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Qual è il gioco mentale fra Real Madrid-Atletico Madrid

Il risultato straordinario raggiunto dall’Atletico Madrid, Campionato e finale Champions, è dovuto in larga parte alla capacità di Simeone, l’allenatore, di avere instillato nei suoi giocatori la mentalità vincente che gli mancava. A poco a poco è riuscito a convincere la squadra che se non ti poni dei limiti a priori, puoi raggiungere qualsiasi obiettivo.Il difensore Filipe Luis ha detto che “vincere il campionato con una squadra così umile è incredibile, ci è voluto duro lavoro, fede e lotta”.

La difficoltà principale del Real Madrid è che deve gestire lo stress di chi deve assolutamente vincere la Champions, è il favorito e per mitigare questo stress Ancelotti continua a ripetere che per lui è un sogno e non un’ossessione. Tempo fa ha detto: “Non puoi sempre vincere 2-0 o 3-0. Sono felice perchè la squadra ha mostrato solidità, un buon atteggiamento, lavora insieme e sa come soffrire”. Un atteggiamento quindi non diverso da quello proposto da Simeone.

E’ lo stesso atteggiamento che in Italia Antonio Conte e Rudy Garcia sono riusciti a trasmettere alla Juventus e alla Roma. Infatti da sempre e in qualsiasi campo duro lavoro, fiducia di potercela fare, collaborazione, e impegno costante e intenso determinano il successo.

E quindi stasera vincerà la squadra che avrà saputo gestire meglio questi ultimi giorni di tensione ed entrerà in campo tesa e convinta che alla fine il proprio sogno si realizzerà.

Finisher gare ultramaratone e ultratrail in Italia

In Italia c’è la crisi economica ma per fortuna non nell’ultramaratona e ultratrail. Ad oggi si registrano ben 13.224 finisher in gare di ultra contro i 10.874 del 2011, (primo anno che si è superati i 10.000 finisher) quindi il 21,61% in più e mancano più di 3 mesi alla fine dell’anno.

Si potrebbe raggiungere un incremento del 38% circa, si può quindi affermare che la corsa di lunga durata affascina sempre più atleti ed è in netta crescita. Analizzando meglio i dati si nota che le donne sono aumentate più degli uomini e cioè il 25,94% contro il 21,02% dei maschi. Le donne preferiscono i trail con un incremento del 34,82% contro il 16,74% della gare su strada. Gli uomini sono quasi costanti in quanto l’incremento del trail è pari al 21,14% contro il 21,43% in strada.

Un altro dato riguarda la percentuale fra finisher gare trail e strada, questi erano praticamente pari nel 2010 con 4127 nel trail e 4162 sulla strada, poi nel 2011 sono passati a 6074 (55,86%) finisher sul trail e 4800 (44,14%) su strada. Quest’anno e fino ad ora sono 7420 (56,11%) finisher sul trail e 5804 (43,89%) su strada.

Questi numeri si analizzano da solo ma bisogna ricordare che in Francia, dove il movimento è  più sviluppato e con mezzi di controllo più avanzati, nel 2009  si registrarono 32.500 atleti che finirono almeno una gara di ultra, mentre in Italia se calcoliamo che in media un’atleta corre 1,9 gare all’anno di ultra, siamo circa 8.000 atleti, quindi molto lontani.

Sono dati interessanti che rivelano come le corse ultra sono patrimonio di ormai migliaia di persone e non è più un fenomeno per pochi. Cosa dovremmo pensarne noi psicologi? Come la spieghiamo è la dimostrazione del masochismo dell’animo umano, quindi, di una concezione negativa dell’individuo o rappresenta il tentativo di ampliare i propri limiti attraverso una prova certamente estrema ma in cui non c’è il rischio della vita.

(data by www.krakatoasport.com)