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Il rugby è ancora una speranza

Gli inglesi si sono dimostrati superiori in molti aspetti del gioco, ma certamente questa volta la nazionale di rugby è andata vicina  alla vittoria come mai prima d’ora. I tecnici di questo sport sapranno valutare cosa non è andato bene. Dal mio punto di vista credo che una parte significativa della sconfitta sia da addebitarsi ai calci sbagliati. Rigori che invece gli inglesi non hanno sbagliato e che il giovane Farrell ha messo dentro per ben quattro volte. Quando si perde per molti punti questi errori non hanno grande rilevanza, ma quando si perde 19 a 15 determinano la differenza fra vincere e perdere. Mi chiedo cosa viene fatto per allenare questa abilità così decisiva, quante ore la settimana sono spese da chi deve calciare e se sono studiate le routine migliori per i calciatori. Colui che ha messo a segno più tiri nella storia del rugby,  l’inglese Johnny Wilkinson, per anni ha speso ogni settimana ore e ore per giungere quasi alla perfezione di questa esecuzione. E’ inglese anche il 20enne Farrell che ieri non ha mai sbagliato, quindi non è questione di età o di esperienza.

L’autostima dei campioni del rugby

Partite come la finale della coppa del mondo di rugby fra Nuova Zelanda e Francia mostrano quanto pesi la componente mentale anche fra squadre di altissimmo valore. La nuova Zelanda nel primo tempo ha sbagliato ben tre calci consecutivi sempre con lo stesso giocatore, Piri Weep,  e nel secondo tempo ha subito i francesi per un lungo periodo senza riuscire a andare in attacco. Il peso psicologico sarebbe potuto essere devastante e per Piri Weep lo è stato, tanto da essere sostituito. Pure Thrin-Duc ha messo fuori il calcio che avrebbe portato in vantaggio i francesi. Sono momenti questi, in cui l’unica cosa che conta è mantenere la fiducia nel proprio gioco e continuare a fare quello per cui ci si è preparati. Non è affatto facile neanche se sei la squadra predestinata a vincere, quella che per tutta la stagione ha sempre vinto. La finale è una cosa diversa, bisogna essere consapevoli che si ricomincia, non conta cosa si è stati sino all’istante prima, perchè è un capitolo del tutto nuovo e se hai dei fantasmi nell’armadio (le precedenti sconfitte con i francesi) verranno fuori nei momenti decisivi dell’incontro e saranno le risposte che si sarà capaci di dare a determinare la squadra che vince.

Le regole dello sport per la vita sociale

“Perchè nel rugby non esiste Io ma soltanto Noi. Sottende forza spirituale prima che fisica. Esclude la mossa furbesca, la sottomissione gregaria, l’arroganza del prepotente.” Giuseppe D’Avanzo

Riprendiamo dal valore degli atteggiamenti in gara

Dopo una pausa forzata riprendo il blog parlando di fatti successi in questo periodo e che rilevano l’importanza nello sport del possedere e manifestare il giusto atteggiamento agonistico. Gli spunti vengono da:
1. La nazionale di rugby - i giocatori hanno affermato che contro il Galles hanno finalmente avuto l’atteggiamento giusto … ma prima come si preparavano alle partite? Secondo, allora non è vero che perdiamo solo perchè non abbiamo la tecnica e l’esperienza delle altre squadre, non sarà che mettendo davanti questi alibi, poi non ci si prepara a andare in campo con l’atteggiamento che serve per fare il proprio meglio?
2. La Juve e la Roma - situazioni differenti ma stesso atteggiamento, calciatori che lottano poco e che non sono disponibili al sacrificio necessario per dimostrare che si vuole vincere (anche se poi non ci si riesce).
3. Gli allenatori di queste due squadre - cosa fanno per stimolare questo atteggiamento? Ranieri nulla e se ne è andato, Del Neri poco giacchè anzichè dire alla stampa “giochiamo partita per partita, e minuto per minuto”, ha invece più volte affermato che erano pronti per il terzo posto piuttosto che per la Champions. Frasi inutili, si dirà dette per dire qualcosa, secondo me invece rivelano un atteggiamento poco orientato all’impegno spasmodico da avere sempre in campo, il risultato poi si vedrà.