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L’importanza del dialogo con se stessi nel calcio

Gli errori continui nel campionato di calcio, da quelli di Bentancur contro il Porto a quelli di Sassuolo- Napoli mettono in luce che molti calciatori probabilmente non hanno un dialogo con se stessi che gli fornisce istruzioni su come giocare in determinati momenti e che sostiene la loro tenacia nel continuare a impegnarsi al meglio delle loro capacità. Si tratta di errori gravi che incrinano qualsiasi idea tattica di una squadra e della cui importanza non credo che le squadre e gli allenatori siano pienamente consapevoli e agiscano per cambiare. Di seguito alcuni dati scientific che ne dimostrano l’importanza nel calcio.

Il self-talk può influenzare le prestazioni sportive. C’è una correlazione positiva tra il miglioramento delle prestazioni, il self-talk positivo (che aumenta la fiducia e la convinzione nelle proprie capacità) e il self-talk istruttivo (che devia l’attenzione su alcuni elementi di un movimento per aumentare il focus attentino, aiutando così l’esecuzione).

Daftari, Fauzee e Akbari (2010) hanno esaminato gli effetti positivi e negativi percepiti del self-talk sulle prestazioni calcistiche su giocatori di calcio iraniani di élite (membri della squadra nazionale). I partecipanti a questo studio erano 25 calciatori professionisti maschi iraniani (età media 27 anni). I risultati hanno dimostrato che gli effetti percepiti del self-talk neicalciatori professionisti in contesti di prestazioni reali possono essere classificati in due categorie principali: positivi e negativi.

Gli effetti positivi comprendono più dell’80% degli effetti percepiti del self-talk, mentre gli effetti negativi comprendono meno del 20% delle risposte. I tre effetti positivi più citati del self-talk sono stati:

  • “Migliora la coordinazione con i compagni di squadra (15,6%)
  • “Migliora la concentrazione e l’attenzione (12,5%)
  • “Promuove la capacità di prendere decisioni (11,4%)”.

I risultati indicano che gli effetti percepiti del self-talk tra questi partecipanti erano:

  • Aumentare la coordinazione dei giocatori attraverso la ripetizione mentale di situazioni critiche
  • Migliorare la concentrazione degli atleti e affinare la precisione dei loro movimenti
  • Aumentare la loro capacità di prendere decisioni corrette con precisione nel minor tempo possibile
(Fonte: Farina e Cei, 2019)

Sai parlare con i tuoi atleti?

Gli allenatori che ascoltano comunicano in questo modo:

  1. Si servono delle parole degli altri per far loro comprendere che li hanno ascoltati,
  2. Ripetono, parafrasando ciò che hanno ascoltato,
  3. Utilizzano espressioni del tipo “Se ho ben capito vuoi dire che…” oppure “Mi stai dicendo che per te le cose stanno in questo… e questo modo…”
  4. Utilizzano il linguaggio non verbale in modo coerente con il contenuto del loro messaggio, per cui guardano l’atleta o il gruppo e assumono una posizione del corpo rivolta verso di loro,
  5. Riconoscono gli stati d’animo altrui, enfatizzandone il valore, impegnandosi nel ridurne l’intensità o ad aumentarla in funzione delle situazioni,
  6. Sanno riassumere le opinioni altrui, evidenziando il valore dei singoli contributi e/o di quello collettivo nel conseguimento degli obiettivi.

Chi si percepisce carente nell’ascolto dovrebbe utilizzare queste indicazioni per migliorare questa sua competenza. Potrebbe stabilire quali siano le situazioni in cui sperimentare queste modalità d’interazione durante l’allenamento, prestando attenzione alle reazioni degli atleti.

(da Alberto Cei, 2016)

Persone o macchine da medaglie

Il nuovo scandalo del doping nell’atletica e il dubbio che il prossimo vincitore del Tour de France sia dopato rappresentano fatti e domande che portano alla distruzione dello sport. Noi appassionati guardiamo i “nostri” atleti, per un attimo facciamo il tifo per loro ma subito dopo ci chiediamo se ciò che guardiamo è vero o se stiamo guardando dei truffatori. Forse è per questo che ci siamo tanto entusiasmati per le paralimpiadi Londra, perchè dentro di noi non concepiamo, ancora, la possibilità che siano dopati. Che fare allora? Sostenere che bisogna abolire la lotta al doping come alcuni dicono? No di certo! Una prima risposta potrebbe essere di non lasciare soli i giovani che fanno sport, soli con allenatori, genitori, medici o dirigenti che possono convincerli a fare scelte sbagliate. Parlerei con questi giovani e gli direi di parlare di questo grande problema che è il doping e di quali sono le ragioni per cui si può cadere in questa trappola e che cosa gli serve per essere convinti che si può vincere anhe senza farsi del male. Bisogna parlare e parlare e parlare senza lasciare mai lasciare sole le persone con i propri fantasmi e con le suggestioni che persone disoneste possono prospettargli. Sono convinto che nessuna organizzazione dello sport abbia mai agito in questo modo, perchè per loro è solo importante dire non dopatevi perchè fa male alla salute e perchè incorrete in un reato penale. Ma nessuno che s’interessi delle paure dei giovani e dei fantasmi che li agitano. Continuiamo pure con questa visione solo biologica dell’atleta ma non possiamo più nasconderci dietro il “te lo avevo detto” perchè come diceva De André “continuate pure a credervi assolti siete per sempre coinvolti”.