello internazionale è ridotta. Piuttosto, che documentare vige la regola ch “lo sport fa bene” e quindi dovrebbe essere praticato.  Poco è dato a conoscere sui programmi di allenamento svolti, sulle caratteristiche dei professionisti coinvolti, non esistono studi longitudinali.

Anche il recente quaderno sulle “Buone pratiche nell’autismo” pubblicato dall’Ordine degli Psicologi, certamente interessante per gli aspetti relativi a diagnosi e rapporti tra Scuola, famiglie e Servizi, ignora lo sport come sistema di empowerment dei giovani con ASD. E’ un peccato che non si siano informati su questo tema, perché lo sport rappresenta invece un tassello essenziale per lo sviluppo dei giovani con ASD.

International Journal of Sport Psychology ha dedicato un numero speciale su tema e chi fosse interessato lo può richiedere all’Editore Luigi Pozzi.

La qualità deve essere alla base dei programmi sportivi per persone con disabilità intellettiva

Si sta diffondendo sempre più l’idea che lo sport sia un’attività fondamentale per sviluppare le capacità motorie e psicosociali delle persone con disabilità intellettive e che sia importante iniziare praticarlo sin dall’infanzia. Inoltre, il coinvolgimento sportivo dovrebbe favorire l’integrazione fra giovani con disabilità intellettiva e coetanei con sviluppo tipico, migliorare il benessere globale delle persone e permettere alle famiglie di vivere esperienze positive e di sentirsi parte di una comunità, quella sportiva, che valorizza i loro figli indipendentemente dalle loro difficoltà.

Realizzare questi obiettivi richiede:

  • Una società sportiva che s’impegni a definire un programma sportivo specifico e documentabile
  • Il coinvolgimento  delle scuole del territorio e le ASL del sistema sanitario nazionale nel reclutamento dei partecipanti a questi programmi, e nel fornire il servizio della visita d’idoneità sportiva
  • La presentazione alle famiglie del programma sportivo e delle sue finalità
  • La scelta di professionisti che lavorino sul campo nella realizzazione del progetto, che siano laureati in scienze motorie, psicologi dello sport, logopedisti e medici dello sport e che a sua volta siano formati per lavorare con giovani con disabilità intellettive
  • La predisposizione e attuazione di test motori, interviste con le famiglie e sistemi di valutazione psicologica del comportamento dei giovani in allenamento che consentano di identificare e documentare i miglioramenti prodotti dall’attività sportiva durante la stagione sportiva
  • L’organizzazione di momenti pubblici con i genitori e le scuole coinvolte per illustrare i progressi ottenuti nonché i metodi di cui ci si serviti per ottenerli
In sintesi, bisogna uscire dal concetto di “fare del bene” ed entrare nella mentalità di “farlo bene”.  Bisogna essere consapevoli che attribuire a problemi esterni la difficoltà a “fare bene”  (mancanza di risorse economiche, scarsa preparazione degli operatori, assumere come idea di base che fare qualcosa è comunque meglio che fare niente) è solo un alibi per nascondere le proprie difficoltà a realizzare un servizio efficace.
Al contrario, alcune regole indirizzano la qualità di un progetto:
  • Fare bene sin dall’inizio
  • Ognuno deve essere consapevole che da lui/lei quale che sia il suo ruolo dipende la qualità del servizio
  • Prevenire i problemi prima che insorgano
  • Siamo una squadra, lavoriamo in gruppo
  • Misurare, valutare e fare sapere a tutti
  • Ogni anno stabilire nuovi obiettivi perseguendo un processo di continuo miglioramento

 

#JFK #sport

“L’attività fisica non è solo una dei più importanti fattorie avere un corpo in salute, ma è alla base di un’attività intellettuale dinamica e creativa.

John F. Kennedy

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Quanti tipi di consapevolezza dell’atleta conosci?

Se come dice Brad Gilbert, “la maggior parte dei giovani tennisti dedica a una partita di tennis lo stesso livello di preparazione mentale che dedicherebbe al salto con la corda”, capiamo quanto sia importante sviluppare la consapevolezza dell’atleta nei confronti del tennis e dei suoi aspetti psicologici.

La domanda agli psicologi è quindi:

Quanti tipi di consapevolezza dell’atleta conosci e su quali lavori?

  1. Consapevolezza propriocettiva
  2. Consapevolezza dei suoi errori
  3. Consapevolezza di come reagisce agli errori
  4. Consapevolezza delle sue abilità
  5. Consapevolezza dei suoi obiettivi
  6. Consapevolezza di come impara
  7. Consapevolezza dei propri valori
  8. Consapevolezza delle sue convinzioni
  9. Consapevolezza del ruolo dell’allenatore
  10. Consapevolezza delle sue prestazioni
  11. Consapevolezza relativa al suo stile di vita
  12. Consapevolezza del suo rapporto con l’allenatore e lo staff

 

Webinar: La consulenza con atleti con disabilità

American Psychological Association, Sport Psychology Division organizza il primo FREE webinar del 2019.

Unisciti ai partecipanti il 19 marzo 5:00 PM – 6:00 PM CET per il  webinar su Consulting with Athletes with Disabilities! Tema attuale e importanti relatori.

Registrazione:

https://register.gotowebinar.com/REGISTER/4936894466465835522

Lavoro per gli psicologi dello sport

Negli USA vi è un significativo incremento di richieste per gli psicologi dello sport.

Soprattutto in relazione all’aumento di problematiche legate alla salute mentale, alla violenza e all’aumento della pratica sportiva. Sempre più spesso atleti e squadre richiedono l’intervento dello psicologo dello sport

di Kirsten Weir leggi l’articolo dell’American Psychological Association

Cerchi un vecchio articolo dell’International J Sport Psychology

International Journal of Sport Psychology

 

Tutti gli articoli pubblicati su International J Sport Psychology sono ora scannerizzati e sono in vendita sin dal primo numero del 1970.

Per informazioni scrivere all’editore: edizioni_pozzi@tin.it

Attività fisica, età e funzioni fisiologiche

Stephen D. R. Harridge and Norman R. Lazarus, Physiology, 32: 152–161, 2017.

At the anatomical level, muscle loss in older people is associated with atrophy of fast-contracting, type II muscle fibers. Indeed, it has been suggested that type II fiber atrophy might completely explain the loss of muscle bulk in later life. However, a prevailing view is that skeletal muscle loss also relates to a loss of muscle fibers secondary to a loss of motor units. Partial re-innervation of abandoned fibers is believed to occur, resulting in an increased size of remaining motor units, with knock-on effects for fine motor control. This hypothesis is supported with histological evidence of fiber-type grouping and through electromyo- graphic estimates of motor unit number.

Whereas evidence of streaming of Z line and rod formation, and angulated fibers further point to dysregulation of skeletal muscle in later life (81). Studies of mas- ter athletes paint a very different picture (as illustrated in FIGURE 3), which once more challenges the assertion that these changes can be explained by an inherent aging process and are inevitable consequences of getting older.

Figure 3. MRIs taken across the mid region of the thigh. Images taken across the mid region of the thigh, showing a sarcopenic muscle (middle) from a sedentary individual with reduced contractile mass, more subcutaneous fat, and infiltration of fat and connective tissue. By contrast, the muscles of a similarly aged master triathlete (bottom) shows little difference to that of a younger athlete (top)