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Il campionato andava interrotto

Le competizioni sono situazioni in cui squadre e atleti si confrontano con la garanzia che siano organizzate per permettere a ogni partecipante di gareggiare in un contesto pari opportunità per tutti. in caso contrario, al di là delle capacità espresse in campo dalle singole squadre qualcuna sarà facilitata e un’altra sfavorita dai cambiamenti operati nel contesto organizzativo.

In Italia a causa della diffusione del coronavirus la Lega Serie A e la Federazione Gioco Calcio si sono trovare nella situazione di dovere prendere delle decisioni in relazione allo svolgimento delle partite potendo scegliere fra diverse opzioni.

E’ stato deciso di rinviare alcune partite a metà maggio, nelle zone più colpite dal virus, e di permettere lo svolgimento delle altre. Non discuto della necessità di non farle giocare, perché avrebbero messo a rischio la salute dei cittadini di zone colpite, è una scelta che spetta ai dirigenti del calcio sulla base delle indicazioni degli esperti (ministero della salute).

Le scelte dei dirigenti del calcio di rinviare alcune partite, non garantiscono pari opportunità di svolgimento del campionato perché il livello di preparazione delle squadre che hanno oggi le squadre non è certo quello che avranno fra più di mesi, perché il vantaggio di essere in testa alla classifica o d’inseguire non sarà reale ma condizionato dall’attesa dei risultati delle partite rinviate, perché è molto probabile che le squadre coinvolte a maggio dovranno giocare un numero elevato partite che influenzerà le loro prestazioni, perché i risultati della coppe internazionali influenzeranno gli atteggiamenti in campo delle squadre.

A mio avviso, i dirigenti del calcio hanno preso una pessima decisione, facendo crescere ancora di più quel clima di sospetto che continua ancora a essere presente nel calcio italiano. Dovendo bloccare lo svolgimento di alcune partite sarebbe stato più opportuno, per garantire la regolarità dello svolgimento del campionato, sospenderlo per una o  più giornate sino a quando la situazione sanitaria non fosse ritornata su livelli di maggiore normalità.