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Martina Grimaldi ha vinto l’oro nella 25km dei mondiali di nuoto

Martina Grimaldi ha conquistato la medaglia d’oro nella 25 km ai mondiali di nuoto in acque libere a Barcellona con un incredibile finale. Ha chiuso in 5h07’19″8. a un decimo dalla seconda, la tedesca Angela Maurer e a 7 decimi dalla terza, la statunitense Eva Fabian.

Commenta così Martina Grimaldi: “Non mi sono scoraggiata dopo un inizio di mondiale in salita. Ci ho messo testa e cuore. Alla fine mi dicevo solo che dovevo resistere e cercare di portare a casa qualcosa … quando ho visto che eravamo in tre ho provato a lanciare il rush finale. Dedico questo oro ai miei genitori ed a chi mi è stato vicino in questi giorni”.

Federica Pellegrini e la ritrovata serenità

La storia di Federica Pellegrini sta a dimostrare che anche una delle atlete più dotate di talento e più vincenti dello sport mondiale,  ha bisogno a un certo punto della sua carriera di un periodo di recupero dopo anni di lavoro molto intenso. Non si è presa un anno di riposo ma ha ridotto gli impegni agonistici, le ore di allenamento e si dedica a un’altra specialità. L’esempio di Federica Pellegrini vale per tutti e non solo per gli atleti di livello olimpico. C’insegna che il recupero è parte della storia sportiva di ognuno che non ci si può stressare per anni senza avere un periodo in cui si rallenta e si fa dell’altro. Non si può sempre spingere al massimo, perchè questo atteggiamento porta nel lungo periodo all’abbandono e alla perdita della serenità. Bisogna avere voglia di allenarsi, di sacrificarsi e di provare gioia a essere stanchi, quando invece diventa un peso bisogna fermarsi o ridurre l’impegno. Questo è importante anche per gli atleti amatori, che non devono vincere nulla ma che troppo spesso si consumano senza mai prendere un attimo di riposo. Bisogna non dimenticare mai che il recupero fa parte dell’allenamento.

Vincere il cancro

Questa è la storia di Amanda Mercer, 44 anni, che 4 mesi dopo essere stata operata di cancro al seno, insieme ad altre compagne ha stabilito il nuovo record di squadra di attraversata a nuoto della Manica. Dopo l’operazione i medici non solo avevano sconsigliato ad Amanda di intraprendere questa impresa ma le avevano detto che non avrebbe mai potuto farcela, tanto meno  allenarsi perché la chemioterapia l’avrebbe fatta stare molto male e indebolita. La sua risposta istintiva a questa risposta fu: “Loro non mi conoscono”. Nove giorni dopo la prima chemio andò a nuotare e fece solo 1 km molto lentamente ma si sentiva bene. Dopo 12 giorni cominciò a nuotare più veloce e di nuovo si convinse che ce l’avrebbe fatta. La seconda e la terza chemio furono terribili. Non riusciva più a stare dietro le sue compagne di squadra, era stanca, ma il suo cuore le diceva che ce l’avrebbe comunque fatta. Quattordici giorni dopo l’ultima chemio si trovava sul battello pronta tuffarsi nell’acqua fredda della Manica per il suo primo turno di un’ora di nuoto. Dopo i primi due turni cominciò a sentirsi male e avere la nausea forte, se non si fosse buttata in mare la squadra sarebbe stata squalificata. Si tuffò comunque e dopo qualche minuto fu sopraffatta dalla fatica e dai pensieri negativi. Cominciò a pensare a un amico che aveva una malattia incurabile e che ciò che stava provando era niente in confronto alla situazione che viveva Bob. Il corpo cominciò a reagire positivamente, pensò anche a suo marito che la stava aspettando sulla spiaggia di Dover e si concentrò a contare le bracciate. Il cancro non l’ha battuta, l’ha fatta solo andare più piano.

Leggi la storia su: http://www.huffingtonpost.com/amanda-mercer/breast-cancer-awareness_b_1955095.html 

Quando l’allenatore non è un leader

Le storie di Schwazer e quelle del nuoto ambedue ancora oggi sui quotidiani dimostrano quanto sia difficile oggi fare l’allenatore anche negli sport individuali. Il ruolo del capo branco non è una prerogativa solo dei nostri simili a quattro zampe, deve esserlo anche per noi. Quando l’allenatore non svolge questo ruolo e gli atleti gli sfuggono di mano può succedere di tutto ed è ciò che è realmente accaduto Bisognerebbe imparare da Cerioni l’allenatore delle ragazze d’oro del fioretto che è riuscito a mantenere il gruppo unito sull’obiettivo da raggiungere indipendentemente dai rapporti personali fra le atlete oppure ascoltare gli sprinter giamaicani che se pur avversari hanno sempre dimostrato tra di loro cordialità e rispetto. Ripeto che un consulente psicologo avrebbe potuto aiutare in modo significativo questi allenatori e molti altri di cui non si parla sui giornali ma che commettono gli stessi errori.

Le parole e gli errori di Rossetto

Claudio Rossetto ct italiano della Federnuoto e allenatore degli azzurri Filippo Magnini e Federica Pellegrini, parla in un’intervista a “Chi” in edicola questa settimana. “Merito un’insufficienza piena. Ho le mie colpe. Ma ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. Ho sottovalutato la situazione. Pensavo che tante teste, tanti campioni, avrebbero potuto convivere insieme. Invece non è stato così. I media troppo ambiziosi, in cerca di risultati per i titoloni in prima pagina, e a loro volta gli atleti pompati da chi si occupa di sport e anche di gossip. La verità? L’Italia del nuoto è una squadra vecchia. La stessa Federica, nonostante nuoti da otto anni, è già una di lunga esperienza. Ora bisogna ricominciare”. Ok, inutile sottolineare ulteriormente l’errore, però perchè nessuno fra i dirigenti del nuoto si è posto con professionalità questo problema relativo alla opportunità di gestire  molti atleti. Personalmente penso che questa scelta sia stata fatta perchè non vi sono dirigenti ma solo allenatori, la cui presunzione li ha portati a sottovalutare le difficoltà. Soprattutto non avevano capito che alle olimpiadi non vi una seconda chance, o va bene o va male.

Divertirsi alle Olimpiadi

Condivido questo video ricevuto per email.

Questi nuotatori USA non mostrano alcun segno di ansia … un bellissimo esempio di come anche un evento così importante può essere vissuto in modo divertente! Da condividere con atleti e squadre.

http://www.youtube.com/watch?v=YPIA7mpm1wU&feature=player_embedded#

Federica Pellegrini spiega come vive i giorni precedenti le olimpiadi

Federica Pellegrini spiega come vive i giorni precedenti le olimpiadi. “Da qui alle gare metto davanti a tutto la serenità, sarò nella mia bolla, concentrata e isolata, Dentro allenatore e famiglia, fuori chiunque porti ansia.” Brava Federica.

Le imprese pazzesche dell’amore

Guardate questo video su http://www.youtube.com/watch?v=zOXFqQTa-CQ&feature=fvst

La tenacia: un’abilità per superare le crisi

La tenacia è ovviamente utile a ogni persona e non solo agli atleti. Prendendo ad esempio di attività il nuoto si può dire che serve a mantenere l’attenzione sul presente. In gara significa essere focalizzati sul piano di gara e nel mantenere la condizione emotiva necessaria a eseguirlo. In allenamento permette di perseguire gli obiettivi di una singola seduta al fine di raggiungerli o di avvicinarsi il più possibile. Dopo una gara consente di fare ciò che serve per imparare il massimo dall’esperienza agonistica appena svolta e prepararsi per quella successiva.

Attacchi panico in mare

Intervista in TV a un allenatore di nuoto della nazionale sull’attacco di panico della Consiglio. Il giornalista chiede cosa bisogna fare e il tecnico risponde: “ritornare in acqua il prima possibile.” Complimenti per la risposta che avrebbe saputo dare anche mia nonna ma che purtroppo è quella sbagliata. Poichè la questione non è l’acqua ma risolvere questo problema solo psicologico insegnando all’atleta a ritrovare quella fiducia che in quei momenti non ha avuto. Gli attacchi di panico sono tipici in atleti di alto livello e nascono da un intreccio tra perfezionismo,  aspettative di risultati assoluti e stress da competizione. Che fare? Accettazione di queste emozioni, rilassamento e visualizzazioni di eventi positivi sono alla base di questo processo di miglioramento. Il dialogo continuo con se stessi è la costante che deve accompagnare questo processo. Quindi ricapitolando, per il medico “è solo un fatto psicologico” e per il tecnico “basta entrare in acqua”. Bocciati.