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Mindfulness e maratona

Ieri si è svolto il webinar intitolato “Il mental coaching per la maratona” e una domanda ha riguardato l’uso della mindfulness nella maratona. Se con mindfulness intendiamo “il permettere al presente di essere com’è e di permettere a noi di essere, semplicemente, in questo presente” (John Teasdale) questa condizione mentale può certamente essere utile al maratoneta. Durante la corsa di lunga durata il presente è rappresentato dal ritmo del proprio passo o dal respiro. Saperli ascoltare è particolarmente utile nelle fasi iniziali e in quelle finali della maratona in cui per l’atleta è importante essere consapevole delle reazioni del suo corpo. Trattandosi di una gara la mindfulness può differenziarsi dalla accettazione non giudicante del presente, poiché l’atleta può essere consapevole che si trova in difficoltà. Ad esempio, si rende conto che la respirazione è diventata affannosa o che la frequenza cardiaca è troppo elevata o ancora che le sua corsa sta diventando sempre più pesante. In questi momenti, il runner deve passare a uno stato mentale più attivo e teso a ridurre o contrastare queste sensazioni che stanno minando la sua corsa. Lo farà magari accorciando il passo o rallentando di qualche secondo la sua velocità oppure sposterà l’attenzione su altri aspetti che lo distraggono da queste sensazioni debilitanti. Molti runner si servono di una strategia dissociativa che comporta il focalizzarsi su qualsiasi altra cosa cosa che non sia il proprio corpo. Paula Radcliffe racconta che in questi momenti conta sino a 100, sapendo che dopo che ha contato per tre volte ha corso un altro miglio. Ogni maratoneta deve trovare le soluzioni durante gli allenamenti. Prepararsi per una maratona è molto impegnativo e i momenti di difficoltà che s’incontrano servono a trovare queste risposte e a iniziare a metterle in pratica, così da arrivare al giorno della gara mentalmente preparati.

Le idee di Paula Radcliffe

Alcune interessanti risposte fornire da Paula Radcliffe  durante l’intervista concessa a Adharand Finn.

(testo completo: http://www.guardian.co.uk/lifeandstyle/the-running-blog/2013/mar/08/paula-radcliffe-interview-running-blog)

Se non potrai tornare a correre in modo competitivo, continuerai correre per divertimento? Sì. Questa è la cosa più importante per me. Sono impazzita negli ultimi mesi non essendo in grado di correre. Correre mi dà un sacco di piacere. E ‘qualcosa che farò sempre, tanto a lungo quanto posso.

Guardando indietro la tua carriera, qual è stato il tuo momento più bello? Probabilmente il record del mondo. [Paula detiene il record mondiale per la maratona in 2:15:25. E 'quasi tre minuti più veloce di chiunque altra, ed è considerato uno dei più grandi record mondiali di atletica.] Ma poi vincere il mondiale cross-country champs [nel 2001 e nel 2002]  è stato proprio importante per me. E’ stata la mia ambizione a lungo termine che mi ha aiuato a vincere.

Quando hai stabilito il record del mondo di 02:15, avevi programmanto un piano per correre così veloce, o ti sei semplicemente sentita bene quel giorno? Non ho mai pianificato di correre ad una certa andatura. In tutta la mia carriera il mio motto è stato “no limits”. Non cerco di correre a un determinato ritmo, perché  cosa accade se sei in anticipo o se stai anadando più piano?

Qual è la prima volta che capito che eri brava? Non ho mai pensato: “Oh, sono brava” Ho pensato a divertirmi. Più tardi, la domanda è stata: “Posso fare una carriera fuori della corsa?” Vincere il mondiale juniores di fondo [nel 1992] è stato un punto di svolta, ma anche allora il mio obiettivo principale era andare l’università, e solo dopo vedere se ero abbastanza brava.

Dove si trova il tuo posto preferito per correre? Mi fa sempre piacere correre a Central Park [New York]. E’ un bellissimo parco, ma con il profilo di Manhattan proprio lì è davvero speciale. Ma mi piace anche Fort Romeu [Francia], percorrendo alcuni sentieri costieri, alcuni luoghi in Iten [Kenya]. Fondamentalmente ho posti preferiti ovunque vado.

Se qualcuno ti chiede un consiglio che cosa gli dici? Assicuratevi di avere le scarpe giuste per voi. Analizza in un negozio il tuo modo di correre. E non correre allo stesso ritmo per tutto il tempo, ma inserire nel programma un po’ di fartlek [alternando ritmo veloce e lento], o lavoro in collina . 

Ti capita mai di sentire della musica? Sì, in palestra, ma mai al di fuori. Preferisco essere in sintonia con l’ambiente e essere consapevole delle cose. Mi piace ascoltare la mia battuta sul terreno e la mia respirazione. Può essere molto rilassante.