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Tifosi scontenti mangiano più grassi e zucchero

Essere tifosi di una squadra che vince può rappresentare un vantaggio per la salute. Quindi quest’anno i tifosi della Roma dovrebbero sentirsi più sani e in salute. E’ quanto emerge da due studi condotti su tifosi di calcio nordamericani e francesi che ha evidenziato che se la propria squadra perde il lunedì si mangiano più cibi grassi e più dolci allo scopo di mitigare la frustrazione conseguente al risultato negativo, mentre ciò non avviene in caso di vittoria. Dai dati non emerge cosa succeda ai tifosi della squadre che retrocedono: sono tutti malati di fegato o dopo un certo numero di sconfitte ci si mette l’anima in pace e il lunedì si rinuncia alle lasagne?

Sono i primi studi di questo tipo, in passato si era indagato sulla relazione fra sconfitta e attacchi di cuore, atti criminali, violenza e alcool. Condotti da Yann Cornil e Pierre Chandon, dell’INSEAD Business School di Fontainbleau.

Camminare e ricercare la serenità

Oggi 1° settembre segna in quache modo la fine dell’estate e l’inizio di un nuovo periodo di attività. Per molti di noi vuole dire continuare a fare una vita sedentaria fatta di spostamenti con mezzi propri o pubblici  e di attività in cui non si spende un briciolo di energia fisica. Che sia negativo per la salute lo sappiamo tutti ma la maggior parte di noi continua a vivere in questa maniera rimandando a un ipotetico domani ogni forma di vita più attiva perchè oggi non ha tempo. Non ci sono almeno in Italia soluzioni a breve a questo stile di vita: le piste ciclabili sono quasi inesistenti così come gli spazi dove camminare sicuri di non essere investiti, molte persone prendono l’automobile per percorsi inferiori al chilometro e i giovani non sono incentivati a camminare, in molte città i mezzi pubblici sono poco frequenti e non in orario e il loro uso non è promosso dai comuni, a scuola si fanno 2 ore la settimana di attività fisica dalla elementare alle superiori. per non parlare delle abitudini alimentari che conducono ad avere sempre più bambini sovrappeso come il 30% degli adulti. Ciò nonostante non si può solo lamentarsi poichè si tratta della nostra vita  e non ne avremo una seconda da vivere. Quindi bisogna fare leva sulla propria motivazione e iniziare a vivere in modo migliore.

Per fare questo si può iniziare da due attività semplici e non costose: camminare 30 minuti tutti i giorni e dedicare 15 minuti al giorno a sviluppare pensieri per noi piacevoli e sereni  (è quello che va sotto il detto – lasciarsi andare a pensieri di pace e serenità -). Prima di dire che non serve a niente e ritornare nel nostro ruolo di vittima dei tempi, diamoci un po’ di tempo per provare, avremo sempre modo di ritornare alle vecchie abitudini.

L’aria interna non è salutare: stiamo troppo al chiuso

“La qualità dell’aria interna” si riferisce alla qualità dell’aria in una casa, a scuola, in ufficio, o altro ambiente dell’edificio. La maggior parte delle sostanze inquinanti che influenzano la qualità dell’aria indoor provengono da fonti all’interno degli edifici, anche se alcuni provengono da fuori. Inquinanti tipici sonoi prodotti di combustione come il monossido di carbonio, particolato e fumo di tabacco, sostanze di origine naturale come il radon; agenti biologici quali muffe, i pesticidi, piombo, amianto, ozono (da alcuni depuratori d’aria), e vari composti organici volatili provenienti da una varietà di prodotti e materiali. Le concentrazioni di alcuni inquinanti sono aumentate negli ultimi decenni a causa di fattori quali la costruzione di edifici a basso consumo energetico e maggiore utilizzo di materiali sintetici da costruzione, arredamento, prodotti per la cura personale, pesticidi e detergenti per la casa.

Negli Stati Uniti il potenziale impatto della qualità dell’aria sulla salute umana a livello nazionale è notevole, per diversi motivi. Gli americani, in media, spendono circa il 90 per cento del loro tempo al chiuso, dove le concentrazioni di alcuni inquinanti sono spesso da 2 a 5 volte superiore rispetto alle concentrazioni tipiche dell’ambiente esterno. Inoltre, le persone che sono spesso più sensibili agli effetti negativi dell’inquinamento (ad esempio, i giovanissimi, gli anziani, le persone con malattie cardiovascolari o respiratorie) tendono a spendere anche più tempo in casa. Effetti sulla salute che sono stati associati con le sostanze inquinanti dell’aria indoor comprendono irritazione degli occhi, del naso e della gola, mal di testa, vertigini e stanchezza, malattie respiratorie, malattie cardiache e il cancro.

Da: United States Environmental Protection agency

Sport per tutti nelle università americane

La scelta di Beverly Tatum, presidente dello Spelman College, di abbandonare lo sport business e di investire sul benessere delle studentesse attraverso la diffusione delle più svariate forme di attività fisica è senz’altro una scelta rivoluzionaria che pone al primo posto non lo sviluppo di prestazioni assolute ma la forma fisica e psicologica. Questa scelta risponde alla regola che lo sport/attività fisica è di tutti e non solo di chi lo sceglie come attività prevalente della propria vita. Credo sia venuto il momento di affermare nuovamente che lo sport è l’unico modo per condurre uno stile di vita fisicamente attivo e per combattere di conseguenza i problemi e le malattie determinate dall’assenza di movimento. E allora è meglio che la scuola promuova meno atleti ma più individui sani e attivi.

“Non correre, cammina” anzi “Non camminare, corri”

Se sei un podista, probabilmente hai letto il sorprendente titolo apparso il 5 aprile sul Guardian: “Brisk walk healthier than running—scientists.” O forse, hai letto nello stesso giorno quest’altro su Health: “Want to lose weight? Then run, don’t walk: Study.”
Sono per caso ricerche condotte da due ambiti accademici rivali? Non esattamente. Ambedue gli articoli descrivono il lavoro dell’erpetologo e statistico Paul T. Williams del Lawrence Berkeley National Laboratory, che questo mese ha fatto qualcosa di particolarmente raro in ambito scientifico: ha usato gli stessi dati per pubblicare due scoperte opposte.
Leggi l’articolo completo su:

Attività fisica e salute

L’esercizio fisico dovrebbe essere prescritto dal medico (http://sante.lefigaro.fr/actualite/2012/11/01/19384-lexercice-physique-devrait-etre-prescrit-sur-ordonnance). E’ quanto propone in Francia Jacques Bazex, medico dell’Academie de médecine, in vista del programma a favore dell’attività fisica che il ministero della salute sta per realizzare. Sport prescritto come gli antibiotici, l’aspirina o gli antidepressivi.  Per  alcune categorie sociali svantaggiate dovrebbe essere pagato dallo Stato.
Secondo la rivista Lancet la sedentarietà sarebbe responsabile di un decesso su 10; è mortale tanto quanto il tabacco: 5,30 milioni nel mondo. (http://en.wikinews.org/wiki/The_Lancet_study_suggests_inactivity_now_as_deadly_as_smoking).
Mentre qui non se ne parla in nessuna proposta politica dei partiti, gli altri vanno avanti con idee e programmi concreti. Neanche nessun giornale ha riportato questa notizia, che ho ripreso da Carlo Nesti: http://www.torinogranata.it/?action=read&idnotizia=33924

 

Qual è la cosa migliore da fare per la nostra salute?

http://www.youtube.com/watch?v=aUaInS6HIGo

I benefici sulla salute dell’attività fisica

Settembre è il mese che coincide con il momento in cui si rinnova l’iscrizione ai centri sportivi o ci si avvicina per la prima. La crisi economica ha ridotto a molti la possibilità di continuare in questa abitudine positiva. Sono, infatti, 4.500.00 gli italiani che dichiarano di non riuscire ad affrontare questa spesa. Ciò nonostante svolgere una regolare attività fisica è un fattore essenziale per restare in salute, molti lo sanno e si sono organizzati per svolgerla a casa, riducendo così i costi e risparmiando tempo. A sostegno di questo impegno individuale  e per conoscenza di molti altri che ancora non ne sono consapevoli riporto quali sono i benefici per la salute che ottengono coloro che conducono uno stile di vita fisicamente attivo:
  • Riduzione del rischio di malattie cardiovascolari.
  • Prevenzione e/o ritardo di sviluppo di ipertensione arteriosa e suo miglioramento.
  • Controllo della pressione arteriosa nei soggetti che soffrono di pressione alta.
  • Buona  funzione cardio-polmonare.
  • Mantenimento funzioni metaboliche e bassa incidenza di diabete di tipo 2.
  • Maggiore utilizzo dei grassi, che possono aiutare a controllare il peso, riducendo il rischio di obesità.
  • Rischio ridotto di alcuni tumori, come al seno, alla prostata e al colon.
  • Miglioramento della mineralizzazione delle ossa in giovane età, contribuendo alla prevenzione di osteoporosi e fratture in età più avanzata.
  • Miglioramento della digestione e la regolazione del ritmo intestinale.
  • Mantenimento e miglioramento della forza muscolare e la resistenza, con un conseguente aumento della capacità funzionale di svolgere le attività della vita quotidiana.
  • Mantenimento funzioni motorie comprese forza ed equilibrio.
  • Mantenimento funzioni cognitive e riduzione del rischio di depressione e demenza.
  • Livelli di stress inferiori e  relativo miglioramento della qualità del sonno.
  • Miglioramento immagine di sé e dell’autostima e aumento ‘entusiasmo  e ottimismo.
  • Diminuzione assenteismo (assenze per malattia) dal lavoro.
  • Negli anziani: minor rischio di caduta e prevenzione o ritardare delle malattie croniche associate all’invecchiamento.

La corsa dei purosangue

Max Monteforte è riuscito a realizzare un sogno. Da sempre grande appassionato di cinema e professionista dello sport, porta i grandi campioni a correre la Maratona di Roma, per la quale è l’Elite Runners Cooordinator. Ha realizzato un film  intitolato “Purosangue”. E’ una storia in cui lo sport, la fatica, il doping e la lealtà s’incrociano e si rincorrono. La storia parla di un professionista dell’atletica, interpretato dall’attore Gianluca Scuotto  alla sua ultima occasione, con il doping nel sangue e Chelimo, un postino keniano, alla sua prima occasione, con la corsa nel sangue, interpretato dall’atleta Festus Langat. Molto diversi tra loro, condividono però la stessa passione e lo stesso manager che è disposto a tutto per far vincere i cavalli di razza della sua scuderia. Il film si chiude con una scena corale e positiva, quasi d’altri tempi, un momento di gioia e riscatto del nostro mondo. ”La strada dei Campioni” è l’altra parte del sogno. Nel Country Resort Sant’Antonio a Montepulciano in 80 ettari immersi nella natura sta nascendo un tracciato di 5km e una pista di 400m, tutta in erba. Un luogo dove con fatica, rispetto della natura e del proprio fisico sarà possibile sognare di diventare un campione da sangue vero. Nascerà la squadra Purosangue e le basi per il training camp, una piccola università della corsa, che presto sarà realizzata in Kenia a oltre 2000m di altitudine, dove tanti giovani correranno e avranno la possibilità di studiare. Complimenti!

Il movimento protegge il cervello

Attività’ fisica moderata e costante, dieta mediterranea e esercizi mentali. Sono questi, in ordine d’importanza, i fattori che conservando l’efficienza del cervello accrescono qualità e quantità della vita. Seguono, sempre in ordine decrescente, altri tre fattori, considerati separatamente perché di difficile definizione e misurazione. Sono: qualità del sonno, intensità dei rapporti sociali e livelli di stress cronico. L’elenco dei sei fattori è il frutto delle ricerche svolte sull’argomento negli ultimi anni sintetizzate da Stefano Cappa, docente di Neuroscienze Cognitive dell’Università Vita e Salute-San Raffaele di Milano, punto di riferimento della Società italiana di neurologia per questa disciplina, una delle protagoniste della Settimana mondiale del cervello, dal 12 al 18 marzo.
Rispetto al “mens sana in corpore sano” enunciato dai Romani oltre duemila anni fa non sembra un gran progresso. “Dal punto di vista pratico, non abbiamo ancora una ricetta rivoluzionaria di stili di vita salutari per la mente – commenta Cappa – Ma il lavoro sin qui svolto ha portato alcune scoperte sorprendenti, che stanno dando nuovo impulso alla ricerca sui fattori protettivi dell’efficienza mentale. Non a caso, il programma settennale di ricerca dell’Unione Europea che parte dal 2014 investirà moltissimo in questo settore della medicina. Ormai è chiaro che dalla farmacologia non arriverà una “pillola salva-memoria” mentre l’invecchiamento della popolazione moltiplica i casi di demenza che stanno portando al collasso i sistemi sanitari. Riuscire a prolungare anche di soli due anni una condizione di buona efficienza mentale porterebbe vantaggi sociali ed economici vitali”.
Attività fisica: “Bastano 30 minuti al giorno cinque volte a settimana – spiega Cappa – va bene camminare, pedalare o nuotare o qualunque altra attività, anche moderata. Si è sempre pensato che i benefici neurologici fossero la ricaduta di quelli sul sistema cardiovascolare. E invece cresce l’evidenza di un effetto protettivo dell’attività fisica direttamente sul cervello.” Da: www.repubblica.it/salute/?ref=HRHM1-10