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Perdere è facilissimo anche per i + forti

Il vincitore della maratona di Londra dello scorso anno, Emmanuel Mutai quest’anno ha impiegato ben 4 minuti di più del suo tempo precedente (2:08:01) e dalle immagini viste in TV si percepiva che gli ultimi km sono stati di una sofferenza totale. Diokovic ha perso in finale contro Nadal 6-3 6-1 e non è mai stato in partita ma non si è sottratto al gioco. Nibali è giunto secondo alla Liegi-Bastogne-Liegi; dopo avere dominato con una fuga solitaria l’ultima parte della corsa, all’ultimo km è crollato ed stato superato da un avversario; dopo una gara di più di 6 ore è giunto a circa 30secondi dal primo. Lo sport è anche questo, dolori fisici e mentali che possono colpire chiunque anche gli atleti più forti che però s’impegnano sino alla fine. Credo che questi tre casi possano essere di grande aiuto a tutti i giovani che aspirano a realizzare i loro sogni: bisogna sapere perdere con dignità lottando sino alla fine.

Perchè la Fiorentina perde e la Juve vince

Giunti alla fase finale del campionato per prevedere come si comporteranno le squadre nelle prossime giornate è necessario comprendere perchè alcune squadre (Fiorentina, Lazio, Novara) perdono mentre altre (Juventus, Catania, Milan) vincono. Questo ragionamento va oltre la qualità tecnica complessiva delle squadre che come sempre non basta a spiegare i risultati ottenuti sul campo. Il segreto, se così si può chiamare, è in un nuovo concetto: la tenacia mentale che è alla base delle prestazioni di alto livello. Si basa su quattro pilastri: (1) sapere gestire lo stress agonistico, (2) mantenere una forte fiducia nella propria capacità di raggiungere gli obiettivi di prestazione, (3) orientare sempre l’impegno e la determinazione  in modo costruttivo e al recupero dagli insuccessi, (4) mantenere la concentrazione sugli aspetti prioritari della prestazione, eliminando le distrazioni. Sono queste  a mio avviso le ragioni del successo, su cui ogni allenatore dovrebbe allenare la sua squadra. Le squadre che giocano al di sotto del loro livello sono carenti in queste quattro abilità mentali e non si possono definire come squadre tenaci.

La Roma è instabile

La Roma produce risultati altalenanti ha due sole serie positive quest’anno. La prima a inizio campionato di 4 partite (2 pareggi e 2 vittorie) e interrotta dalla Lazio e l’altra di 7 partite (3 pareggi e 4 vittorie) alla fine del girone di andata. Altrimenti vi è l’alternarsi di vittoria e sconfitta. Ragioni tecniche o mancanza di campioni? La sostanza è che non vi è continuità di gioco e quindi di risultati e poi queste continue espulsioni non saranno determinate dal nervosismo dei giocatori? Non conosco il sistema di Enrique ma penso che hai calciatori andrebbe fatto vedere spesso quello che fanno quando la squadra vince, così da renderli consapevoli che sanno fare. Spesso soffermarsi sugli errori determina una convinzione d’incapacità a cui alla fine si finisce per crederci.

Paura di perdere

La paura di fallire è un sentimento sempre presente negli atleti. Spesso sento dire “riuscirò anche quest’anno a fare come l’anno passato?”, “Non sono ancora in forma, riuscirò a esserlo fra un mese alla prima gara?” Domande che possono erodere la fiducia in se stessi e a cui non c’è una risposta certa, “Sì, ce la farai!” Bisogna accettare di correre il rischio, digerire questi dubbi e lavorare con intensità e qualità nel seguire il proprio programma, poi si vedrà.. Bisogna avere fede in se stessi, che significa “Non so se ce la farò, ma sto facendo di tutto per essere pronto quando sarà necessario.”

Perdere per un colpo

Al torneo  “Johhny Walker” del tour europeo di golf,   l’inglese Mark Foster, dopo essere stato al comando per tutto il giorno e in vantaggio di un colpo su altri quattro giocatori sino alla penultima buca, ha fatto bogey all’ultima. Pertanto in cinque sono andati a pari merito a giocare il playoff. Il primo ad essere eliminato dal playoff, giocato sul par 5 della buca numero 18, è stato Bernd Weisberger. Dopo l’austriaco quindi Pablo Larrazabal, anche lui eliminato da un bogey. Quindi una buca senza eliminazioni (per i tre in gara tre birdie) e l’eliminazione per bogey di Mark Foster. La conclusione del torneo è arrivata quindi alla quinta buca di spareggio, quando un birdie ha consegnato a Thomas Bjorn la vittoria. Per Foster si è trattato di perdere la gara all’ultima buca, un solo colpo sbagliato e si è ritrovato in compagnia di altri quattro. E poi lo spareggio in cui a ogni errore corrisponde l’eliminazione. Questo è il golf, dopo vari gioni di gara per un colpo sei dentro o fuori, primo o quinto, vinci centinaia di migliaia di euro o quasi niente. Sono 8 anni anni che Foster non vince un torneo. Come starà oggi?