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Più “progresso”, più diabete e obesità

La diffusione di obesità e diabete di tipo 2 potrebbe diventare epidemica nei paesi a basso reddito, tra gli individui che posseggono televisori, computer e automobili. E’ questo il risultato di uno studio internazionale, condotto da Scott Lear della Simon Fraser University e pubblicato sul Canadian Medical Association Journal. Lear ha diretto un gruppo di ricerca internazionale che ha analizzato i dati relativi a 150.000 adulti provenienti da 17 paesi  con diversi livelli di reddito.

I ricercatori hanno trovato un aumento del 400% in obesità e  del 250%  nel diabete tra i proprietari di questi tre oggetti residenti in paesi a basso reddito. Lo studio ha inoltre messo in evidenza che il possesso di tutti e tre i dispositivi è associato a una diminuzione del 31% in attività fisica, del 21% di sedentarietà e un aumento di 9 cm di giro vita rispetto a coloro che non li possiedono.

Comparativamente  i ricercatori non hanno trovato alcuna associazione nei paesi ad alto reddito, suggerendo che gli effetti di possedere oggetti legati a stili di vita sedentari sono già da tempo presenti.

“Con la crescente diffusione delle moderne comodità – televisori, automobili, computer – i paesi a basso e medio reddito possono raggiungere gli stessi livelli di obesità e di diabete dei paesi ad alto reddito, che sono il risultato della troppa sedentarietà, della ridotta attività fisica e aumento dell’assunzione di calorie”, spiega Lear.

I risultati possono portare a “conseguenze sanitarie sociali potenzialmente devastanti ” in questi paesi, Lear aggiunge. Si prevede un aumento dei tassi di crescita di obesità e diabete  nei paesi a basso e medio reddito maggiore sarà il livello di industrilizzazione.

Obama e Biden: jogging alla Casa Bianca contro l’obesità infantile

Il presidente Barack Obama e il vice presidente Joe Biden sostengono la campagna Let’s Move di Michelle Obama facendo del jogging all’interno della Casa Bianca durante una pausa dal lavoro. Il video è di supporto alla campagna contro l’obesità infantile.

6.000.000 di obesi

Nel nostro paese vi sono 6milioni di obesi che costano al servizio sanitario nazionale 8miliardi di euro. E’ un dato con un costo esistenziale impressionante e un costo economico pari alle manovre finanziarie del governo. Non sono costi una tantum, sono costi che si ripropongono ogni anno. Non sono dati nuovi e non è nuova la passività dei governi italiani di fronte a questo problema, che ha dimensioni che di anno in anno aumentano e a cui nessuno prova a dare risposte significative. Mentre si parla molto del cancro e si trovano soldi per finanziare giustamente la ricerca delle cause e delle terapie per curarla e di come prevenirlo; si parla e si fa poco per l’obesità perchè nella mente di tutti è considerato come un problema che dipende solo dalla volontà delle singole persone ad avere uno stile diverso. In altri termini, non si fa nulla perchè le persone stesse sono causa del loro male. Lo stesso discorso vale per la sedentarietà, pur essendo la quarta causa di morte, è vissuta come un problema del tempo libero, della pigrizia personale a fare quel po’ di movimento quotidiano che permetterebbe di procurare dei benefici al proprio sistema cardiocircolatorio e più in generale migliorerebbe il proprio benessere psicofisico. Quindi giacchè a nessuno interessa che siamo obesi, almeno godiamo ammazzandoci mangiando.

(per saperne di più: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-58047582-7e0a-489c-8647-5c5de075ad73.html)

Il programma di Michelle Obama per ridurre l’obesità infantile

Continua la campagna “Let’s move” di Michelle Obama contro l’obesità infantile e il prossimo passo è la collaborazione fra 5 aziende e un sito web per diffondere ricette salutistiche. Le aziende coinvolte sono Conde Nast, Hearst Magazines, Meredith Corp., Food Network e Time Inc.

Sono state identificate più di 3000 ricette che soddisfano le linee guida per una nutrizione sana e equilibrata in relazione a quanta frutta, verdura, proteine e cereali devo esservi nel piatto di ognuno in ogni pasto. Le aziende stanno promuovendo queste ricette sui loro siti web di cucina e molte sono pubblicate sul sito del social network Pinterest.

 

 

Aiutare le persone a trovare le ragioni per muoversi

Ogni giorno viene pubblicata una ricerca su quanto sia importante per il nostro benessere condurre una vita fisicamente attiva, l’ultima ci spiega che bastano poche ore di movimento la settimana per allungarsi la vita di alcuni anni (www.repubblica.it/salute)

E’ però altrettanto importante capire come promuovere l’attività fisica sapendo che in Italia fra coloro che non fanno sport in maniera continuativa:

  • 1 maschio su 2 è in sovrappeso
  • 1 maschio/donna su 10 sono obesi
  • 1 donna su 3 è in sovrappeso

 

Salute e benessere: E’ un problema?

E’ di oggi la notizia che il Rapporto trimestrale sulla situazione economica e sociale della Commissione Europea ci attribuisce i primo posto per posti di lavoro persi e riduzione delle entrate delle famiglie. Siamo un paese alle corde come un pugile suonato che qualcuno sostiene per non farlo cadere definitivamente a terra. Siamo un paese in cui non solo c’è poco lavoro e si guadagna poco ma a molti manca anche la salute perché si rovinano con il cibo spazzatura o mangiando quantità eccessive di cibo. Questo fenomeno ha un costo sociale annuo molto elevato, pari a 8,3 miliardi,che corrispondono al 6,7% della spesa pubblica che si perde in cure mediche, in prevalenza per malattie cardiovascolari e diabete, ma anche per dietologi e psicologi (negli Usa il costo dell’obesità per lo Stato tocca il 9% della spesa medica complessiva, 147 miliardi di dollari).  Costo che non potrà che peggiorare: nel 2025  si prevede che il 43% degli adulti sarà obeso. La guerra per la diffusione di una cultura del benessere è possibile farla ma nessuno ne parla. Non ha costi particolari, non richiede accordi fra le parti sociali, non richiede che la situazione economica europea cambi, è indifferente al valore dello spread. Mi chiedo se nessuno, a partire dal ministero della salute, fa nulla perché questo tema non è terreno di scontro politico che è l’arte principale in cui si esercitano i politici o perché anche chi governa a Roma come nelle Regioni non capisce o non è interessato alla salute dei cittadini. Potrebbe anche essere che l’idea di migliorare l’alimentazione e di favorire la diffusione dell’attività fisica sono soluzioni così banali che si ritiene che ogni persona dovrebbe essere capace di trovare da solo la soluzione migliore per sé.

                              LA SITUAZIONE IN ITALIA  (Dati ANSA)

                               Da: www.sportmedicina.com/obesita_pandemia.htm

 

QUANTI SONO GLI OBESI

4 MILIONI DI ADULTI

+25% RISPETTO AL 1994

LE REGIONI PIU’ COLPITE

MOLISE 12.8%

CAMPANIA 11.2%

CHI SONO

MASCHI 9.2%

FEMMINE 8.8%

LA GEOGRAFIA DELL’OBESITA’

NORD 7.8%

CENTRO 7.9%

SUD 10.8%

ISOLE 9.5%

L’ETA’

18-24 ANNI 11.6%

45-54 ANNI 12.4%

55-64 ANNI 14.4%

65-74 ANNI 14.2%

BAMBINI OBESI O SOVRAPPESO

ITALIA 36%

SPAGNA 27&

SVIZZERA 24%

INGHILTERRA 20%

FRANCIA 19%

GERMANIA 14%

 

USA 1 obeso 3

La più recente indagine sullo stato di salute degli americani, apparsa sul Journal of the American Medical Association, ha rilevato che 1 su 3 è obeso o sovrappeso e e la proporzione fra i giovani è di 1 su 6. Non è aumentata negli ultimi 12 anni ma resta un problema piuttosto grave. In particolare il 35,7% della popolazione è obesa e lo è il 16,9% dei giovani sino a 19 anni. Neri e bianchi se maschi hanno circa la stessa percentuale, 38.8% i primi e 36,2 i secondi. Netta è invece la differenza a favore delle donne bianche (32.2%) rispetto alle donne nere (58.5%). Inutile ripetere quanto questa condizione sia dannosa per il benessere delle persone e come l’unica politica sia quella di aumentare l’attività fisica e ridurre drasticamente cibi e bevande ipercaloriche. Cerchiamo di non imitarli, perchè siamo da tempo su questa strada.