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La perseveranza porta al successo

Uno dei segreti delle prestazioni di successo è nella continuità o perseveranza (come detto nell’ultimo blog). Questo è particolarmente evidente negli sport di situazione come quelli di squadra ma anche in quelli individuali nel tennis, tennis tavolo, scherma. In realtà, la necessità di essere perseveranti è presente in ogni attività umana e molti detti popolari come ad esempio: “Non fare domani quello puoi fare oggi” sono un’esortazione ad agire in questo modo nella vita quotidiana.

E’ mia percezione che spesso gli atleti che hanno successo, rispetto agli avversari, mostrano una maggiore perseveranza/continuità nel gioco. Non mi riferisco ad aspetti tecnico-tattici ma all’atteggiamento mostrato in campo, prevalentemente costante senza evidenti sbalzi d’umore. A mio avviso, prevalgono in virtù di questo atteggiamento che valorizza il loro gioco. Al contrario, troppo spesso gli avversari manifestano reazioni emotive eccessive nei momenti di difficoltà e visibili dal punto di vista comportamentale che li danneggiano.

Come migliorare? A mio parere gli atleti dovrebbero prima di tutto essere consapevoli del valore della perseveranza in campo mentre spesso danno delle spiegazioni esclusivamente tecnico-tattiche delle loro prestazioni insoddisfacenti.

Ricorda che non importa quanto alleni, ma quanto la tua mente è presente quando ti alleni” (Kobe Bryant). Si potrebbe partire da questa affermazione per valutare quali sono e quando si manifestano questi momenti di black-out in allenamento e in partita. Successivamente si dovrebbe giungere a prevenirli servendosi di tecniche di respirazione e di concentrazione adatte alle situazioni del proprio sport.

Cos’è la perseveranza?

La perseveranza è

impegnarti con intensità e precisione

dopo che ti sei stancato 

di essere intenso e preciso

  • Tennis: impegnarsi a giocare un colpo in più
  • Tiri di precisione (calcio, rugby, basket, volley, baseball, tennis): dedicare extra time dopo l’allenamento
  • Tiro a volo, arco e tiro a segno: creare situazioni di stress tecnico e mentale in allenamento, restando concentrati sull’esecuzione
  • Sport di combattimento: ripetute con velocità e precisione sino a stancarsi mentalmente
  • Golf: mantenere sempre la propria routine pre-tiro per la durata allenamento o 18 buche
  • Endurance: impegnarsi con intensità a trovare energia fisica e mentale dentro di sé nei momenti di stanchezza e tenere il ritmo

Tennis: le pause mentali fanno perdere le partite

Mi sto convincendo che per molti giovani tennisti da cui sarebbe realistico aspettarsi prestazioni e risultati migliori di quelli che ottengono di solito, un fattore di miglioramento significativo risieda nel migliorare la qualità dell’allenamento. In larga parte non si tratta di fare cose diverse ma di esercitarsi con un’ intensità elevata e costante; la stessa che poi si vorrebbe mostrare in campo. In partita, si chiede ai tennisti di giocare in modo costante e adeguato al loro livello per un lungo periodo di tempo, mentre in allenamento questa richiesta è spesso assente. Allenatori e psicologi dovrebbero lavorare insieme per aiutare il tennista a colmare questa lacuna. La domanda è la seguente: “Come si può giocare concentrati per almeno 90 minuti,  se in allenamento non si raggiunge mai questo limite o se si accetta che vi siano delle pause in cui la concentrazione si riduce ai minimi termini?”

Se è vero che ci si allena per ripetere quanto appreso in partita, la ripetizione riguarda non solo la tecnica ma anche il sapere mantenere la concentrazione limitando al minimo le pause mentali, che invece in partita spesso rappresentano il principale ostacolo all’esecuzione del proprio gioco.