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Una maratona in mezzo ai leoni

 La 15 ° edizione della  Safaricom Marathon ha avuto luogo presso Lewa, sabato 28 Giugno 2014. Organizzata da Tusk Trust e con Safaricom, questo evento di raccolta fondi ha ospitato 1.000 atleti provenienti da oltre 20 paesi diversi. La Safaricom Marathon è considerata come una delle maratone più difficili al mondo. Tuttavia, podisti di ogni livello ne prendono parte, da chi corre per divertimento, a escursionisti e appassionati, ai professionisti come Paul Tergat, keniano ex-primatista mondiale. L’impatto della manifestazione è stato enorme ed i benefici sono tangibili. Dalla sua nascita la manifestazione ha raccolto oltre $ 4,2 milioni. Tusk e Lewa hanno sempre condiviso un obiettivo comune per la conservazione della fauna selvatica come catalizzatore per alleviare la povertà, ridurre i conflitti e migliorare l’istruzione e i mezzi di sussistenza nelle aree rurali ricche di biodiversità.

Nati per correre

“Nati per correre” (2012) è un nuovo libro sulla corsa che parla dell’avventura dell’autore Adharanand Finn, di sua moglie e dei tre figli piccoli che hanno vissuto sei mesi in Kenia nella zona in cui si allenano i corridori keniani. Finn, giornalista del Guardian, si è trasferito a Iten, un paese noto per essere frequentato da 3000 ateti su 4000 abitanti. L’obiettivo è di correre la maratona a Lewa, 1.676m di altitudine, riserva protetta, in cui gli animali circolano liberi gatta di strade sterrate e di paesaggi incredibili. Ma ha anche un altro lo scopo, quello di scoprire il segreto del successo degli atleti keniani nelle gare di fondo. Il libro è scritto in modo ironico e descrive come si vive la corsa in quella parte del mondo.

Running with Kenyans: The start of the local district cross country championships

Le frasi che più mi piace ricordare:

“… una donna mi dice che per lei correre è il contrario di una sbronza. Quando bevi ti senti un leone, ma dopo sei uno straccio. Con la corsa invece è il contrario: prima ti senti uno straccio e poi un leone. Molto meglio, no?”

“Anche se non diventerai mai un campione olimpionico, anche se non riuscirari mai a gareggiare in giro per il mondo, da queste parti il solo fatto di essere un atleta ti solleva al di sopra del rumore di fondo della vita di ogni giorno. Ti fa sentire una delle persone speciali che hanno saputo scegliere un percorso di impegno e dedizione.  Basta guardare la luce che ha negli occhi qualunque atleta di qui quando si parla della sua passione.”

“Per prepararmi … decido di affrontare la sessione di fartlek che si tiene a Iten ogni settimana … Ogni giovedì mattina i vari gruppo di corsa e quelli dei campi di alleamento si radunano tutti insieme, formando un enorme plotone di atleti … Lungo la strada spunta da tutte le parti gente che corre … Quando arrivo trovo già radunati circa duecento corridori … Una specie di team leader sale su una montagnola e comincia a illustrare il programma di oggi, quais fosse un predicatore biblico … Prima che me ne renda conto si aprono le chiuse e vengo trasportato lungo la strada polverosa verso la campagna.”

“Ripasso mentalmente la mia lista dei segreti: l’infanzia dura e attiva, le corse a piedi scalzi, l’altitudine, l’alimentazione, l’emulazione dei modelli, tecniche di allenamento semplici, i campi di alleamento, l’impegn e la dedizione, la voglia di farcela, il desiderio di cambiare la propria vita, la convinzione di poter vincere, la disciplina, la mancanza di alternative, l’abbondanza di percorsi su cui allenarsi, il riposo, una cultura della corsa radicata  pervasiva.”