Archivio per il tag 'prestazione'

Pagina 3 di 3

Quanto è difficile fare del proprio meglio

Come siamo fatti strani: ci si prepara migliaia di ore per fornire una prestazione un determinato giorno che da tempo conosciamo e poi la cosa più difficile da fare è proprio fare ciò che di cui siamo capaci in quel giorno.

Sport per tutti nelle università americane

La scelta di Beverly Tatum, presidente dello Spelman College, di abbandonare lo sport business e di investire sul benessere delle studentesse attraverso la diffusione delle più svariate forme di attività fisica è senz’altro una scelta rivoluzionaria che pone al primo posto non lo sviluppo di prestazioni assolute ma la forma fisica e psicologica. Questa scelta risponde alla regola che lo sport/attività fisica è di tutti e non solo di chi lo sceglie come attività prevalente della propria vita. Credo sia venuto il momento di affermare nuovamente che lo sport è l’unico modo per condurre uno stile di vita fisicamente attivo e per combattere di conseguenza i problemi e le malattie determinate dall’assenza di movimento. E allora è meglio che la scuola promuova meno atleti ma più individui sani e attivi.

Agonismo: che ansia

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-511e9bca-9c17-4f42-a28c-d8407e070b4a-raisport.html#search=true&name=Formula+S&q=&id=Category-ab978a47-c01b-486f-a7ce-22f50d7ee788&page=

L’importanza dell’autocontrollo

L’unica cosa che puoi controllare è la tua prestazione.

(guarda: http://www.youtube.com/watch?v=vA3zbCsR8vA)

Stress da prestazione: quando è positivo e quando è negativo

Durante i Giochi parlare di stress da prestazione significa capire l’atteggiamento e le speranze di tutti questi giovani che sono lì a Londra impegnati a raggiungere i loro obiettivi. La trappola in cui possono cadere è quella di restare mentalmente prigionieri del risultato da ottenere: vincere, salire sul podio, migliorare il proprio record personale o qualificarsi per un turno successivo. Concentrarsi sul risultato da ottenere è l’errore più grave che possano fare, soprattutto perché non è in potere di nessuna persona. Il risultato è l’effetto della prestazione e questa dipende completamente dall’atleta. Nessuno può decidere di vincere, tutti possono decidere di fare il loro meglio. Il primo atteggiamento genera uno stress incontrollabile, il secondo invece determina quel grado di stress che serve a ognuno per esprimersi al massimo. Avere questo atteggiamento orientato a restare concentrati sulla propria prestazione anziché sul risultato è un passaggio indispensabile per chiunque voglia gareggiare con successo. Altrimenti il rischio è di non riuscire a gareggiare al proprio livello. L’allenamento mentale è il sistema per imparare a sviluppare questo atteggiamento efficace.

Le aspettative uccidono la prestazione

Aspettarsi di fare una grande prestazione è ciò che di peggio possa pensare un atleta. Le aspettative devono essere parte dell’autocontrollo che un atleta deve avere su se stesso.  L’unica aspettativa consentita è di sapere che bisogna impegnarsi al massimo ma quando si comincia si deve mettere da parte ogni idea di risultato e lottare in ogni istante della gara, passo dopo passo, tiro dopo tiro, centimetro dopo centimetro, secondo dopo secondo. Non c’è null’altro oltre questo e chi non è allenato a questo resta indietro.

Cos’è una prestazione sportiva eccellente?

Durante le olimpiadi sentiremo spesso parlare di prestazione sportive e prestazioni eccellenti. Per capire bene cosa staremo guardando o cosa leggeremo bisogna sapere cosa vogliono dire questi termini. Non basta semplicemente dire che una prestazione consiste nel sapere fare bene o al meglio qualcosa che sia nuotare, saltare o correre. Infatti la prestazione sportiva è una forma speciale di comportamento che comprende la dimensione competitiva in cui tutti gli atleti vogliono padroneggiare al loro meglio le loro abilità, dimostrare superiorità sugli avversari, mentre tutto questo avviene di fronte a un pubblico numeroso se non addirittura davanti a centinaia di milioni di persone. La prestazione sportiva alle Olimpiadi ha queste caratteristiche e tutti gli atleti ne sono consapevoli. In queste condizioni fornire prestazioni eccellenti significa fare qualcosa d’incredibile, di straordinario e di totalmente fuori dal comune.

I due alpinisti sul Bianco sono morti

Purtroppo sono morti i due alpinisti sul Bianco e non sapremo mai il perchè. La montagna è così fatta, non lascia scampo quando si sbaglia. L’errore, se c’è stato, è stato di fidarsi troppo delle proprie abilità e partire per un’impresa già difficile con il bel tempo, sapendo invece che sarebbe peggiorato e di molto. Questo è successo ed è quasi impossibile resistere a quell’altezza con quella temperatura. In montagna gli errori si pagano spesso con la vita o con gravi menomazioni; l’eccesso di sicurezza è spesso una causa d’incidenti, si pensa di essere immortali e poi ci viene dimostrato il contrario. L’alpinismo non è uno sport ma quanto è accaduto fa certo parte del capitolo: rendimento e preparazione psicologica. Si potrebbe dire in modo cinico: pensavamo di essere così bravi da ingannare la montagna. Leggi:  http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/428992/

Relazione fra preparazione psicologica e rendimento in partita

Un allenatore mi ha chiesto quale sia la relazione fra rendimento in partita preparazione psicologica.

Bisogna entrare in campo uniti e con la voglia di fornire una prestazione ottima (adeguata ovviamente al livello della squadra). Pertanto la preparazione psicologica consiste nell’allenare i calciatori a mettersi in quella che per ognuno è la propria personale condizione psicofisica ottimale. In altre parole al fischio d’inizio dell’arbitro ogni giocatore deve potere dire “Sono pronto”. Il rendimento è influenzato dalla condizione mentale del singolo e della squadra, si tratta quindi d’insegnare agli atleti a mettersi in questa condizione di prontezza psicologica che gli consente di esprimere il proprio valore in campo. Va sempre ricordato che anche se si guida una Ferrari se il pilota non è bravo, anche una 500 può superarla.

Il Motivatore

Se l’uso delle parole possiede ancora un senso, il Motivatore (inglesismo che non esiste nel vocabolario italiano) è colui che fornisce la motivazione, la passione, l’interesse per riuscire. E’ colui che agisce per motivare qualcuno a fornire determinati comportamenti. Mi sembra che questo approccio riveli una concezione passiva dell’essere umano che deve venire motivato da qualcuno altro. In psicologia è riconosciuto che gli individui si motivano da loro stessi e che gli altri sono importanti nel fornire delle ragioni per rafforzare modi di pensare e di essere già esistenti. Infatti la preparazione mentale a un evento è  un percorso di ampliamento della consapevolezza e di affinamento delle competenze mentali e sociali che permetterranno di affrontarlo in una condizione che per quella singola persona sarà quella ottimale. Inoltre i motivatori sono persone laureate in materie non psicologiche o non lo sono affatto che hanno scoperto di avere qualità psicologiche che li portano a influenzare altre persone e che hanno acquisito alcune tecniche psicologiche che spesso afferiscono alle PNL e all’ipnosi. Queste loro convinzioni gli permettono di essere certamente più aggressivi e propositivi rispetto agli psicologi. Per contrastare la diffusione di questo ruolo gli psicologi devono essere più visibili sul mercato del lavoro con proposte di qualità, devono essere percepiti come utili dai loro potenziali clienti, devono smettere di piangersi addosso e devono promuovere in modo incessante la loro professionalità.