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Leggiamo

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Le scopo della lettura

Lo scopo della lettura: la storia più bella che leggerete oggi. “Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?” Fu questa la domanda che un allievo una volta fece al suo Maestro. Il Maestro in quel momento non rispose. Dopo qualche giorno, però, mentre lui e il giovane allievo se ne stavano seduti vicino ad un fiume, egli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.

L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica. Tuttavia, non poteva contraddire il proprio Maestro e, preso il setaccio, iniziò a compiere questo assurdo compito. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume per tirarne su dell’acqua da portare al suo Maestro, non riusciva a fare nemmeno un passo verso di lui che già nel setaccio non ne rimaneva neanche una goccia. Provò e riprovò decine di volte ma, per quanto cercasse di correre più veloce dalla riva fino al proprio Maestro, l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.

Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: “Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito”

“No – rispose il vecchio sorridendo – tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi lo ha ripulito” “Quando leggi dei libri – continuò il vecchio Maestro – tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume” “Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata. Questo è lo scopo della lettura”. -

Le storie di Maui. 111 gradini verso la felicità

Grazie per avere pubblicato questa storia @Poesiaitalia

Leggere è vivere

Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere. Date alla vostra anima un’atmosfera intellettuale che sarà composta dall’emanazione di tutte le grandi menti.

Ne lisez pas comme les enfants lisent, pour vous amuser ; ni comme les ambitieux lisent, pour vous instruire. Non. Lisez pour vivre. Faites à votre âme une atmosphère intellectuelle qui sera composée par l’émanation de tous les grands esprits.

Gustave Flaubert (Lettera a Mlle de Chantepie, giugno 1857)

Ricordiamoci perchè leggere è importante

Se vuoi che i tuoi figli siano intelligenti, leggi loro delle fiabe. Se vuoi che siano più intelligenti, leggi loro più fiabe” (Albert Einstein).

Leggere aiuta il cervello a conservare le informazioni e allena anche le abilità cognitive: migliora le capacità attentive e la concentrazione. Al giorno d’oggi, la velocità con cui arrivano gli stimoli legati alla tecnologia al nostro cervello, i numerosi input anche in parallelo, l’assenza del concetto e della capacità di attendere a discapito dell’immediatezza, stanno andando ad intaccare le nostre capacità attentive che si stanno riducendo drasticamente e si stanno adattando all’ambiente in cui viviamo, sempre più smart. La lettura può essere un’attività che aiuta a contrastare o contenere questo processo. In un’epoca in cui siamo sempre più “smemorati” in quanto deleghiamo tutti i nostri ricordi e tutto ciò che non ci dovremmo dimenticare al telefonino, leggere aiuta a favorire i processi legati alla memoria, a ricordare e a richiamare i contenuti che abbiamo acquisito attraverso la lettura e ad apprendere nuovi vocaboli.

Leggere migliora anche la nostra intelligenza emotiva: aiuta a comprendere che esiste un altro diverso da noi e sviluppa o incrementa la capacità di immedesimarsi nell’altro e di capire che non esiste solo il proprio punto di vista. Chi legge quindi, attiva un processo di mentalizzazione che lo porta a comprendere le intenzioni, gli obiettivi, le emozioni e altri stati mentali dei personaggi che vengono narrati nel racconto. In effetti, una storia narrata è un insieme di rappresentazioni di eventi e personaggi. Leggere è anche un’attività che arricchisce anche la proprietà di linguaggio e la costruzione narrativa.

Tantissimi autori concordano sul fatto che la lettura per e con i bambini sia una pratica fondamentale non solo per lo sviluppo ma anche per la condivisione di emozioni con i genitori, di opinioni, di interscambio reciproco e di insegnamento: favorisce la creazione di un legame affettivo o il suo rinforzo. Non significa che il digitale vada eliminato dalla vita dei bambini e degli adolescenti, significa che gli input provenienti dalla tecnologia attivano reti neurali diverse e che quindi, in un mondo in cui non si può più prescindere dall’evoluzione tecnologica, dobbiamo creare un equilibrio tra le due parti. Non ci dobbiamo dimenticare che leggere allena anche le funzioni cerebrali che stimolano un pensiero critico e riflessivo e quindi favorisce un’autonomia da un punto di vista psicologico.

Si deve educare anche alla lettura

Per queste ragioni è fondamentale educare alla lettura facendo arrivare ai bambini la magia nascosta nel leggere un libro. Si deve leggere in classe, portarli man mano a farlo non per obbligo scolastico ma per piacere anche di condivisione con gli adulti e con i compagni. Per stimolare gli adolescenti, invece, è importante incuriosirli, loro amano leggersi e questo lo dimostrano per esempio la viralità che acquisiscono i libri – e spesso le rispettive serie in streaming- nei quali si rivedono e si riconoscono.

Il problema è che oggi anche tanti adulti non danno più il buon esempio perché relegano la lettura ad una attività più marginale o secondaria rispetto a tutti gli altri impegni: c’è troppa fretta e troppo poco tempo per dedicarsi ad un libro, dimenticandosi che per i bambini è più importante l’esempio delle parole.

Sport e lettura: un’accoppiata vincente per gli atleti

  • Il premio Nobel per l’Economia James Heckman ha mostrato che i figli dei disoccupati alla scuola materna possedevano un vocabolario di 500 parole, quelli di di genitori poco qualificati 700 parole mentre i figli dei laureati arrivavano a 1100 parole. Purtroppo queste differenze permangono anche nelle età successive permettendo di prevedere con largo anticipo la carriera lavorativa, il reddito, la stabilità familiare e la condizione di salute. Pertanto servono investimenti educativi tali da sviluppare le abilità cognitive e sociali nei bambini da 0 a 5 anni e nelle età successive.
  • Novak Diokovic nel suo libro scrive: “Jelena mi faceva ascoltare musica classica e leggere poesie per calmarmi e imparare a concentrarmi (Puskin era il suo poeta preferito). I miei genitori, invece, mi spronavano a studiare le lingue, così ho imparato l’inglese, il tedesco e l’italiano. Le lezioni di tennis e le lezioni di vita erano una cosa sola, e ogni giorno non vedevo l’ora di scendere in campo con Jelena e imparare sempre di più sullo sport, su me stesso e sul mondo”. (p.5)
Non è difficile capire da questi dati e testimonianze cosa si dovrebbe fare per educare i giovani e che anche lo sport trarrebbe vantaggi da un’educazione centrata sullo sviluppo della lettura. Sono convinto che la poco diffusa cultura dello sport derivi proprio dall’ignoranza che domina in Italia e di cui molti giovani ne fanno le spese, rovinando la loro vita ben prima dell’età adulta.
  • Avere genitori lettori incoraggia la lettura: leggono libri il 77,4% dei ragazzi tra i 6 e i 14 anni con entrambi i genitori lettori, contro il 39,7% di quelli i cui genitori non leggono.
  • In Italia, anche chi legge, legge poco: tra i lettori il 46% ha letto al massimo tre libri in 12 mesi, mentre i “lettori forti”, con 12 o più libri letti nello stesso lasso di tempo, sono soltanto il 14,5% del totale.
  • Una famiglia su dieci (10,2%) non possiede alcun libro in casa, il 63,6% ne ha al massimo 100.