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Le abilità mentali degli olimpionici

Spesso ci si chiede quali siano le caratteristiche mentali dei campioni e s’immagina che abbiano personalità speciali. Non è vero.

I dati qui sotto riportati dimostrano che sono essenziali competenze che chiunque potrebbe allenare e perfezionare. La question è che pochi sono disposti ad allenarsi seguendo questi obiettivi, che richiedono una spesa quotidiana di energia e di disposizione a lavorare per obiettivi non solo di tipo atletico e tecnico-tattico ma anche di tipo psicologico.

Più uguaglianza fra i sessi, più medaglie vinte

Se i paesi sperano di essere al top durante i Giochi Olimpici del 2016 a Rio de Janeiro, è bene che inizino a badare ai loro divari di genere. Secondo un nuovo studio della University of British Columbia, i paesi con più uguaglianza di genere tendono a vincere più medaglie olimpiche.

“Penso che ci sia uno stereotipo secondo cui le nazioni più macho e che valorizzano la mascolinità o dominio maschile dovrebbero essere più dominanti negli sport maschili, abbiamo scoperto che in realtà è il contrario”, dice l’autore Jennifer Berdahl, professore di studi sulla diversità e le donne  della UBC – Sauder School of Business.

Berdahl ha studiato 121 paesi utilizzando i dati del 2013 Global Gender Gap Report del World Economic Forum  e li ha confrontati con le medaglie vinte alle Olimpiadi invernali del 2014 a Sochi con un modello statistico che controllava fattori quali il PIL, la disuguaglianza di reddito e il numero di abitanti. I suoi risultati rivelano che le donne e gli uomini tendono a vincere più medaglie se il loro paese presenta una maggiore parità tra i sessi, soprattutto quando si tratta di risultati scolastici.

“Il nostro studio rende evidente che la parità di genere ha la tendenza ad alzare tutti all’interno di un paese”, dice Berdahl. “Lagloria olimpica è probabilmente solo un esempio di come intere società possono beneficiare di una maggiore parità tra i sessi”.

Per corroborare le sue conclusioni e tenere conto delle differenze di rendimento dei paesi Giochi invernali ed estivi, Berdahl ha anche studiato le Olimpiadi di Londra e ha trovato gli stessi risultati.

I risultati contraddicono la fede della società in quello che Berdahl chiama un “gioco a somma zero” quando si tratta di diritti di genere, riassunta nell’idea che offrire maggiori opportunità alle donne tenderebbe a limitare le opportunità per gli uomini.

“Piuttosto, la disuguaglianza di genere rischia di danneggiare sia le donne che gli uomini, incoraggiando gli stereotipi che limitano la loro capacità di raggiungere il loro pieno potenziale come individui”, Berdahl conclude. “La riduzione delle  regole false e antiquate per quanto riguarda ciò che gli uomini e le donne possono e non possono fare è una condizione ‘win-win’, che permette ad entrambi i sessi di realizzare il loro vero potenziale”.

Quante medaglie vinceremo a Londra?

A poco più di un mese dall’inizio delle Olimpiadi di Londra si conta che saranno poco meno di 300 gli atleti e le atlete della squadra italiana e si cominciano a sentire ipotesi su quante medaglie potremo vincere. A Pechino con 346 partecipanti sono state 27; 32 a Atene 2004, 34 a Sydney 2000 e 35 ad Atlanta 1996. Nonostante questo trend negativo attualmente siamo al 9° posto nella classifica che prende in considerazione le medaglie ottenute agli ultimi campionati del mondo delle specialità olimpiche (http://www.coni.it/index.php?id=5165). Può essere un vanto fare parte di questa top ten ma  quattro anni fa, 2008, avevano ottenuto 44 medaglie (10 d’oro, 13 d’argento e 20 di bronzo) mentre ora siamo scesi a 32 (12 d’oro, 7 d’argento e 13 di bronzo).  A Pechino ne vincemmo solo 27.

Quindi complessivamente un calo costante negli ultimi 12 anni e il 25% in meno di medaglie se confrontiamo i risultati dei mondiali del 2008 rispetto a quelli del 2012. Va inoltre ricordato che il paese ospitante, in questo caso la Gran Bretagna, ha sempre avuto un incremento di medaglie vinte superiore al 30%, speriamo che alcune di queste non siano a nostro discapito.