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Balotelli, il rispetto e gli arbitri

Pubblico questo articolo di Paolo Casarin su Balotelli apparso sul Corriere della Sera del 30 aprile.

Balotelli dice” prendo cento falli a partita, che non mi vengono fischiati, ma appena dico qualcosa vengo ammonito”. Balotelli parla da solitario: invece gioca al calcio assieme ad altri 21 calciatori e alla presenza di un arbitro, almeno. Tutti legati dal gioco: Balotelli gioca per fare gol, l’altra squadra per impedirglielo, l’arbitro per vedere se tutto avviene nella correttezza. Mario fa degli errori tecnici, i difensori ci mettono molta forza, l’arbitro non sempre giudica con precisione; ma in serie A gli errori sono nettamente inferiori alle cose ben fatte, da tutti e tre. Il calcio è un lavoro fisico di gruppo, una sfida tra due squadre affiatate che, quando sono di grande livello, finiscono per darsele, nei limiti del sano agonismo, reciprocamente. Le botte misurate con il rispetto dell’altro, pronti a chiudere la pratica con una stretta di mano. “ La prossima volta fai più attenzione” ho sentito dire mille volte tra di loro. I grandi calciatori non hanno bisogno dell’arbitro, se non per chiedere quanto manca alla fine. I calciatori che ambiscono alle prime pagine, prima di ogni cosa, debbono conoscere il gioco degli avversari, studiarne le mosse e cercare di superarli. Nella correttezza, senza cadere a terra  per un colpo di vento. Con questo comportamento cresce la stima tra i campioni e gli aspiranti campioni, che guardano proprio alla “figurina” con ammirazione, anche se è l’avversario. Per questo si scambiano la maglia, alla fine. Mario ha anche detto che con lui gli arbitri non parlano, durante il gioco: preferiscono evitarlo e gli negano, perciò , ogni dialogo. Balotelli ha diritto di essere ascoltato, come tutti: ricordiamoci, però, che i grandi calciatori coltivano il rapporto con l’arbitro con misura , quasi con solidarietà, senza attese.

Mi piace questo articolo per l’idea di rispetto e di solidarietà senza attese che un calciatore deve avere con l’arbitro. Balotelli farà un salto in avanti  nella sua maturità psicologica quando non si sentirà più un isolato o discriminato ma come parte del gioco che richiede la presenza 22 giocatori e l’arbitro per potere svolgere una partita. Tutti sono legati a tutti e rispetto e solidarietà senza attese sono necessarie perchè l’incontro non si trasformi in una rissa.

Correre senza paura a Londra

Il campione keniano Wilson Kipsang ha detto che gli atleti non dovranno essre nervosi nel correre la maratona di Londra, dopo solo sei giorni dalle bombe di Boston.

Tra i favoriti alla vittoria in una gara che vedrà la partecipazione di 36.000 atleti, Kipsang ha detto: “Quando corri a pensi a ciò che potrebbe accadere, non ti puoi concentrare. Non dovremmo avere paura durante la gara perchè la sicurezza farà il suo dovere e correremo sentendoci liberi”.

Nessuno dei top runner di Boston correrà a Londra, mentre 2/3 degli atleti in handbike che hanno gareggiato sarà nuovamente presente.

Verranno osservati 30 secondi di silenzio in ognuna delle tre pertenze e al ritiro del pettorale a ogni partecipante verrà data una fettuccia nera da mettere durante la corsa in segno di solidarietà con le vittime.

Continua a leggere su http://www.athleticsweekly.com/news/run-without-fear-in-london-says-kipsang/#smuCOdZcSOKSCp1F.99   e http://www.guardian.co.uk/sport/2013/apr/16/london-marathon-tributes-boston-bombing