Voglio ritornare sul blog di ieri, partendo dal mio lavoro con gli allenatori e gli atleti. In questo ambito, abbiamo la metodologia dell’allenamento che spiega come s’insegna, ad esempio, il salto in alto in funzione del livello di abilità che il giovane possiede. Si tratta a questo riguardo di sistemi ormai consolidati, a cui come ovvio ogni allenatore fornisce un’interpretazione personale, ma che non si discosta di molto dal sistema proposto. Questo perchè le scienze dello sport hanno dimostrato che alcuni approcci sono superiori ad altri. Vi è poi la metodologia dell’insegnamento sportivo, riguardante il come insegnare a saltare in alto, come si deve comportare l’allenatore con i suoi atleti in funzione della loro età, maturità psicologica e livello di abilità sportiva. Anche qui alcune regole sono ormai diventate classiche: ascolto, equilibrio tra incoraggiamento e confronto, empatia, sapere fornire spiegazioni diverse dello stesso concetto/azione e così via. Inotre come ci si prepara alle gare, quali sono i passi di avvicinamento agli eventi più importanti vengono affrontate, insieme ad altre tematiche, dal mondo dello sport con una certa precisione e attenzione. Va detto che non tutti gli allenatori hanno la volontà di seguire questi sistemi, poichè vuole dire averli studiati, fatti propri e rinunciare a quella parte di protagonismo che porta a pensare “faccio a modo mio e se non imparano il problema è che non vogliono fare sacrifici”. La mia impressione da esterno al mondo della scuola italiana è che il sistema scolastico si occupi poco di questi aspetti mentre è preso dalla ricerca della materia che fa pensare di più. Infine, ho la percezione che gli insegnanti di una classe non agiscano come un team ma come singole individualità. Personalmente continuo a condividere l’idea di Benjamin Bloom che sosteneva che almeno in teoria tutti gli studenti possono eccellere se vengono fornite condizioni adeguate di apprendimento. Questo non esclude che la nostra scuola abbia molti altri probemi di ordine strutturale e finanziario, e che certamente gli insegnanti oggi siano sottopagati e il loro riconoscimento sociale appannato, ciò non toglie però la necessità di essere efficaci.
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